29. Omoni e ormoni

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

29. Omoni e ormoni

«Ma, agente Zozzapanna, sa parlare vero?» – le chiese il colonnello Tualet.

Zozzapanna, anche se seminuda stava dignitosamente in piedi sul palco, senza alcun imbarazzo, ferma e attenta; accanto a lei la dottoressa Ruth Lily Raden era ancora per terra e si stava riassestando la camicetta, allacciando i pochi bottoni rimasti al loro posto.

«Certamente direttore John Gordon Pot Sr. Snurf Kack Tualet: come posso soddisfarla?» – rispose con voce melodiosa Zozzapanna.

«In che senso? No, lasci perdere non mi risponda: sono sicuro che lei sarà una grande aggiunta e che darà grandi soddisfazioni all’intera squadra. Sarà un piacere per tutti averla qui con noi. Vedrà che farà una bella carriera qui con noi!» – la incoraggiò profetico il colonnello Kack.

«Sarò felice di soddisfare le aspettative di tutti i membri della squadra: sarà un grande piacere anche per me…»

Ma sbaglio o sta guardando proprio il mio capitano Carl Scott Jr.? – si chiese la dottoressa Saltenberger che, nel frattempo, si era rialzata e se ne stava qualche passo dietro alla nuova agente speciale scrutandola accigliata – sarà meglio che intervenga altrimenti mi ruberà tutta la scena!

«Come vedete l’agente Zozzapanna è stata ben addestrata, da me, a ubbidire. C’è voluto tempo e dedizione: ieri sera ho fatto perfino un’ora e mezza di straordinari e stamani mattina alle 10:00 ero di nuovo qui a lavoro…» – spiegò con orgoglio la dottoressa Ruth Saltenberger Raden.

«D’accordo, d’accordo: abbiamo capito che lei è una stacanovista. Ma cosa avrebbe fatto di preciso a Zozzapanna?»

«Beh, per esempio ho dovuto trapiantarle il pelo sul pube e sulle ascelle: la stro… cioè la recluta si era infatti depilata col laser. Oppure aveva delle orribili e antiestetiche strisce di pelle non abbronzata sul seno e, ovviamente, sul sedere. Ho dovute nasconderle con un colorante invisibile..» – spiegò la von Krausslofter.

«Ma non sarebbe stato più sexy non nasconderle?» – volle sapere il direttore Tualet.

«Beh, l’IA era incerta al riguardo e così ho deciso di coprirle…»

«Una sua decisione quindi, eh?» – bofonchiò il colonnello Pot Sr. Kack «Lei Zozzapanna cosa ne pensa invece?»

«Anch’io, come lei colonnello, credo si sia trattato di un errore perché mostrando le parti intime non abbronzate sarei stata più provocante: avrei evidenziato la mia natura di ragazza pudica, che va in spiaggia col costume della nonna ma, contemporaneamente, avrei mostrato il contrasto con il mio lato oscuro: la pelle chiara avrebbe rappresentato la “panna”, il resto quella “zozza”, come del resto dice il mio stesso nome…» – rispose con convinzione Zozzapanna.

Non ci credo: mi ha pugnalato apertamente alle spalle! È proprio una vipera questa qui! – pensò strabiliata da tanta perfidia la dottoressa Ruth von Krausslofter – proprio io che per quasi due giorni mi sono presa amorevolmente cura di lei stando sempre attenta a non lasciarle antiestetiche cicatrici sulla pelle, limitandomi in pratica al solo pungolo elettrico, perché sarebbero potute non piacere a Strabuccinator… e lei mi ricompensa così!?

«Ha sentito dottoressa? Voglio che prima della missione rimedi a questo suo errore!» – ordinò burbero il colonnello Orson Pot Sr. Kack Tualet «Una curiosità Zozzapanna: “Zozzapanna” è il tuo vero nome o è solo il tuo soprannome operativo?»

«No, questo soprannome sciocco, a cui però mi sono affezionata, è un’idea della dottoressa: il mio vero nome è Asprapanna Figador Celòsolio, pulzella di Mexicali.» – rispose pronta Zozzapanna.

«Ah! È di origine messicana

«È così. La sua intelligenza e capacità di deduzione sono incredibili colonnello! Saranno per me grande fonte di ispirazione e motivazione!» – disse Zozzapanna lasciando per la prima volta trasparire delle emozioni nella voce e nel bel volto.

Finge la ruffiana! Non è una donna, ma una vipera dai denti a sciabola! – pensò arrabbiandosi la dottoressa Lily Raden von Krausslofter che di animali se ne intendeva dato che era anche laureata in scienze naturali.

«Beh, sa… gli anni di esperienza…ma ho notato l’accento… un’intuizione così… ormai non sono più giovane ma nella mia carriera ho imparato tanto…»

«Ma lei non è vecchio: è solo un po’ più maturo e saggio! E sono sicura che lei può battere in ogni attività, proprio in tutte, anche i suoi colleghi più giovani e imberbi…» – volle puntualizzare Zozzapanna.

Di nuovo! È una vera ipocrita: davvero non avrò ragioni per sentirmi in colpa ad eliminarla con la microsiringa avvelenata! – pensò la dottoressa Lily Saltenberger che, senza accorgersene, se ne stava con le braccia incrociate mentre, imbronciata, guardava male Zozzapanna.

«Dottoressa Saltenberger, la nostra nuova promettente recluta è quindi pronta ad affrontare il lurido Strabuccinator?» – chiese il colonnello Gordon Kack.

«Quasi. Come sapete tale orribile creatura non ha mai mancato di fecondare con la sua schifosa progenie tutte le ragazze su cui ha scatenato le sue lascive voglie. Questo implica due possibilità: o Strabuccinator è in grado di emettere una sostanza con cui stimola l’ovulazione nella propria vittima oppure è attratto solo da donne che stanno già ovulando.»

«Capisco…» – replicò meditabondo il colonnello John Gordon Snurf «Può fare qualcosa al riguardo?»

