MERCOLEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Gesù chiama i discepoli, li chiama per nome, segno di una relazione con ciascuno. Ogni persona chiamata per nome è chiamata alla vita, a vivere nella sua unicità e originalità. Nessuno è un essere nel mondo gettato per caso, ognuno ha un valore in ordine a se stesso e agli altri.
Per Gesù nessuno di noi è anonimo, mi chiama con il mio nome, gli sto a cuore, non mi confonde con nessun’altro. Ciascuno risponde alla chiamata quando vede nella persona di Cristo la causa, il senso e l'orizzonte ultimo dove può affidare la propria vita e farla fiorire.
Gesù è il nome della forza che fa partire. La vocazione non parte da sacrifici o rinunce, è una scelta che porta innanzitutto ad un incremento d'umano.
Ai Dodici, Gesù chiede di essere testimoni che "il regno dei cieli è vicino", annunciando, predicando, ma soprattutto strada facendo, ovvero camminando insieme tra loro e con tutti i fratelli, condividendo, affidandosi l’un l’altro, accogliendo le persone incontrate, donando quel potere dell'amore che hanno ricevuto e che li rende portatori di vita.
Colui che è la vita pronuncia il nostro nome, ci chiama innanzitutto ad essere noi stessi, a riempire di significato e di bellezza il nostro nome, la nostra vita, cosi possiamo prenderci cura anche di quel pezzetto di mondo nel quale viviamo, gioendo della bellezza di vita che sboccia e cresce in noi e negli altri.