Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!
15. Atto di dolore
Chiaramente nulla avrebbe impedito a Baccabriciola di sputare le sante pudende del suo confessore ma la sana educazione cristiana le aveva insegnato diversamente.
[[È la prima cosa che mi ha detto don Luke: le brave ragazze non sputano mai ma inghiottiscono sempre… ]] - apparve in sovrimpressione al video sotto l’immagine di Baccabriciola, adesso impossibilitata a parlare, - [[certo che don Luke si riferiva ad altro… ma mi sembrerebbe una mancanza di rispetto sputare proprio i suoi religiosissimi attributi… che poi sono ancora caldi e si sente bene l’incenso… quanti bei ricordi!]]
Ma Strabuccinator non si fermò: afferrò la ragazza per il velo monacala e la gettò violentemente sulla sponda del letto per poi sollevarle la tunica strappandogliela fino alla schiena.
Baccabriciola Buzzurro era adesso paralizzata dalla paura e se ne stava con gli occhi sgranati, la bocca ricolma delle sanguinolente vergogne di don Luke: immobile e tremebonda così come l’aveva posizionata Strabuccinator. Di nuovo in ginocchio sul tappetino, con il busto riverso sul letto e la delicata marmotta nera completamente esposta fra le natiche tremanti.
[[Questo malvagio demone, che io credevo un innocuo pellegrino, altrimenti mai e poi mai l’avrei fatto entrare in casa, sta per possedermi col suo bordone nodoso e adesso Don Luke non potrà più esorcizzarlo via!… devo pensare ad altro adesso altrimenti impazzirò…. hum… però non hanno un sapore sgradevole una volta succhiato via il sangue… mi sembra quasi di sentire il gusto dell’afrodisiaca salsa santa, come la chiamava lui… hummm… chissà che sapore ha… no, non devo neppure pensarci...]] - spiegarono le sovrimpressioni.
La malevola creatura verdastra non era ancora pronta per far sua la bella sposina dal cuore infranto: il dolore e la perdita di sangue non avevano infatti scalfito le sue vili intenzioni ma avevano però ammosciato lo strumento di cui avrebbe dovuto servirsi per soddisfarle. Così Strabuccinator, per dar sfogo alla propria rabbia, decise di punire l’innocente Baccabriciola: prese la stola di don Luke, l’arrotolò fino a formare una rozza frusta e con questa iniziò a colpire metodicamente le cosce e le natiche di Baccabriciola.
A ogni colpo la ragazza strabuzzava gli occhi per il dolore emettendo però solo dei gemiti soffocati dato che la sua bocca era ancora completamente ostruita.
«Hummph!…. Auummmph!» - erano i soli suoni che riusciva a emettere agitando il suo tondo fondoschiena senza però osare sottrarsi ai colpi.
Poi però una frustata particolarmente meschina la centrò proprio nel suo centro del piacere sensibile e delicato tanto da provocarle un sussulto violento: così una “noce”, fuoriuscita dalla villosa sacca lacerata, le scivolò sul fondo della gola e lei, istintivamente, la ingoiò intera.
[[Però… non male: il retrogusto di incenso poi ci sta bene...]] - pensò/disse Baccabriciola.
Strabuccinator che non si era accorto di nulla continuò a colpire il fondoschiena di Baccabriciola, ormai completamente arrossato, mentre lentamente la pressione del sangue tornò a crescere facendo riacquistare vigore anche alla sua proboscide verde vomito.
[[No, non posso… Aai!... però don Luke… se non fosse stato un così sant’uomo… Auch! Questo era forte!... mi aveva parlato del “deep throat”… aaah!… sarebbe una testimonianza di fede… ohi!… un omaggio alla sua… auch! Accipicchiolina!… alla sua bontaaaahi!...] - pensò/disse Baccabriciola che nel frattempo aveva ingoiato anche l’altro “gioiello” e trangugiato la deliziosamente salata sacca che li aveva contenuti entrambi. Quando Strabuccinator la colpì sulla soffice pelliccia da cincillà con un feroce colpo particolarmente potente, sferrato dal basso verso l’alto, l’impulso doloroso le sospese la ragione e l’istinto fece il resto: senza neppure accorgersene il lumacone di don Luke le scivolò in gola, per un attimo fu presa dal panico.
[[Non devo vomitare! Devo seguire l’addestramento ricevuto a catechismo: rilassare la gola e respirare col naso...]] - e piano piano, a forza di inghiottire, riuscì a far scendere nello stomaco anche l’attributo più caro e lungo del suo padre spirituale.
[[Ce l’ho fatta! Gloria in excelsis Deo!]] - pensò/disse Baccabriciola che ancora non osava parlare. Immediatamente, come le avevano insegnato a catechismo, si girò verso Strabuccinator e aprì la bocca mostrandogli la lingua per fargli verificare che era stata brava e aveva inghiottito tutto.
«NA! Baiv efulver schion!» - commentò stupito Strabuccinator T-799+.
«Non lo sapevo, ma le santi noci del mio don Luke, dovevano essere afrodisiache! Ora non temo più il tuo grande ariete demoniaco: usalo pure per sfondare i miei portoni perché sono sicura che, dal cielo e da dentro di me, don Luke ti esorcizzerà. Mi raccomando quindi, fai del tuo peggio, dotato assassino!»
«NA! Baiv efulver schion?» - le chiese lui per essere sicuro di aver capito bene.