«Come stavo spiegando le donne normalmente ovulano quando vedono un omone, meglio se ricco, oppure quando si attiva uno specifico ormone. Siccome non possiamo permetterci di affidarci al caso ho preparato un farmaco a base di ormoni che, in poche ore, farà ovulare Zozzapanna rendendola quindi feconda e, si spera, capace così di attrarre in ogni caso Strabuccinator.»

E forse posso sfruttare l’occasione per vendicarmi un poco di Zozzapanna – pensò astutamente la dottoressa Lily Raden «Caso vuole che nella mia borsa da trucco io porti sempre, pronta all’uso, una siringa piena di tale farmaco. Sa, cose di noi donne…»

«Credo sarebbe istruttivo per l’intera squadra osservare la procedura corretta con cui si deve eseguire questa delicata operazione» – aggiunse la dottoressa Saltenberger Raden che già frugava nella propria borsetta.

«Beh, mi pare ragionevole…» – confermò il direttore Snurf Kack Tualet.

E ora vediamo di farti squittire un po’ – pensò malignamente la dottoressa avvicinandosi a Zozzapanna con l’ago in mano.

«È importante iniettare il farmaco poco per volta e in più punti sensibili in maniera da moltiplicarne l’efficacia.» – iniziò a spiegare la von Krausslofter osservando Zozzapanna che se ne stava ferma e impassibile – Ovviamente non è così: l’iniezione può essere tranquillamente fatta sulla spalla. Ma io voglio bucherellare Zozzapanna per farla urlare di dolore e dimostrare a tutti che non è super perfetta… che anche lei ha le sue debolezze…

Partiamo da qui… – e affondò l’ago nella mammella destra di Zozzapanna – niente! Non ha fatto neppure una smorfia: proviamo a muoverlo un po’…macché!

«Il seno è un buon punto di partenza: è collegato all’attività sessuale e, quindi, al coito e alla fecondazione…» – improvvisò la dottoressa Ruth Saltenberger von Krausslofter.

«Eviti tutti questi dettagli tecnici e i suoi paroloni scientifici come “coitio” dottoressa!» – brontolò il direttore Pot Sr. Snurf.Tualet.

«Come desidera colonnello.» – rispose educatamente la dottoressa Ruth Lily Raden «Ovviamente si deve iniettare un po’ di farmaco in entrambi i seni… “seno” è il termine scientifico per “soffice e candida arancia della passione” o, nel caso di Zozzapanna, data la forma peculiare lunga e affusolata, “pera della passione”…»

Proviamo a passare dal capezzolo… – pensò la dottoressa passando immediatamente all’azione – macché! Ha fatto appena una smorfia ma tutti gli uomini le stanno fissando il seno e nessuno se ne sarà accorto… Accidenti!

«E per finire… quaggiù sulla vulva, cioè voglio dire “la timida soglia del paradiso”…» – disse la dottoressa von Krausslofter mentre, nascondendo la siringa con la mano sinistra, iniziò a punzecchiare più volte le sensibili labbra di Zozzapanna – macché… riesce a controllarsi… mi accorgo che si irrigidisce ogni volte che la buco ma non emette un gemito… potrei spezzarle l’ago nella carne ma visto come sta ferma e immobile tutti penserebbero che sono io incapace… vabbè almeno ho avuto la soddisfazione di averla punita un po’ anche se avrei preferito umiliarla davanti a tutti…

«Dottoressa Lily Saltenberger, ma quanto le ci vuole a completare questa iniezione?» – chiese un po’ annoiato il colonnello Gordon Kack Tualet.

«Sì, lo so: è che qui è complicato trovare una vena… ah! ecco qui, trovata!» – e così dicendo la dottoressa Lily piantò l’ago tutto fino in fondo nel clitoride di Zozzapanna.

«Auch!» – scappò dalle belle labbra della nuova recluta.

«Via Zozzapanna, è solo una punturina!» – commentò il direttore inarcando un sopracciglio.

«Eh! Le reclute di oggi sono così: troppo abituate alla bambagia…» – aggiunse prontamente la dottoressa Ruth Raden tutta soddisfatta.

«Quindi abbiamo finito adesso?» – chiese il colonnello John Gordon Pot Sr. Snurf.

«Non ancora: l’IA ha suggerito vari travestimenti e scenari con cui far adescare a Zozzapanna il malvagio mostriciattolo verdognolo Strabuccinator. Credo però che il suo parere colonnello, quello di un vero uomo cioè, sia più affidabile del mio…» – spiegò la dottoressa Saltenberger Raden.

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28. Zozzapanna punisce e pulisce

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

28. Zozzapanna punisce e pulisce

«Dottoressa poco di buono Lily Ruth Saltenberger Raden von Krausslofter! Cosa ha combinato stavolta!?» – le abbaiò contro il colonnello Pot Tualet.

La donna si guardò intorno con gli occhi socchiusi, irritati dai fluidi mascolini che erano colati al loro interno: il colonnello la squadrava rosso di rabbia mentre parecchi colleghi sghignazzavano fra loro e si davano di gomito; anche l’amato capitano la guardava, apparentemente, deluso e disgustato.

Forse sono davvero una dottoressa poco di buono e non lo merito… – pensò la dottoressa Raden von Krausslofter sopraffatta dal senso di colpa.

Guarda come sghignazzano devono essersi divertiti tutti a mie spese!

Con femminea sensibilità la dottoressa Raden von Krausslofter valutò in pochi attimi i volti maschili che la squadravano, individuando con istintiva precisione quelli soddisfatti e rilassati.

Non ci credo! anche l’agente temporaneo Mario Santos Locoano Smith, che mi guardava sempre le cosce e nella scollatura come se io fossi la sua sorellina preferita, adesso non ha più lo sguardo da pazzo omicida ma pare innocuo e sereno come quando, dopo pranzo, prende i tranquillanti forti per digerire meglio! Ho la sensazione che la sua esplosione sia stata quella che mi ha infradiciato la schiena.

