Oggi siamo chiamati a seguire Cristo facendo la nostra professione di fede come Natanaèle quando esclama: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». A volte però gli accadimenti della vita non ci fanno restare saldi nella fede, bensì generano in noi dubbi, perplessità; i nostri limiti e le paure si acuiscono, diventa più facile disperare che sperare.
Come può Dio risolvere la nostre situazioni difficili? In realtà non lo fa, perchè non è venuto per risolvere problemi, dare soluzioni, è venuto per dare vita alla nostra vita, ci accompagna, soffre con noi e gioisce con noi. Non c'è situazione umana che non abbia provato: povero con i poveri, sfollato, insultato, deriso, fino ad essere ucciso, ma la sua morte ha portato una vita nuova.
Da Nazareth è venuto "qualcosa" di molto buono, cosi non possiamo fermarci a pregiudizi o stereotipi, dobbiamo guardare alla profondità delle cose, dei pensieri, delle azioni e reazioni e affidarci a Lui. Facciamo la nostra professione di fede nella verità, come Natanaèle. Riconosciamo che il nostro Maestro è il Figlio di Dio, re d'Israele, venuto a portare salvezza; e quando da soli non riusciamo a pregarlo, facciamolo insieme agli altri, o lasciamo che gli altri lo facciano per noi, perché la nostra fede cresce insieme a quella dei fratelli; siamo chiesa, comunione di amore, figli di un unico Padre.