Granduca di Toscana

Linea di successione al trono del Granducato di Toscana

La linea di successione al trono del Granducato di Toscana segue il criterio della legge salica.

Il granducato venne sciolto nel 1860 quando un plebiscito ne sancì l’unione al Regno di Sardegna.

Il 20 dicembre 1866 Ferdinando IV di Toscana ed i suoi figli rientrarono nella Casa Imperiale e la Casa di Toscana smise di esistere come casa reale autonoma, venendo riassorbita da quella imperiale austriaca; a Ferdinando fu permesso di mantenere la sua fons honorum vita natural durante, mentre i figli divennero solo Principi Imperiali (Archiduchi/Arciduchesse d’Austria) e non più Principi/Principesse di Toscana: Ferdinando IV abdicò ai diritti dinastici al Granducato di Toscana (1870) a favore dell’Imperatore Francesco Giuseppe d’Austria[1][2][3][4] e pertanto anche i suoi discendenti persero ogni diritto dinastico sulla Toscana[5]. Il Gran Magistero dell’Ordine di Santo Stefano cessò invece con la morte di Ferdinando IV[6]. L’imperatore Francesco Giuseppe I (1830-1916) aveva infatti proibito, dopo la morte del granduca Ferdinando IV avvenuta nel 1908, di assumere i titoli di granduca o di principe o principessa di Toscana[7].
La casa degli Asburgo-Lorena è solo una benché abbia regnato su diversi domini e possedimenti. Tuttavia taluni autori [senza fonte],, considerando la Casa di Toscana come autonoma e indipendente da quella d’Austria[senza fonte], indicano comunque come attuale pretendente al trono Sigismondo d’Asburgo-Lorena, nato nel 1966 e conosciuto dai suoi sostenitori con il titolo di Granduca di Toscana.
Linea di successione

Dopo la morte di Ferdinando IV di Toscana la linea di successione fu:

Ferdinando IV di Toscana
Francesco Giuseppe I
Carlo I
Ottone
Carlo II

L’attuale linea di successione secondo i sostenitori di Sigismondo è:

Arciduca Leopoldo Amedeo, gran principe di Toscana, nato nel 2001.
Arciduca Massimiliano, principe di Toscana, nato nel 2004.
Arciduca Guntram, principe di Toscana, nato nel 1967.
Arciduca Radbot, principe di Toscana, nato nel 1938.
Arciduca Giorgio, principe di Toscana, nato nel 1952.
Arciduca Domenico, principe di Toscana, nato nel 1937.
Arciduca Leopoldo, principe di Toscana, nato nel 1956.
Arciduca Alessandro Salvatore, principe di Toscana, nato nel 1959.
Arciduca Constantino, principe di Toscana, nato nel 2002.
Arciduca Paolo Salvatore, principe di Toscana, nato nel 2003.
Arciduca Andrea Salvatore, principe di Toscana, nato nel 1936.
Arciduca Taddeo Salvatore, principe di Toscana, nato nel 2002.
Arciduca Casimiro Salvatore, principe di Toscana, nato nel 2003.
Arciduca Marco, principe di Toscana, nato nel 1946.
Arciduca Giovanni, principe di Toscana, nato nel 1947.
Arciduca Michele, principe di Toscana, nato nel 1949.
Arciduca Francesco Salvatore, principe di Toscana, nato nel 1927.
Arciduca Carlo Salvatore, principe di Toscana, nato nel 1936.
Arciduca Mattia, principe di Toscana, nato nel 1971.
Arciduca Giovanni, principe di Toscana, nato nel 1974.
Arciduca Bernardo, principe di Toscana, nato nel 1977.
Arciduca Benedetto, principe di Toscana, nato nel 1983.

STORIE ARALDICHE DEI CONTI PILLA

STORIE ARALDICHE LOMBARDE DEI CONTI PILLA

Pilla

Etimologia

La “pilla” nell’antichità era un contenitore in terracotta o in cemento, usato per lo più per contenere l’acqua.                                                                                 Troviamo la ”pilla” anche nel mondo ecclesiastico, infatti essa veniva utilizzata per trasportare l’acqua santa.