E guarda come sorride maligno il tenente Spiffer Battler Parakulovsky: sicuramente è felice di essersi vendicato umiliandomi. Di sicuro si è legato al dito che il colonnello Gordon Pot Sr. Snurf lo abbia messo in punizione nell’angolo della sala per causa mia. Probabilmente è stato lui il primo a colpirmi in faccia…

Come anche il nostro trans Murray van Gallen? Beh, perché mi stupisco: del resto è un transessuale lesbico, è perfettamente normale e naturale che sia attratto da me… E, dato che è il più raffinato della squadra, non mi stupirei se il suo succo fosse quello al sapore di fragola…

Chiaramente quel pervertito del nostro esperto informatico, l’agente Vermont Chicken, deve essere venuto più volte: ha l’aria più smunta ed esausta del solito…

Persino quell’ingrato del nostro nano assassino, l’agente Jack Harden Talldown, nonostante io gli abbia salvato la vita, non ha esitato ad approfittarsi di me: ora sembra spossato… chissà quante volte l’ha fatto…

L’agente Jason Big Black invece non mi guarda, finge di controllarsi le unghie: la sua pelle scura nasconde bene il rossore del piacere ma proprio il suo atteggiamento indifferente lo condanna. Ma almeno ha la buona creanza di sentirsi imbarazzato.

E ovviamente non poteva mancare quello schifoso dell’Ingegnere: ormai conosco bene il suo sapore… ma guarda come sorride compiaciuto di sé! non gli è bastato fingersi il mio capitano e mettermi nei guai col direttore John Gordon Pot Sr. Snurf Kack: ha sentito il bisogno di dar nuovamente sfogo alla sua lussuria approfittando dell’oscurità! sicuramente, conoscendolo, anche lui sarà venuto molte volte…

In pratica solo il buon padre Rucola, superiore agli stimoli della carne, l’indefesso colonnello Tualet, insensibile come un blocco di granito e il mio capitano Patt Scott Jr., che mi pare sia riuscito a riempire anche al buio diverse pagine di appunti, non si sono approfittati di me! – pensò quasi delusa la dottoressa Ruth Raden Saltenberger che, come ogni donna, era seccata quando un uomo sembrava non apprezzare la sua bellezza – ah! e stranamente anche il nostro psicologo, il dottor Hans Vladimir Nigorosky, sembra ancora teso: deve avere ancora tutta l’eccitazione dentro di sédoppiamente strano perché oltretutto ho capito che lui mi odia credendo che io gli abbia soffiato il lavoro: evidentemente deve essere impotente… del resto a giudicare dai capelli e la barba candida avrà quasi cinquant’anni… altrimenti non avrebbe perso l’occasione per… accidenti! devo concentrarmi: non posso fare di nuovo brutta figura col colonnello… e anche il mio amato capitano mi guarda stupito e perplesso!

La giovane donna infatti grondava letteralmente di denso e potente succo maschile: faccia e capelli erano ricoperti da diversi millimetri del vischioso fluido della passione che le colava lento sul volto scivolandole lungo il collo e sul petto ancora esposto. Le colline del seno e i capezzoli rosei, non solo brillavano del liquido che gocciolava dalla faccia, ma erano anche state annaffiate direttamente da spesse linee più dense che disegnavano peccaminosi arabeschi sulla sua pelle nuda; la camicetta poi era tutta da strizzare.

«Non è come sembra…» – iniziò a difendersi la dottoressa – e ora che dico?

Ah! giusto! – pensò astutamente «Quello che MI sono spalmata addosso non è vero succo di virile. detto anche amore mascolino, ma una sua semplice imitazione dal piacevole gusto di vaniglia.»

E prima che il colonnello potesse osservarla meglio salì anch’ella sul palco – «L’idea è mostrare come Zozzapanna sia stata perfettamente addestrata a non mostrare alcuna repulsione, come sfortunatamente accade a molte sciocche donnette, verso l’essenza finale del piacere maschile: cosa che, giustamente, irrita molti uomini e probabilmente anche Strabuccinator!»

E ora ti frego brutta cagna stronza! – pensò la dottoressa che poi ordinò «Ripuliscimi tutta Zozzapanna… e usa solo la lingua!»

Zozzapanna ebbe solo una brevissima esitazione ma il bel volto non lasciò trapelare nessuna particolare emozione di sorpresa o rabbia: ubbidiente, prima si inginocchiò ai piedi della dottoressa e, afferratele le mani, gliele ripulì una a una leccandole e poi succhiandole ogni singolo dito.

Però che lingua morbida e calda! – non poté fare a meno di ammettere la dottoressa Ruth Saltenberger.

Zozzapanna afferrò poi i lembi aperti della camicia e, senza preoccuparsi di finire di sbottonarla, gliela abbassò lungo le braccia facendo saltare via gli ultimi bottoncini: in questa maniera il busto nudo della dottoressa Lily era completamente scoperto mentre la camicetta le rimaneva arrotolata sugli avambracci, ancora semi infilata sotto la gonna.

Poi Zozzapanna prese a leccarla dal basso, giocando intorno all’ombelico, e poi salendo in un’unica lunga leccata fino al collo passando sui seni.

Accidenti! Mi sento un po’ troppo esposta e vulnerabile in questa maniera… pensò la dottoressa Lily von Krausslofter che quasi non poteva muovere le braccia bloccate lungo i fianchi dalla sua stessa camicetta – però devo ammettere che la sensazione è piacevole…

Gli uomini erano intanto in visibilio e applaudivano felici per il nuovo spettacolo: il fatto che la maggioranza di questi sapesse che il vischioso nettare maschile fosse reale non gli toglieva niente ma, anzi, lo rendeva ancora più eccitante. Zozzapanna si era intanto alzata in piedi, di fronte alla dottoressa, ed essendo più alta e con i tacchi a spillo, torreggiava su di lei di quasi l’intera testa.

E adesso cosa ha intenzione di fare? Deve ancora ripulirmi tutta la faccia… – si chiese la dottoressa Ruth Raden von Krausslofter mentre anche il pubblico eccitato tratteneva il fiato.

L’attesa fu breve: Zozzapanna si piegò sulla dottoressa, il suo volto su quello della Saltenberger piegato all’indietro: il braccio destro passato sotto le ascelle mentre il sinistro scivolava sempre più in basso.

