Giuseppe, non temere

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LUNEDÌ 20 MARZO 2023

SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Sam 7, 4-5a.12-14a.16

Salmo: Sal 88 (89)

Seconda lettura: Rm 4,13.16-18.22

Vangelo: Mt 1, 16.18-21.24a oppure Lc 2,41-51a

La liturgia ci fa celebrare oggi la solennità di S. Giuseppe. Vengono proposti due Vangeli a scelta, noi ci soffermiamo a meditare il primo dell’evangelista Matteo.

Ancora una volta, come è avvenuto in passato per Abramo, padre nella fede, per Maria la futura sposa di Giuseppe e madre di Gesù, anche a Giuseppe Dio dice: “Non temere”. Quanti sono chiamati da Dio vengono sempre rassicurati dalla sua Parola, per avere la forza di aderire a Lui e compiere il suo disegno.

Giuseppe è un uomo giusto e retto, che davanti ad un mistero cerca una soluzione, per non esporre alle offese la donna che ama. Qui Dio interviene perche il suo disegno di salvezza possa compiersi. Giuseppe ascolta e si fida di quella Parola: “non temere”, cosi concretizza quanto gli è stato detto, comincia ad agire nella fede, spinto non più dalle sue paure, ma dal suo desiderio di continuare ad amare Maria; l’accoglie con un bambino che non ha generato lui secondo una legge naturale, ma a cui darà tutto l’amore del suo cuore.

Giuseppe ha dato realtà al “sogno di Dio” per tutta l’umanità crescendo suo figlio: è diventato padre di Gesù. Generare un figlio è facile, ma essergli padre, amarlo, farlo crescere e farlo felice, non è cosa da poco, poiché genitori si diventa nel corso di tutta la vita.

La grandezza di Giuseppe è stata proprio quella di accogliere ed amare qualcuno più di se stesso, non perché lui fosse stato il più bravo, ma perché ha compreso che ogni evento d’amore è sempre guidato dal cielo.

Nella festa di S. Giuseppe vogliamo affidare a lui tutti i papà della terra, perché custodiscano e amino la loro famiglia, e pregare per quelli che sono gia in cielo. Mettiamo nelle mani di Dio ogni papà, affinché Lui nella sua Misericordia perdoni le loro mancanze, se vi sono state, ed eleviamo a Dio il nostro grazie per quei doni che lungo la vita ci hanno fatto, perché ogni gesto di amore non è mai vano e va benedetto.

“Signore,

ho paura di cadere,

ma a tentoni continuo a camminare,

Tu come un padre guardami

e se cado sollevami.

Aiutami a crescere, a non perdermi,

cosi che guardando a Te

possa anch’io guardare, custodire ed amare

quelli che mi metti accanto

e donare a loro la Tua forza, la mia vita”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)