Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!
9. Baccabriciola Buzzurro e don Luke
La caratteristica precipua della giovane sposina Baccabriciola Buzzurro era ovviamente l’aspetto bellissimo dato che, altrimenti, il principe non l’avrebbe sposata: gli occhi grigi severi e intelligenti insieme al contrasto fra i capelli corvini e la pelle lattea erano già da soli notevoli ma anche le sue forme erano parimenti proporzionate. Ma la seconda caratteristica che risaltava a un secondo sguardo, soprattutto quando la ragazza non era nuda, era la sua estrema religiosità.
Molto istruita, pudica e casta, Baccabriciola era una delle poche giovani che frequentavano regolarmente e con convinzione la propria parrocchia: il suo confessore era anche il suo consigliere spirituale e quando aveva un qualsiasi problema, morale o matrimoniale, era proprio al “suo” Don Luke che si rivolgeva.
La fatidica sera era andata a letto piuttosto presto per rileggersi per l’ennesima volta “Lettere di fede a una buona moglie umile e sottomessa” di un ex papa emerito. Il libro era tutto sottolineato ma a Baccabriciola erano comunque sorti dei nuovi dubbi e, per questo, aveva subito telefonato al proprio mentore, Don Luke.
«…ma allora, in definitiva, come posso far godere forte e tanto mio marito?» – chiese la pudica Baccabriciola.
<<… uhmmm…. sììì…>> – le rispose don Luke col fiato corto.
«Cioè… voglio dire… lo sa… per ottenere l’emissione di quel liquido impuro…» – spiegò la pudica ragazza che, non adusa a questi termini lussuriosi, arrossì non solo dalla punta del naso fino alle orecchie: anche le mammelle gonfie dagli scuri capezzoli turgidi, la candida pancina e perfino le dolci natiche divennero tutte rutilanti per l’imbarazzo.
<<… te l’ho detto Baccabriciola… scusami un attimo…>>
«Ma… ma io…»
<<…“zitta e godi piccola”… “prendilo fino in fondo”…>> – Baccabriciola udì la voce di Don Luke lontana e fievole perché non parlava nel microfono del telefonino.
«Ma è sicuro che non la sto disturbando?» – chiese lei
<<… aaah!… ma che dici Baccabriciola… oooh!… lo sai che non mi disturbi mai! … è che devo… prendermi cura anche… aahh! …delle altre mie pecorelle… e questa qui è una pecorina cattiva e ribelle, eh!?>> – e Baccabriciola udì un sonoro {smack} seguito da un acuto gemito femminile.
Don Luke proseguì <<…ma non ti preoccupare… uuuoooaahh!… sto quasi per venire…>>
«Qui da me?» – chiese la casta Baccabriciola.
<<Uhm?… No, stanotte ho altre pecorelle… aaah… da visitare…>>
«Ma Don Luke, non può lavorare così tanto tutte le notti!» – esclamò Baccabriciola sollecita.
<<Lo so, lo so… uuuuh!… ma prima il dovere e poi… il piacere… piuttosto dimmi, che indossi?>>
«Beh, il solito… il velo, la tunica corta…»
<<Quella col soggolo?>> – l’interruppe Don Luke.
«No, fa troppo caldo… solo il velo delle carmelitane…»
<<E poi… dimmi… aaahh! continua a parlare…>> – chiese premuroso don Luke.
«Poi dicevo, la tunica corta, quella che non arriva nemmeno a mezza coscia… giarrettiere e calze nere… i tacchi però li ho levati perché sono già a letto… Ma davvero le suore indossano queste cose?»
<<Sì… d’estate… solo quando vanno a dormire però… oooaah! E poi… le mutandine?>>
«No, le mutandine non le ho: per penitenza mi aveva detto di usare i ceri santi per purificarmi…»
<<Ah! Giusto!… quali hai: quello medio e quello grosso?>>
«Veramente sono tutti e due molto grossi secondo me!» – ridacchiò Baccabriciola con involontaria malizia femminile.
<<Eh… come li senti?>>
«Strana… mi riempiono tutta… prima temevo mi strappassero ma però ora mi sono abituata…»
<<Perché ti stai purificando: ma ora toglieteli… come va?>>
«Bene… quello davanti poi è scivolato via facilmente: sembra bagnato, forse è di cera che si scioglie più facilmente? Quello dietro invece l’ho dovuto tirare un pochino… ora mi sento tutto aperta… è normale?»
<<Sììì… brava… muoviti tu adesso!>> – disse don Luke.
«Come? Cosa devo muovere? Devo rimettere il cero grosso davanti allora?!» – chiese speranzosa Baccabriciola.
<<No, non dicevo a te… sei senza scarpe, vero?>>
«Sì, gliel’ho detto…»
<<Allora voglio che tu ti succhi il pollice del piede…>>
«Come? Ma perché?»
<<Fallo e basta! Sei la mia put…>> – riuscì a trattenersi a stento lo stanco sacerdote.
«Come?»
<<Veloce, non per… oooh…dere tempo!>>
Baccabriciola, da brava ragazza devota qual era, cercò di obbedire al santo comando: si dovette contorcere un po’ ma alla fine riuscì, aiutandosi con le braccia, a infilarsi il pollice in bocca «slurp… eco, ci.. sunu… riscita…»
<<E in basso… aahh!… uhmmm…. Come sei?>>
«Tuta apeta… vunneabile… slurp… dala fessurina mi gola quaccosa… fosce scera? … va fra le natighe…»
<<Ahaaaaahhh! Oooohhh! Uhahuuuhhh! (click)>> – gridò Don Luke contemporaneamente chiudendo la chiamata.
«Don Luke? Don Luke? Sta bene? Perché ha riattaccato? … Non ha ancora risposto alla mia domanda!» – esclamò la ragazza stupita dallo strano comportamento del suo padre spirituale e, anzi, pure un po’ seccata con lui: sapeva infatti per esperienza che richiamarlo subito sarebbe stato inutile.