I fatti e la verità sono le facce di una stessa medaglia, che ci conducono ad un cammino di autenticità a cui tutti siamo chiamati. Esse si interpongono nel Vangelo di oggi tra gli uomini che vogliono mettere alla prova Gesù. Essi non sono autentici, e il Signore afferma direttamente: “perché volete mettermi alla prova?”.
Seguire Dio in ciascuna forma, lo facciamo, è un cammino di coerenza, è un cammino di concretezza del nostro quotidiano nel rispetto delle regole ordinarie, morali, ma con un’accezione differente: da figli di Dio nel mondo.
Non è tanto ciò che si fa, ma il come. La schiettezza con cui Gesù oggi fa chiarezza, ci insegna che è possibile dare il tributo a Cesare, e dare a Dio ciò che è di Dio, perché l’uno non esclude l’altro, perché chi ha il cuore libero può stare su questo mondo e non mettere alla prova nessuno, neppure il Signore.
A volte anche noi mettiamo alla prova il Signore imponendogli le nostre regole, i nostri paletti, quello che dobbiamo fare è lasciarci guidare dallo Spirito, farà lui per noi, senza mettere alla prova nessuno. Il Signore ci accompagna in questo percorso per purificare il cuore da tutto ciò che non è Lui, per aiutarci a comprendere cosa passa davvero in noi. Mettiamoci in atteggiamento di ascolto, e invochiamo lo Spirito affinché ci aiuti e ci protegga, e sappia fare luce su quei passi ancori incerti, ma già benedetti ed amati da Dio.