Nel Vangelo di oggi, leggiamo che il Signore viene a cercare i piccoli e i persi, ma quando la pecora dispersa siamo noi, facciamo fatica a crederci.
Eppure il Signore rassicura che non esiste un tempo in cui non ci cercherà, scenderà dal monte e verrà a valle a cercarci: cosa faremo in quel momento? Forse ci verrà da piangere, perché nonostante tutto Gesù è venuto a dirti: sono qui.
Quando ci sentiamo soli e abbiamo timore di sbagliare, crediamo che Lui è con noi non perché siamo stati i migliori, ma perché ci siamo persi. Sembra paradossale, quasi un "premio" per i nostri peccati. È possibile davvero che Dio ci ami così? Si! Dio è venuto affinché ciascuno di noi avesse almeno Qualcuno su cui contare. Le pecore "giuste" sono sul monte e sono già al sicuro, per questo il pastore scende per toglierci dal pericolo, dal rischio di cadere ancora più in fondo, per aiutarci a riconoscere che la cosa da toccare sempre più a fondo, fino in fondo è il Suo amore.
Torneremo sul monte con Lui attraverso la nostra stessa croce, ma essa non ci scaraventerá più a terra, perché ora c'è Gesù a portarla con noi. Il nostro è un cammino in salita, mai soli ma con Lui, non siamo più dei dispersi, siamo amati, perdutamente amati da Dio, e quel giorno in cui da persi ci scopriremo perdutamente amati, sarà un giorno grande poiché ci troveremo già su sul monte a raccontarlo.
"Signore sono qui, mi vedi?
Vienimi a cercare, tendimi la mano.
Vorrei solo poter sentire la tua voce dire: sono qui.