GIOVEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Quante volte ci sentiamo stanchi delusi, abbiamo faticato tanto, ma non abbiamo ottenuto il risultato sperato. Gesù oggi ci porta a credere che fallire un obiettivo non è perdere la vita. Ci viene incontro e ci invita a fidarsi di Lui. Si! Fidarsi di un falegname che vuole insegnare a un pescatore a pescare. Ma Lui, perché falegname, conosce molto bene quella barca di legno che sono io, conosce le mie resistenze e le mie falle, eppure mi invita a guardare oltre, a prendere il largo, non basandomi sulle mie forze, bensi sulla sua parola. Allora non sarà più una pesca vuota, tutto ha origine dalla sua parola. L'abbondanza di Dio non ci deve ne spaventare, ne allontanare, ma farci capire a quale grandezza ci chiama: diventare pescatori di uomini, testimoni del suo amore che "ci pesca", ci salva.
Come Pietro scopriamo di essere dei "pescatori pescati", dei peccatori perdonati e la mia rete si riempirà di vita, quando gettandola sulla sua parola affiderò tutto me stesso, anche e soprattutto i peccati. Io non sono chiamato a pescare perché bravo pescatore, sono chiamato in forza del suo amore che mi stupisce sempre e mi rende strumento di pace e di salvezza anche per gli altri.