Ma che cosa sta facendo?! – si chiese la dottoressa Ruth Lily Saltenberger Raden quando la mano della bella Zozzapanna si insinuò sotto le mutandine e fra le natiche. Poi il dito più lungo fu bruscamente infilato per tutta la sua lunghezza all’interno dell’ingresso posteriore.

Ahia! pensò la dottoressa Ruth Raden senza però lasciarsi sfuggire di bocca alcun suono.

Il gesto fu accompagnato dagli olé degli uomini che, pur non potendo vedere la mano di Zozzapanna, evidentemente ne avevano intuito con maschile intelligenza l’azione, suggerita dall’involontario sussulto del corpo della dottoressa Lily Saltenberger.

Poi Zozzapanna iniziò a leccarle il volto, stavolta con leccatine brevi e precise, raccogliendo tutto il succo maschile in piccole pozze fra gli zigomi e il naso che poi succhiava via delicatamente con le proprie labbra calde.

Sì, devo dire che l’ho preparata proprio bene! – pensò la dottoressa Ruth Saltenberger che adesso iniziava a sentirsi decisamente eccitata – anzi, mi piacerebbe che mi desse anche una “ripulita” giù fra le cosce… oh, sì mi ci vorrebbe proprio… peccato che ora non sia il caso…

Più velocemente di quanto si aspettasse Zozzapanna aveva terminato di ripulire il volto apparentemente innocente della dottoressa Ruth von Krausslofter.

«Palla di neve! Palla di neve!» – presero a gridare i membri della squadra mentre Zozzapanna, vigile e attenta, teneva ancora bloccata la dottoressa fra le proprie braccia e guardava il colonnello Gordon Pot Kack in attesa di istruzioni.

«Ha ancora tutto in bocca?» – chiese il colonnello Kack.

Zozzapanna annuì e il direttore, che pensava sempre al bene della squadra, decise di non deluderne le aspettative «Va bene, allora se voi ragazze volete divertirvi così, per questa volta, fate pure…»

Come? Cosa? Che “palla di neve”? – si domandò l’ingenua e casta dottoressa Lily Ruth Saltenberger.

Zozzapanna intuì la sua esitazione e risolse il problema stringendole forte con la mano sinistra le gote e costringendo così la dottoressa ad aprire la bocca sotto la sua: con le labbra strette come a pronunciare una “U” iniziò a riversarle in gola un getto stretto ma continuo di saliva e dei liquidi maschili che aveva accumulato leccandola.

Uaaah! Che schifo! – pensò la Raden von Krausslofter che però, finalmente, aveva capito cosa ci si aspettasse da lei dato che i colleghi adesso la incitavano gridando in coro «Bevi tutto! Bevi tutto!»

E ora che faccio? – si chiese la dottoressa che riuscì a cogliere fra i tanti anche lo sguardo severo del colonnello ma anche quello attento del capitano – non posso fare la figura di chi non sa stare al gioco… io sono del resto il superiore di Zozzapanna… e non voglio passare come un’incapace agli occhi del colonnello e del mio amato capitano Mac Burgerein!

Così appena Zozzapanna cessò di farle zampillare in bocca il liquido caldo dalla consistenza disgustosa la dottoressa chiuse gli occhi e le labbra e inghiottì tutto cercando di ignorare l’impulso a vomitare.

Ce l’ho fatta! – pensò soddisfatta di sé la dottoressa Lily Ruth mostrando al pubblico tutta la lingua per la sua interezza e dicendo «Aaaahhh!» per dimostrare che aveva buttato giù tutto.

Ma Zozzapanna non aveva finito e approfittò della bocca ben spalancata della dottoressa Ruth Raden per farle finire in gola un secondo getto stavolta ricco della materia più densa e vischiosa che precedentemente le era rimasto in fondo alla bocca.

Accidenti ne aveva ancora! E mi ha sputato tutto insieme per cogliermi di sorpresa e farmi tossire così da ridicolizzarmi davanti a tutti! Che stronza!… – pensò la dottoressa – certo che fa proprio schifo: a parte il sapore disgustoso c’è della roba in sospensione che ha la consistenza del catarro! … meglio però se non ci penso!

Anche stavolta la dottoressa si costrinse a bere tutto e, di nuovo, mostrò la lingua al pubblico che osservava la scena trattenendo il fiato. Tutti applaudirono e fischiarono soddisfatti: senza saperlo la dottoressa era stata molto brava a non versare neppure una goccia.

Zozzapanna aveva terminato il fertile fluido maschile ma non aveva finito con la dottoressa Raden. Approfittando della situazione si chinò di nuovo su di lei, prese la lingua della dottoressa nella propria bocca e la baciò con passione.

Ma che succede? Che fa ora… è brava però… – pensò la Saltenberger arrendendosi alla nuova e intensa stimolazione.

Nel frattempo Zozzapanna si era infatti schiacciata su di lei, seno sul seno, con le gambe intrecciate fra le sue, la teneva adesso stretta con entrambe le braccia facendola piegare indietro con tutto il busto. Anche la dottoressa, nonostante le braccia ancora impedite dalla camicetta, si aggrappò istintivamente, come meglio potette, ai fianchi forti della sua recluta.

Che bello! – fu l’unico pensiero che la dottoressa von Krausslofter riuscì a formulare mentre si godeva beata a occhi chiusi il bacio sapiente di Zozzapanna. Quando però socchiuse gli occhi si accorse che quelli verdi di Zozzapanna la scrutavano freddi a attenti tanto da darle un brivido di timore – ma a cosa sta pensando questa!? Ho creato una psicopatica? …no, secondo me questa stronza lo era già!

E proprio allora Zozzapanna terminò il bacio tirandosi indietro e lasciandola improvvisamente andare: la dottoressa cadde quindi all’indietro sul sedere esponendo alla vista di tutti anche le belle gambe fin su alle mutandine.

È proprio stronza! – pensò la dottoressa, Ruth Saltenberger von Krausslofter, che lesta richiuse le gambe, mentre gli uomini ridevano indicandola, applaudivano e si congratulavano con Zozzapanna. Anche il colonnello, sempre sobrio e moderato nelle sue reazioni che non fossero di rabbia, sorrideva benigno.

