Non preoccupatevi

Screenshot_20240622_015715

 

 

22 GIUGNO 2024

SABATO DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

La pedagogia di Gesù verso i suoi discepoli ha una forza straordinaria, vuole aiutarli a camminare senza affanni per la vita, perché a ciascuno pensa il Padre che ama tutto e tutti. Ogni uomo vale più di tutto, vale perché pensato e amato da quel Padre che ha creato tutto per lui. Gesù ci invita a fermarci per guardare, o meglio contemplare, prendere coscienza che ogni vita è custodita: “Guardate gli uccelli del cielo… I gigli del campo… L’erba del campo… Non farà molto di più per voi, gente di poca fede?'”.

Il Signore ci vuole liberare da quegli affanni che disturbano il cuore, che torgono la gioia, la libertà di sentirsi figli profondamente amati dal Padre. “Non preoccupatevi’, ci ripete, perché non ci perdiamo negli affanni, non restiamo divisi tra ciò che dobbiamo fare e cio che siamo, perché ogni momento della nostra vita, si dispiega alla sua presenza quali figli amati sotto il suo sguardo. Allora, non possiamo permetterci di perdere neppure un attimo dell’amore di Dio.

“Signore,

abbi cura di me,

perché il mio cuore è fragile.

Insegnami a non preoccuparmi,

a fare della mia vita

quel dono unico,

che non è generato nell’affanno,

ma è certo che

ovunque la strada mi conduca,

Tu sarai con me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Giuseppe

 Screenshot_20240501_024826

MERCOLEDÌ 01 MAGGIO 2024

SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore, un uomo giusto come lo definisce il Vangelo, che con il lavoro delle sue mani, provvedeva il sostentamento per la famiglia.

Ogni lavoro che svolge l’essere umano lo rende costruttore della terra, compartecipe di quel primo lavoro che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, perché vi possa vivere e lo possa custodire.

Scrive Isaia: “egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata”(45,18).

San Giuseppe nella quotidianità della sua vita e del suo lavoro, non ha custodito solo il creato, ma con amore di padre, si è preso cura del suo stesso creatore nella persona di Gesù, del Figlio di Dio.

L’umile falegname partecipa in tutto e per tutto al piano di salvezza di Dio: insegna a Gesù la sua arte, cosi che anche Lui lavorerà con mani d’uomo, su questa terra, dove Dio lo ha inviato; insegna a Gesù con l’esempio l’obbedienza alla volontà di Dio, a quel piano di salvezza che porterà a compimento per tutta l’umanità.

A San Giuseppe affidiamo tutto il mondo del lavoro, perché ogni opera compiuta sia strumento di crescita e di sviluppo, conservando quella dimensione spirituale di cooperazione all’opera creatrice di Dio, dono per il bene di tutti gli esseri umani.

“O Giuseppe,

a te rivolgo la mia preghiera,

affinché tu obbediente nella tua famiglia,

mi aiuti a camminare nella mia.

Sostieni i miei passi stanchi,

affinché sappia dare a Dio il frutto di ogni mio lavoro: l’amore.

Sia capace di ascolto, di perdono

e nella mia umana incertezza,

possa la tua famiglia di Nazareth donarmi la forza di guardare in alto, presso Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)