I Pilla

La famiglia prende il nome dalla pilla, appartenenti ad una comunità oriunda già presente nel XVII secolo, con radici be radicate in quella che ora possiamo definire la provincia pavese. Commercianti affermati comperarono innumerevoli terreni agricoli per coltivare le primizie e successivamente commerciarle, in primis nei paesi limitrofi, per passare a territori più lontani man mano cresceva la loro ricchezza. Un’ altro esempio di attività svolta da questa famiglia, era la costruzione  di mattoni per l’edilizia del ‘epoca, e della famosa “pilla”, creata inizialmente con la terra cotta, per passare successivamente alle primordiali malte cementizie dell’epoca. Questo uno dei motivi per i quali  troviamo radicata questa antica famiglia in zone adiacenti ai fiumi, per esempio nella bassa padana vicino al fiume Po’, dove la tipologia di terreno, per lo più argilloso, si adattava meglio alla realizzazione di questi manufatti. Pur in continua espansione, questa famiglia, si avvalse  di punti strategici nel territorio lombardo piacentino, luoghi come detto prima adatti per la coltivazione e per la reperibilità dell’argilla necessaria per la costruzione della “pilla”. Le fonti storiche  ci hanno permesso di evidenziare due zone in particolare dove operavano, i feudi di  Gerrechiozzo, e San Protaso. Gerrechiozzo, è l’attuale Frazione Rotto di Cava Manara, in provincia di Pavia, luogo limitrofo al fiume Po,’  dove ancora noi possiamo trovare le primordiali cascine e terreni di questa antica famiglia, i quali sono ancora oggi di proprietà dei Pilla, immobili e terreni acquistati grazie al commercio delle primizie e alla costruzione della “pilla”, attività procrastinate nel tempo, come si evidenza nei documenti parrocchiali di Pilla Camillo classe 1818.

Arma o blasone dei Pilla

A testimonianza della grande importanza di questa famiglia, ancora oggi all’interno chiesa di San Protaso, nella parte destra adiacente alla navata centrale, in una piccola cappella addobbata in stile settecentesco, conservata scrupolosamente, come se il tempo si fosse fermato, possiamo ammirare lo stemma di famiglia, riprodotto in stucco dei “Nobile Conti Pilla”, sostenuto da San Mauro Abate, al quale venne anche dedicata una delle chiese più importanti di Pavia. Stemma che troviamo riportato nell’importantissimo manoscritto “Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi”, conservato scrupolosamente nell’archivio storico di Piacenza, nella sezione stemmario titoli comitali tavola XV.I Pilla, vennero insigniti dal Duca di Piacenza Ranuccio Farnese II, con lettera patente del 1674con il titolo di “Nobili di Piacenza”, e successivamente con la concessione comitale al conte Vittorio Pilla. Nel feudo di San Protaso troviamo ancora oggi i resti di quello che furono i possedimenti della famiglia Pilla, in particolare il castello Torrione, costruzione risalente al 1300, in possesso dei Pilla dal 1669 al 1700.

 

Pilla e legami parentali

Esponeti dei Pilla, grazie alla loro forza e al loro potere trovarono legami matrimoniali importanti, unendosi altresi con due famiglie importantissime di quel tempo, gli Alberti, e i Nicelli. Degli Alberti troviamo ancora oggi un piccolo borgo nelle montagne dell’oltre Po’ pavese, al confine con Piacenza, un luogo dove il tempo pare si sia fermato, ”CASA PILLA”, frazione di Romagnese (PV), dove gli abitanti storici del borgo sulle loro carte di identità portano l’antico e importante cognome “ALBERTI”.

LETTERATURA

In questa nobile antica famiglia troviamo riferimenti storici inerenti a “Donna Giovanna di Crollalanza” prozia del famoso scrittore Araldo di Crollalanza, fautore del dizionario araldico “IL Crollalanza”.

Don Pilla Giovanni di Vittorio. Protasso 1743

Particolare attenzione và proprio a costui, il quale viene menzionato nei registri parrocchiali di Gerrechiozzo, come primo della famiglia Pilla ad essersi insediato in questo luogo, feudo sul quale governava la potente famiglia Becaria, infatti questa famiglia, aveva possedimenti sia a Pavia che a Piacenza, sicuramente i grandi nobili Beccaria decisero di assegnare una porzione di questi terreni ad una famiglia di loro conoscenza e di massima fiducia, ecco perchè troviamo Pilla Giovanni Vittorio di Protaso, menzionato in questi scritti. Pilla Vittorio discendente della famiglia dei conti Pilla di Protaso, si stabili nel territorio di Cava, a lui rimase probabilmente solo l’appellativo di nobile dei conti, avendo come riscontro soltanto la D maiuscola di Dominus, sinonimo di nobiltà, probabilmente per una parentela non in linea diretta con il primordiale conte Pilla, ma come nipote di primo o secondo grado dello stesso.

Molti rami collaterali di questa famiglia, come ad esempio i conti Pilla Nicelli, o i conti Pilla Alberti, si estinsero, ma verosimilmente possiamo, dopo assidue ricerche documentate, affermare che il ceppo primordiale giunge a noi tramite il nobile dei conti Pilla Giovanni Vittorio 1743,