«Le donne… eh! Tutte uguali…» – fu l’unico commento che si lasciò sfuggire il direttore Gordon mentre sorrideva paternalmente e scuoteva il proprio capoccione.

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27. Attestati di stima

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

27. Attestati di stima

Il nano assassino, approfittando del buio, si era messo in “libertà” e limitandosi a osservare aveva addirittura avuto un orgasmo spontaneo: per poter ammirare dal più vicino possibile Zozzapanna era scivolato lentamente di fronte alla pedana rialzata, proprio dietro la sedia del colonnello, che era quella più centrale e che garantiva la visione migliore. Fortunatamente, all’ultimo era riuscito a controllarsi dirigendo altrove gli spruzzi di piacere: il copioso getto non aveva colpito il direttore Tualet ma solo la nuca e le spalle della dottoressa Lily Raden von Krausslofter la quale sedeva fra il proprio superiore e il capitano.

Aach! Il capitano inizia a sciogliersi! – pensò infatti la Saltenberger contenta mentre assaporava un grumo gelatinoso di virile succo nanesco che si era tolta dal retro dell’orecchioparecchio aspro però, quasi rancido: ma che ha mangiato ieri sera? dei topi morti?… Un momento: come ogni femmina penso che tutto il seme che mi tocca sia provocato da me… ma non sarà che il MIO capitano è attratto da quella puttana di Zozzapanna? Davvero non la sopporto…

Frattanto giovane recluta stava proseguendo la sua presentazione: adesso aveva allargato le lunghe gambe e si stava piegando in avanti proponendo così a chi le era di fronte un sorriso dai denti bianchissimi, che raddoppiava la luminosità del suo sguardo ammaliante, ma non nascondeva le mammelle che penzolando maliziosamente dal petto si allungavano verso il basso; ai colleghi seduti sul lato opposto mostrava invece le altre labbra rosee, non più nascoste dalle natiche sode e muscolose.

Volevo che facesse una buona impressione ma così si esagera! pensò irritata la dottoressa Ruth Saltenberger von Krausslofter – altro che ricondizionamento: le ho solo dato la scusa per fare quello che avrebbe sempre voluto fare: la troia…

Ehi!… ma che succede? Di nuovo? Il capitano ha ricolpito? – si domandò piacevolmente stupita la dottoressa Raden che, per evitare sorprese controllò subito il capitano alla sua destra – guarda com’è deliziosamente timido! Si è tirato un po’ indietro con la sedia e finge di prendere appunti mentre invece usa il quadernone per nascondere il suo cannone! … chissà com’è grosso: spara cartucce di notevole calibro! Di certo mi ha colpito con dei fiotti molto abbondanti: li sento che dal collo mi stanno colando lungo la schiena…

Ma in realtà dietro alla dottoressa si era formata una piccola fila di agenti che non volevano disperdere il loro entusiasmo per Zozzapanna sul pavimento o, peggio, in un fazzoletto: così approfittavano della profonda oscurità alle spalle della dottoressa. Del resto la Saltenberger, sebbene spesso oggetto di battutine maliziose di dubbio gusto, era comunque anche molto apprezzata per le sue doti, specialmente quelle fisiche, tondeggianti, candide e fresche così come per quelle più pelose, calde e umide.

Se però fosse quella vacchetta stronza di Zozzapanna ad accenderlo di tanta passione? Ma che penso! Più volte mi ha dimostrato, sebbene a modo suo, il suo inequivocabile amore per me!… Certo che se fosse quella cagnetta… gliela farei pagare cara!… è proprio troia… – pensò la dottoressa mentre adesso Zozzapanna aveva iniziato una nuova fase della propria presentazione.

La ragazza ballava una sensuale coreografia appositamente studiata: il bacino roteava continuamente al ritmo della musica e metteva in evidenza i muscoli dei glutei, che si contraevano ritmicamente, e le gambe ben tornite. La testa invece si muoveva a tempo facendo oscillare i capelli da una parte all’altra, e anche i coni appuntiti dei seni occhieggiavano sbarazzini in risposta agli ampi movimenti delle braccia nell’aria.

Inizia a fare caldo però… – pensò la dottoressa Ruth Lily Saltenberg Raden – …del resto il capitano Mac Burgerein mi ha finalmente dimostrato concretamente il suo amore per me: lo sento bene tutto appiccicoso sul collo e la schiena…

Senza pensarci troppo la dottoressa Ruth Raden si sbottonò alcuni dei bottoncini superiori della camicetta e iniziò a massaggiarsi il seno nudo – come vorrei che fossero le mani callose e dalle unghie sudicie del capitano Carl Scott Jr. a strizzare le mie piccole e delicate colline… magari potrebbe contemporaneamente succh… e che cazzo?!

Un nuovo getto di caldo succo di noci maschili aveva colpito la dottoressa che si domandò – Ma come è possibile?

Infatti stavolta il colpo era arrivato sì dal retro ma l’aveva colpita alla tempia sinistra mentre l’amato capitano Carl Mac Burgerein era alla sua destra.

In un attimo questi pensieri si sovrapposero tutti insieme nella sua mente e quindi, senza pensarci, si girò di scatto sulla sedia e, per la fretta, strappò via un paio di bottoni della camicetta che era rimasta incastrata.

«Cosa?» – le scappò detto senza pensarci ma, subito dopo, si zittìnon devo far rumore: la presentazione di Zozzapanna è troppo importante per me, non posso rischiare di farla fallire!

Rimanendo ferma, voltata indietro, si trovò investita da altri tre getti spessi e pesanti di acre liquore che stavolta la colpirono in pieno volto finendole anche negli occhi e nella bocca socchiusa.

Ahech! Che schifo! Questo, lo riconosco dal sapore, è di quel porco dell’Ingegnere! – pensò la dottoressa Ruth Raden von Krausslofter.

La donna, momentaneamente accecata e impegnata nello sputare il disgustoso seme dell’Ingegnere, non poté vedere che altri affezionatissimi colleghi stavano raggiungendo l’acme del piacere tutti insieme rendendosi conto che lei era adesso girata nelle loro direzione e intravedendone, pur nella poca luce, le forme chiare della pelle nuda.

