Mio Signore e mio Dio

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MERCOLEDÌ 03 LUGLIO 2024

SAN TOMMASO, APOSTOLO – FESTA

Quel dito tocca le ferite di Cristo: come possibile che Dio si faccia ferire così tanto per me? Chi sono io per essere riversato da tanto amore? Meraviglioso mistero d’amore! Il mio dito nel cuore di Cristo.

La fede risorge dalla delusione che la morte abbia distrutto tutto, abbia portato via l’amato del cuore, invece ci troviamo ad entrare nel cuore dell’amato.

Cosi esclama Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Un meraviglioso atto di fede che trova la sorgente in un cuore ferito, che si offre per sempre alla contemplazione di ogni creatura, perché la croce non è stata la sconfitta, ma la gloria di un amore manifestato in pienezza. Proprio quelle ferite sono il dono per la mia fede; lì pongo i miei dubbi e tocco la grandezza di un amore che mi ridona vita, di un amore che risorge ogni giorno dal solco della fatica, della paura e dell’incredulità.

Il Signore ci invita a toccare, a guardare ad entrare in quelle piaghe: “Metti qui il tuo dito e guarda”, perché solo l’amore può sanare il cuore. Dalle sue ferite escono gocce di vita, di pace, di luce.

La nostra fede si gioca su quelle ferite, trova lì il suo inizio e il suo compimento. Scriveva S. Ignazio di Loyola nella preghiera-poesia “Anima di Cristo”: “Dentro le tue piaghe nascondimi”, ovvero mettimi dentro quelle ferite, concedimi di abitare dentro di Te, perché ho compreso un po’ del tuo amore e credo che sei il Signore della mia vita. Allora: “Beati quelli che hanno posto la loro tenda nel cuore di Gesù” (S. Bonaventura).

“Signore,

la tua ferita sanguina,

sei vivo, sei vero.

Eccoti qui per me,

io incredulo come pochi,

desideroso di uno spazio con Te.

Mio Signore e mio Dio,

e lo dico solo a Te,

perché nel mio cuore ci sei solo Tu.

Tocco la tua ferita e Tu,

ti prego, tocca la mia

così guarirà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)