"Sino alla fine", affinché non si potesse dire, che Gesù non ha amato con tutto se stesso. Ma l'amore non ha una fine ed è proprio per questo che Gesù ci consegna l'Eucarestia, affinché potessimo ricordarci chi ci ha amato di più e quanto continua a farlo.
Dopo aver cenato, fa ancora un gesto: lava i piedi ai suoi.
La polvere che finora ha arrestato i nostri passi, quella fragilità, fatica ora è lavata da un lavacro di misericordia più grande del peccato stesso e a noi resta la purezza, come nel giorno della nostra nascita, si perché questa Pasqua sia di rinascita.
Viviamo questo triduo santo, pensando quanto "sino alla fine" quello che stava a cuore a Gesù non era lui stesso, ma noi, la nostra vita. In quella situazione di dolore, di morte, c'è qualcuno in grado di donarti tutto ciò che ha: se stesso, affinché alzando gli occhi al cielo e cibandoti del Suo pane, tu possa credere che non è la fine, perché la fine come l'inizio è Cristo, il Suo amore che non mancherà mai e sarà la tua forza per sempre.
"Signore,
sino alla fine,
fai della mia vita, un cuore attento al Tuo amore.
Si, sino alla fine perché vuol dire, per sempre.
Fa che mi immerga in Te
e ti trovi proprio quando
nella fatica è difficile proseguire,
quando in quella situazione mi sembra di non farcela,
aiutami a ricordare che Tu, fino alla fine sarai con me,
donato a me medesimo, affinché il mio cuore trovi pace.