Ma cosa succede?! – si chiese allarmata la giovane dottoressa mentre altri vigorosi cannoni iniziavano a bersagliarla con i loro spruzzi di fragranti e viscidi attestati di stima per le sue qualitàaiuto! qui affogo!

Confusa Lily non ebbe la prontezza di tornare a girarsi verso il palco ma si limitò a proteggersi protendendo le mani davanti a sé: esse però andavano a coprire quelle parti del volto e del petto appena “colpite” mentre la bordata successiva arrivava sempre altrove col risultato finale di non parare praticamente nessun colpo.

«Benissimo Zozzapanna! Presentazione magnifica, complimenti! Luce adesso, subito!» – gridò in quel momento il colonnello a fianco della dottoressa.

Ma, come finito? Adesso avrebbe dovuto eseguire la scenografia a quattro zampe! – pensò la dottoressa Ruth Raden, mezza accecata da un ultimo spruzzo che l’aveva colpita in un occhio.

Quella schifosa deve essersi accorta di qualcosa e ha pensato bene di fermarsi in anticipo per mettermi in difficoltà! – pensò in preda al panico.

La dottoressa non fece neppure in tempo a formulare i suoi usuali pensieri di vendetta su Zozzapanna perché si accorse di avere tutti gli occhi puntati addosso.

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26. Zozzapanna

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

26. Zozzapanna

30/8/20XX ore 16:57 – Sala Riunioni Jeffrey Dahmer, piano -2, base operativa segreta ItacaXX dello SHITS di Pittsburgh, Pennsylvania.

«Dottoressa Ruth Raden, capitano Mac Burgerein: ascoltate. Ho parlato con l’esperto legale che, ammetto non lo sapevo, ma mi ha detto che è assolutamente vietato rapire civili, arruolarli a forza e costringerli a missioni pericolosissime: è tutto un problema di assicurazione contro gli infortuni.» – spiegò ai due sottoposti il colonnello Gordon Kack.

«Ma la missione allora?!» – chiese preoccupata la dottoressa Lily Saltenberger von Krausslofter mentre il capitano, in silenzio e immobile, con mascolina determinazione si limitava a osservare serio il colonnello.

«Allora pregate che la missione vada bene: se avrà successo l’agenzia chiuderà un occhio altrimenti sarete fortunati se dovrete trovarvi un nuovo lavoro… In ogni caso io vincerò comunque: male che mi vada mi libererò di una dottoressa poco di buono e di un giovane ribelle. E, per essere chiari, la dottoressa poco di buono è lei dottoressa Raden von Krausslofter mentre il giovane…»

«Immagino che sarei io…» – lo interruppe il capitano Carl Patt.

Come odio questo qui: quasi quasi spero che la missione fallisca per liberarmene! – pensò il direttore Gordon Snurf che ringhiò «Non faccia il saccente con me capitano!»

Per calmare la situazione la dottoressa Lily Saltenberger Raden si intromise fra i due e, con noncuranza, si pizzicò i capezzoli con le dita da sopra la camicetta per metterli in massima evidenza «Signori! Siamo tutti dalla stessa parte; non c’è motivo di litigare; la missione avrà successo…»

Ripetette questo mantra un paio di volte mentre i due uomini erano involontariamente distratti dagli occhi ipnotici sul petto della donna. La von Krausslofter infatti, con femminea malizia, ora teneva le mani a coppa sotto i seni e li “puntava” alternamente ora verso il capitano e ora verso il colonnello.

Anche il severo direttore Snurf Kack si calmò e disse «D’accordo, d’accordo: sono le 17:00. Dottoressa inizi la presentazione della sua recluta. Ma ricordatevi: se le cose vanno male siete fottuti!»

«Insieme!?» – chiese speranzosa la dottoressa Lily Raden.

Ma il colonnello si allontanò non sentendo, oppure volutamente ignorando la provocatoria domanda della donna. Il capitano Patt Mac Burgerein invece si limitò a porle una mano sulla spalla stringendogliela con virile sicurezza, come a trasferirle la sua forza mascolina, mentre col volto si limitò a un piccolo cenno di incoraggiamento per comunicarle la propria fiducia nelle sue capacità.

Ci amiamo così tanto! – capì invece la Raden.

***

«Per favore disponetevi qua, sulle sedie disposte a semicerchio intorno al palco: avremo infatti una dimostrazione dal vivo. Ieri vi avevo solo mostrato la nuova recluta» – esordì rivolgendosi all’intera squadra la dottoressa Lily Ruth von Krausslofter «L’avete vista riottosa, non collaborativa, direi egoista. Non pensava minimamente ad aiutare e a liberare il paese dalla terribile minaccia che l’affligge: la creatura chiamata Strabuccinator che, come ha intuito acutamente il colonnello, è probabilmente un’arma biologica straniera, forse russa o cinese, che vuole riempire la nostra grande nazione di politici di merda.»

La dottoressa guardò il direttore Pot Sr. Snurf Tualet, che annuì compiaciuto per essere stato chiamato in causa, e proseguì «Ho preso una ragazzina ingenua e sciocca e l’ho resa un’agente completa e affidabile: pronta a usare il proprio corpo come un’arma con cui colpire ed eliminare questo pericoloso avversario. Apparentemente pura e candida come una crema ma anche provocante e pronta a soddisfare ogni perversione…»

«Signori e signori, vi presento l’agente speciale Zozzapanna!» – concluse teatralmente la dottoressa Ruth Saltenberger.

Le luci si spensero lentamente mentre un occhio di bue illuminava il palco preparato per l’occasione. Dopo un attimo di attesa sapientemente calcolato, accompagnata da una musica d’atmosfera in sottofondo, Zozzapanna entrò praticamente nuda nella sala riunioni, finalmente ben visibile in tutta la sua sfolgorante bellezza.

