Leggendo il Vangelo di oggi, Gesù elenca delle situazioni in cui possiamo trovarci e dice: beati. Com'è possibile sentirsi beati nel pianto, perseguitati ecc? È da intendersi bene: la beatitudine non è riferita alla difficoltà, al periodo che si sta vivendo, ma alla parte successiva di questa. Siamo beati perché nonostante il pianto, la persecuzione, il dolore, la nostra vita non si ferma a questo, prosegue con la consolazione di Dio, con la sua compassione, con la sua Misericordia.
Quando finirà la fatica, quando? È la domanda che accomuna tutti, ed è giusto che sia così, perché vuol dire che abita in noi un desiderio di bene, che vuole sbocciare e crescere. Sicuramente al termine di tutto ciò, rimarrà quell'unica presenza che era già accanto a noi: Dio.
Siamo beati, coraggio perché la vita è piena di insidie, di paure, però ora almeno da ora, sappiamo di aver Qualcuno su cui contare.
Leggendo in questi giorni Etty Hillesum, riprendo un passo che mi ha colpito: "Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali, ma anch'esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi".
Cara Etty, grazie di queste tue parole piene di sofferenza e speranza, ci insegni che la beatitudine dei figli di Dio non è lontana, è accanto a chi nella sofferenza tende la mano a Lui, scoprendo che la Sua è tesa già da tanto tempo.