Rinati dall’alto

 

Rinati dall'alto

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 4,32-37

Salmo: Sal 92 (93)

Vangelo: Gv 3,7-15

 

 

Il Vangelo della liturgia odierna, ci indica che per passare dalla terra al cielo abbiamo bisogno di Gesù. È un testo a tratti un po’ difficile; cosa vuol suggerirci oggi?

Rinascere dall’alto vuol dire alzare lo sguardo. Significa vivere il nostro quotidiano anche se con fatica, innalzando il cuore a Colui che ci ha creato. È difficile pensare di elevare gli occhi quando ci sentiamo a terra, e la domanda che Gesù pone a Nicodemo, in verità, interpella anche noi: “Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?”

È proprio per questo che Dio Padre manda Suo Figlio, affinché non dovessimo più alzare lo sguardo alla ricerca di un Dio apparentemente lontano, ma potessimo trovarci di fronte a un uomo, Gesù che ci unisse a Dio. Non è il nostro sforzo a legarci al cielo, ma è l’esperienza fatta con Gesù, che ci permette di conoscere il volto di Dio, che dal basso ci ama e desidera per noi una vita perdonata, redenta.

Rinascere dall’alto, è rivedersi all’interno di un cammino di consapevolezza con Gesù, ripercorre i passi della Sua storia e vedere dentro anche la nostra. Gesù attraverso tutto quello che ha vissuto, ha reso il cielo per noi un luogo dove Dio non è più distante, mediante il Figlio possiamo conoscere l’Amore del Padre.

Le nostre sofferenze sono innalzate da una croce, quella di Gesù, da cui oltre al dolore e alla morte è sgorgata la vita. Dopo la Sua Risurrezione, siamo rinati dall’alto e possiamo credere alle cose della terra, perché in noi c’è un pezzo di cielo da celebrare e offrire, così che il nostro quotidiano sia unito a Dio e da lì trarne la forza.