Una ragazza alta, dal portamento elegante, abbronzata e dal fisico atletico: i tacchi a spillo rendevano le lunghe e toniche gambe ancora più lunghe; una doppia catenella argentea le cingeva i fianchi, come una cintura lasca, che si chiudeva in un largo anello, sul basso ventre a metà strada fra l’ombelico e le segrete labbra della sua intimità; dall’anello altre quattro o cinque catenelle, anch’esse argentee, le calavano poi sul pube ricoperto da una folta peluria scura: più evidenziandolo con i loro movimenti scintillanti che nascondendolo; infine, un collarino di cuoio lucido e nero le adornava il collo snello. I seni erano piccoli ma particolarmente affusolati come morbidi siluri, le areole, molto ampie, ne ricoprivano buona parte mentre i capezzoli veri e propri erano sottili ma piuttosto lunghi. Il sedere era alto, tonico e magro, ben staccato dalle cosce forti e snelle, mentre le natiche erano separate e non nascondevano niente dei segreti sottostanti. I capelli castani, morbidi e lisci le cadevano selvaggi sulle spalle e incorniciavano un volto dai lineamenti regolari, quasi severi: una bocca dalle labbra perfettamente disegnate, un naso volitivo, gli zigomi alti e, soprattutto, degli occhi grandi e luminosi di un verde chiaro che si confondeva nel blu limpido di un mare tropicale.

Tutta la squadra rimase senza parole ammirando la splendida ragazza la quale, giunta nel mezzo del palco, sollevò entrambe le braccia incrociando le mani sopra la testa come una ballerina, mostrando le ascelle non depilate, e protese in avanti il fiero seno.

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25. Volontaria suo malgrado

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

25. Volontaria suo malgrado

E ora speriamo che questa stronza non mi combini un casino! – pensò la dottoressa Ruth Lily Saltenberger che disse «Certamente direttore: ecco a voi l’arma finale che ci libererà da Strabuccinator!»

La dottoressa premette un tasto e un nastro trasportatore si attivò portando nella sala riunioni una gabbia, di base rettangolare, lunga 1 metro e mezzo, larga altrettanto e alta poco più di un metro. Ma gli occhi di tutti i membri della squadra si catalizzarono sulla ragazza chiusa al suo interno.

La giovane donna era infatti costretta in ginocchio, piegata in avanti: una benda nera le precludeva la vista mentre un bavaglio con palla di gomma antisoffocamento le bloccava la bocca impedendole di parlare. I polsi erano ammanettati dietro la schiena e i suoi unici indumenti, se così si possono chiamare, erano un collarino al collo, una catena di anelli metallici stretta sulla vita sottile, proprio sopra gli ampi fianchi, e delle cavigliere di cuoio ai piedi.

Un involontario mormorio di stupore attraversò la sala riunioni: la ragazza se ne accorse immediatamente e iniziò ad agitarsi nella gabbia gridando «Ahiuhoo! Ahhiuhoo!»

Accidente le avevo detto che avrebbe dovuto starsene zitta! – pensò la dottoressa Raden von Krausslofter mentre si affrettava a usare il pungolo elettrico sulla schiena della ragazza che, con un sobbalzo di dolore, subito si zittì rimanendo immobile e ansante.

Il colonnello fu il primo a riprendersi dalla sorpresa «Ma dottoressa Ruth Raden perché la nuova recluta è rinchiusa nuda in una gabbia?»

«È l’addestramento colonnello: essendoci poco tempo a disposizione ho optato per questa tecnica intensiva…» – rispose prontamente la von Krausslofter che si era aspettata la domanda; contemporaneamente premette un altro tasto e la gabbia con la recluta iniziò a girare su se stessa dando la possibilità a tutti i colleghi di valutarla, letteralmente, da ogni punto di vista.

«Non è che avrò problemi dalle risorse umane, vero? Esiste realmente questa tecnica di addestramento?» – chiese il colonnello Snurf Kack Tualet non troppo convinto.

«Certo! È una tecnica che anche la CIA usa sempre.» – rispose la dottoressa Lily von Kraussloftersui terroristi nei campi di detenzione extraterritoriali.

Ma la maggior parte degli uomini non seguiva le spiegazioni della dottoressa e, piuttosto, erano impegnati a spiare la femminilità intima della ragazza che i fianchi ampi e le natiche alte non riuscivano a nascondere come il pudore di lei avrebbe preferito.

Ho capito cosa guardano questi maiali! Meglio che spieghi per evitare fraintendimenti… – pensò la dottoressa Saltenberger von Krausslofter «Come avrete notato la vulva di questa ragazza è relativamente piccola rispetto alla sua statura più alta della media: ma vi assicuro che non è vergine!»

E così dicendo la dottoressa passò una mano attraverso le sbarre della gabbia e infilò senza troppe difficoltà due dita nella fessura della ragazza facendola sussultare ed emettere un mezzo gemito strozzato.

«Certo è molto stretta…» – osservò la dottoressa Lily Saltenberger von Krausslofter facendo muovere le dita all’interno della vagina con noncurante familiarità «evidentemente non l’ha usata molto: ma comunque, come sappiamo, Strabuccinator è un deviato e usa solo quest’altro buchino: ecco, questo in effetti, sembra essere inviolato… ma questo non sarà un problema per la creatura…»

«Capisco, capisco: se è vergine solo di dietro non è un problema…ma quel coso… quel pungolo è a norma?» – insistette il colonnello.

«Certamente! È fatto apposta per lei!» – rispose convinta la dottoressa – dopotutto questa ragazza è proprio una vacchetta…

Però il direttore non mi pare ancora convinto… – pensò preoccupata la dottoressa Lily che quindi gli propose «Ma colonnello perché non prova a usarlo? Così verificherà personalmente…»

«Va bene, mi dia qui l’attrezzo…» – assentì il colonnello Gordon.

«Tenga… ecco questa manopola è per l’intensità… le consiglio di usarlo sulle natiche, voglio dire sul posteriore della ragazza, dato che il grasso sottocutaneo conduce meglio l’elettricità.» – spiegò sollecita la dottoressa Ruth Lily Saltenberger.

«No, non lei: è una sua recluta e non voglio interferire col suo addestramento…»

«Ma allora colonnello su chi…» – iniziò a dire la dottoressa von Krausslofter prima di capire.

