L'invocazione che durante la Celebrazione Eucaristica pronunciamo: «O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato», è in linea con il discorso presente nel Vangelo di oggi.
Leggiamo infatti che Gesù rimprovera i farisei per il loro giudicare, puntare il dito dinanzi a chi, a loro avviso, non è degno nemmeno di cibarsi, poiché ha le mani impure. È proprio Gesù a restituirci la dignità perduta con il Suo amore. Tale comandamento, è il centro per comprendere quanto è grande il Suo amore per noi.
Gesù ci invita a pensare che non dobbiamo più fare "delle cose" per sentirci a posto o per guadagnare la Sua benevolenza, ma accogliere quell'amore che Egli ci dona nel Suo consegnarsi, nel Suo essere pane, così che ciascuno attingendo a Lui possa purificare il proprio cuore.
Dinanzi a tanto amore, cambierà il nostro modo di vedere le cose: le nostre mani considerate impure, senza via di uscita, in Gesù trovano lo spazio per essere amate, perdonate, e vivere di quella dignità che solo Dio può donare, e da quella comunione di pane e Misericordia ripartire.