GIOVEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
In questo mondo che non smette mai di vedere segnali di guerra, di dolore, di sofferenza, il Signore invia i suoi discepoli ad annunciare che il Regno di Dio si è fatto vicino, Dio è vicino, Dio non si è distratto, vede una messe abbondante, una ricchezza di bene che ha bisogno di essere coltivata. Come i discepoli sono inviati a due a due, perché la loro fraternità e comunione sia già annuncio del Regno presente, così anche noi siamo chiamati a testimoniare e a vivere il sostegno vicendevole, il rispetto e l’accoglienza, vincendo le antipatie e le inimicizie per essere cosi operatori della pace dono di Cristo.
La povertà che contraddistingue la missione, indica l’affidamento radicale che ogni discepolo deve avere verso il suo Signore: uomini poveri in cammino che per annunciare il Regno, prima di tutto sono “impregnati” di Dio, portano la bontà di Dio anche in mezzo ai lupi, sanno scorgere tutti quei semi di bene presenti nella messe.
“Andate”, è Gesù a dircelo, stiamo saldi sulla sua parola, con la sua forza, ovunque siamo noi stessi, siamo semplici, piccoli, perché Dio sia grande.
“Signore mio Dio,
sostieni in miei passi,
soprattutto quelli che la fatica ne aumenta il peso.