SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE, PRESBITERO E MARTIRE - MEMORIA
Quando parliamo di correzione fraterna, la associamo sempre ad una sorta di rimprovero e non di aiuto reciproco
Si tratta invece di accogliere il fratello anche con i suoi errori e cercare di camminare assieme verso la verità. Aiutare senza giudicare è una forma di carità che illumina la via per distinguere l'errore dall'errante, il peccato, dal peccatore, per aprirsi al perdono reciproco, solo così possiamo continuare a chiamarci e ad amarci quali fratelli. L'amore ha bisogno di essere esplicitato nella verità e compreso nella fiducia. Ciascuno riconosce i propri limiti quando non si sente giudicato, e nessuno è così giusto da poter esprimere sentenze sul proprio fatello. Occorre che si instaurino davvero sentimenti di profonda stima e di rispetto dell’altro, cosi da potersi confrontare nella liberta e nella carità. Molte volte bisogna partire all'ascolto, spiegarsi, capirsi, essere disposti a lasciarsi aiutare, come avere il coraggio di aiutare; "se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello", dice Gesù. Questo "guadagnare il fratello" significa ristabilire una fraternità, ovvero il fine stesso di tutta l’azione che Gesù è venuto a portare: la salvezza, perché nessun figlio vada perduto.
Solo sostenendoci e aiutandoci a vicenda mediante l’amore e la verità, possiamo ritrovare la comunione con il nostro Dio che è perdono, misericordia, e vivere la relazione tra fratelli nella presenza del Signore risorto quale dono della grazia.
"Signore,
la mia vita sia un riflesso della tua,
allontana il mio cuore dall'odio,
e sappia rispondere con l'amore dinanzi all'indifferenza e all'abbandono.
Insegnami a risollevare quel fratello che caduto a terra