L'uomo porta sempre in cuore un desiderio di grandezza, perchè fatto ad immagine di Dio la cui grandezza sostiene il mondo. Ai discepoli che si interrogano su chi di loro è più grande Gesù non li rimprovera, si mette a insegnare qual'è la vera grandezza da desiderare e pone ad esempio un bambino.
Gesù si identifica in questo bambino, ovvero un uomo nella sua piccolezza e fragilità, e chi lo onora, onora Lui stesso e il Padre che lo ha mandato per "servire" la nostra umanità ferita dal peccato. Accogliere l'altro soltanto per la sua umanità, senza che abbia titoli, ruoli d'importanza è accogliere Gesù stesso.
Lui che è il primo si è fatto ultimo, umiliando se stesso ha fatto risplendere nella sua umiliazione, tutta la potenza dell’amore di Dio per noi, tale è il motivo della sua grandezza.
La qualità della grandezza gradita a Dio è nell’ordine della gioia per l’altro, della comunione di vita, della bellezza di camminare con il Signore: è questo il senso del servizio.
"Signore,
insegnami la vera grandezza.
Essa non è effimera o veniale,
non si accontenta di un risultato, vuole il giusto.