"L'avete fatto a me". È forte l'affermazione di Gesù, perché ci invita ad una responsabilità verso il nostro prossimo. Egli evidenzia delle categorie: lo straniero, il carcerato, il povero... Sono chiamato a rendermi conto, a conoscere chi ho accanto.
L'invito non è a mettere delle etichette, bensì è a vedere che vi sono diversi modi per incontrare Dio, perché se io mi impegno, prego e poi tratto male chi ho davanti, ecco che la risposta è: "l'avete fatto a me". Se invece accolgo la fragilità di quella persona che soffre, ecco che risuona diversamente: "l'avete fatto a me". Il Signore che ci indica la via è lo stesso in grado di aiutarci ad attraversarla! Siamo invitati ad essere solidali tra di noi, ad essere attenti, perché l'esserlo ci mette in comunione con Dio.
È bello vedere come la nostra vita è intessuta di Lui, come Egli è DENTRO la nostra storia! Sia questa quaresima una riscoperta di Dio nella nostra quotidianità. Sia un tempo dove compiere dei passi di solidarietà con chi è in difficoltà, non per cercare un premio o un tornaconto da Dio, ma perché purificando il cuore, lo si cerca in ogni volto, in ogni momento della nostra esistenza, perché Lui è il primo a fare di ogni volto, un mezzo per incontrarci. E non solo, questa quaresima ci aiuti a riscoprire Lui in quelle parti di noi povere, afflitte, così che possiamo prendercene cura e sentire: "l'avete fatto a me", perché per Lui valiamo tanto, al punto che ogni torto o carezza ricevuta, le tiene Lui con sé.
Abbiate cura di voi, degli altri, abbiate cura di Dio, che opera in voi anche ora.