«Certo! Come dice la maledizione del profeta Abbamisogenuc “Donna: peccato sei e al peccato tornerai!”. Io semplice femmina peccatrice come posso oppormi con la mia debole e labile volontà, fatta per corrompere più che per resistere, alla mia natura sensuale e lussuriosa? Non per nulla tu fai come il vile Serpe che tentò la prima donna per far cadere dalla grazia il suo buon marito Adamo: ti approfitti di me, debole donna nella mente e nel corpo, perché nulla potresti contro il possente padrone mio, il principe Buzzurro!» - e per rimarcare il suo disprezzo gli sputò addosso un pezzettino di don Luke che le era rimasto fra i denti.
Quello fu il segnale che fece sbavare di anticipazione dalla sua piccola bocca verticale il grosso verme mascolino ormai di nuovo enfiato di abominevole lussuria e pronto a colpire: Strabuccinator lo afferrò sotto la testa verde-purpurea e lo usò per sondare la foresta alla ricerca della grotta segreta di lei, che non si tirò indietro ma anzi gli si premette contro a mo’ di sfida: ma appena trovò l’agognata apertura disse «Posiscion l’oched nambertù».
Contemporaneamente con movimenti precisi e meccanici l’afferrò per i fianchi e la gettò di traverso, a pancia in giù, sul letto piazzandosi poi lesto, in ginocchio, fra le sue gambe.
«NA! Baiv efulver schion...» - disse seccato, quasi fra sé e sé, Strabuccinator. Sospirando, quasi annoiato, allargò quindi con le mani le sode e candide natiche di Baccabriciola, scostandone i peli sudaticci alla ricerca dell’ingresso secondario.
La ragazza se ne stava distesa e fiduciosa di essere a breve posseduta dal demone ma, nella sua ingenua verecondia di fedele devota, non sospettava che sarebbe entrato in lei dalla finestra e non dalla porta principale. Anche quando l’immonda testa iniziò a premere per farsi strada nel budello vergine Baccabriciola si limitò a chiedergli «Ma perché non… aaaahhhiiiiihhhhaaaaahhhhh!!!»
Il lungo bacone rigido di Strabuccinator era infatti era già penetrato in una sola spinta fino a metà della via: l’esercizio di purificazione con il cero che don Luke le aveva prescritto come penitenza si stava rivelando una fortuna essenziale.
«Ma così è contro natura!» - esclamò allarmata Baccabriciola anche se, fortunatamente, i muscoli del retto, già adusi a contenere cilindri di discreto diametro, si rilassarono e allargarono senza troppi sforzi per contenere il maglio della creaturina verde vomito. Strabuccinator ora, appoggiandosi alle braccia di Baccabriciola si spinse sempre più dentro di lei facendo forza sulle sue gambine secche.
«Ahi! Mostro, smetti! Ahia!» - protestava Baccabriciola sorpresa dall’inaspettata penetrazione. La ragazza iniziò a scalciare e a dimenarsi ma, data la posizione, i suoi sforzi furono vani.
La giovane sposina si rese ben presto conto dell’inutilità dei suoi movimenti per liberarsi dal missile che lentamente l’invadeva sempre più in profondità. Quindi si costrinse a serrare i pugni e a mordersi le labbra aspettandosi il peggio. Invece, quando Strabuccinator arrivò a piantarsi in lei fino in fondo, una piacevole frescura eruttò dalla testata del razzo e subito si diffuse dentro di lei placando ogni dolore e, anzi, amplificando la sua eccitazione.
Quando Strabuccinator si accorse che la ragazza sotto di lui si era rilassata iniziò a muoversi avanti e indietro, prima di poco e lentamente, poi con movimenti sempre più ampi e veloci.
«Più rapido!... Ah!...o si!… così!… dai! Veloce… fino in fondo… aah!» - l’incitava frattanto la pia e casta ragazza.
«Ohii!! Mi hai bucata!? Come hai fatto?» - chiese improvvisamente curiosa Baccabriciola.
Ma Strabuccinator ormai non l’ascoltava più. Dopo un paio di profondi affondi che tolsero il fiato a Baccabriciola ne uscì del tutto per poi lasciarsi ricadere dentro con tutto il peso, quasi trascinandovi dentro anche i serbatoi stracolmi di succo del piacere che approfittarono del momento per svuotare il loro caldo e denso contenuto nelle viscere della ragazza.
«Aahegaaoooo!!» -gridò Baccabriciola, sopraffatta dall’insolita sensazione, mentre mordeva la coperta sotto di lei. Gli occhi grigi le si incrociarono fra loro e lo sguardo le si sfocò mentre un piacere che non sembrava esaurirsi la squassò facendole contrarre violentemente tutti i muscoli cosicché Strabuccinator sentì il proprio possente membro che veniva spremuto fino all’ultima goccia. In ultimo Baccabriciola perse per qualche attimo i sensi completamente sopraffatta dall’improvviso e inaspettato piacere.
Quando la giovane sposina riaprì gli occhi Strabuccinator era già uscito da lei e, dopo essersi pulito alla meno peggio il nerboruto membro sporco di vili lordure sul velo della donna, stava dirigendosi verso la porta della camera.
«Come, te ne vai già? Non sarebbe meglio, per sicurezza, che tu mi possedessi un altro po’? Io poi potrei redimerti ancora di più...» - chiese speranzosa Baccabriciola.
Ma Strabuccinator o non la sentì oppure non si degnò di risponderle se non quando, ormai era già nel corridoio, la salutò con un debole «atos eiv...»
Sentendosi abbandonata i severi occhi grigio cenere di Baccabriciola si riempirono di lacrime: non sapeva infatti che presto il suo grembo, opportunamente fecondato, avrebbe dato al principe Buzzurro lo stronzetto di erede che da tempo aspettava.