«Forza dottoressa non perdiamo tempo: si sollevi la gonna e scopri una “natiaa”, o come chiama lei con i suoi paroloni scientifici i succosi e morbidi meloni dell’amore. Che aspetta? Non c’è bisogno che sia timida: tutti i presenti conoscono bene le sue grazie…»

Accidenti! Questa me la sono proprio cercata… – pensò la bella Lily mentre si abbassava le mutandine e si piegava in avanti sul tavolo sollevandosi la gonna con le mani – ma è meglio non protestare: devo cercare di riconquistarne la stima e, magari, farmi togliere la nota di “dottoressa poco di buono”…

Il colonnello aspettò che tutti gli occhi fossero puntati sui globi candidi, tondi e dalla pelle perfetta della dottoressa Saltenberger e solo allora la toccò col pungolo.

{STOCK!}

«Ahia!» – si limitò a rispondere la dottoressa allo schiocco elettrico mentre si conficcava le unghie nei palmi delle mani chiuse a pugno e spiegò a denti stretti «Vede? È come un pizzicotto, fastidioso sì ma poco più…»

«Aspetti dottoressa Lily Ruth von Krausslofter: vedo adesso che qui sui controlli c’è l’immagine di una mucca, che significa?» – chiese il colonnello John Pot Sr. Kack perplesso.

Merda! – pensò contrariata la bionda dottoressa «Indica che l’impugnatura è di cuoio…»

«Veramente a me pare di plastica…»

«Sì, per la precisione è cuoio plastificato… così è più isolante…» – improvvisò la Saltenberger von Krausslofter.

{STOOCKK!!!!}

«Ahiaaaahhh!!!» – gridò la dottoressa colta di sorpresa: le gambe si erano contratte per la scarica elettrica e lei finì lunga distesa sul grande tavolo sotto gli occhi di tutti i presenti.

«Ah! Ah! Mi scusi dottoressa: ho voluto provare anche l’intensità maggiore! Spero che non sia stato niente di troppo doloroso!» – si scusò allegro il colonnello mentre molti colleghi solerti e preoccupati facevano a gare per aiutare la dottoressa semi svenuta a rimettersi in piedi e, contemporaneamente, ne palpavano e pizzicavano le carni morbide accarezzando bramosi la politezza di ogni centimetro di pelle nuda che riuscivano a raggiungere.

La dottoressa Ruth Saltenberger aveva solo vagamente percepito le parole intuendone più il senso generico che il significato esatto. La sua visione del resto era ora completamente annebbiata e un ronzio nelle orecchie le impediva di comprendere chiaramente ciò che le veniva detto. La sua attenzione era ora tutta concentrata sul non finire per terra e nel conservare il controllo della vescica.

Comunque cercò di darsi un contegno e iniziò a ringraziare i solerti colleghi – «Ehmm… grazie ma non mi pare di avere delle palpitazioni agente… ehm… Jason Big Black, può anche lasciarmi andare il seno sinistro… non so chi mi stia controllando la temperatura ma sono… uhm… sicura di non avere la febbre… può togliere il dito da dentro… ehm… il pozzo oscuro…»

«Ma dottoressa Ruth Raden von Krausslofter è sicura di stare bene? Non sarà mica difettoso il pungolo vero?» – chiese preoccupato il colonnello Snurf temendo grane legali.

«No! No… sto bene… solo non me l’aspettavo… pensavo mi avesse morso un serpente a sonagli… che sciocchina che sono! …ma ammetto che deve essere stato divertente… mi dia un attimo per riprendermi che stamani… ho un po’ la pressione bassa…»

«Capisco, capisco: si sieda pure e riprenda fiato. Ho voluto solo controllare che tutto fosse in regola perché non voglio noie dopo. Appena se la sente ci spieghi in cosa consiste l’addestramento.» – spiegò comprensivo il colonnello Kack.

Il peggio è passato… basta che gli racconti la scusa che ho preparato… – pensò la dottoressa Saltenberger von Krausslofter in realtà ancora un piuttosto confusa.

Ma… di chi è il braccio sulle mie spalle? E chi mi tiene la mano?si chiese all’improvviso Ruth Raden – il mio capitano! È proprio lui! Allora mi ha perdonata e mi ama: com’è dolce! Improvvisamente mi sento già tutta un bollore!

La sensazione provata dalla dottoressa non fu causale: infatti le sue ovaie improvvisamente eccitate dall’agognato contatto fisico si contrassero e sputarono due ovuli che si diressero a tutta velocità verso le tube di Falloppio con la vogliosa speranza di essere presto annaffiate dal succo virile del capitano Mac Burgerein.

Anche all’esterno l’effetto fu praticamente istantaneo e i capezzoli della dottoressa Lily Saltenberger sembrarono volerne bucare la camicetta ma, soprattutto, la confusione mentale provocata dalla scossa venne spazzata via dalla passione amorosa.

«Adesso sto già bene colonnello, ma prima fatemi coprire la gabbia…» – e così dicendo premette un bottone che fece discendere un telo scuro sopra la prigione della ragazza.

«Come mai?» – chiese curioso il colonnello.

«Niente di che: semplicemente così crede che sia notte e si addormenta immediatamente.» – mentì Lily Ruth – voglio evitare che questi porci stiano tutto il tempo a spiarne le nudità invece di concentrarsi sulle mie parole!

«Il problema è che non basta essere una bella ragazza e, almeno secondo l’IA, perfettamente compatibile con i gusti del mostruoso Strabuccinator: bisogna anche che sappia sedurlo, che sappia fingere, che non gli faccia capire di essere una minaccia, che non si tradisca insomma…»

«In che senso che non si tradisca?» – chiese il colonnello Kack Tualet.

«Beh… per esempio non vogliamo che appena la liberiamo in prossimità della creatura scappi via urlando “Aiuto! Aiuto!”…» – ammise la dottoressa Lily – ecco, gliel’ho detto: chi ha orecchi per intendere intenda e chi ha naso per annusare annusi…

«Chi è? Ha un nome?»

«Nì… il nome dovrà guadagnarselo finendo l’addestramento…»

«Ma non è una recluta volontaria?»

«Nì… è una studentessa, quindi come una recluta stava imparando, ammesso che studiasse veramente: sa, al giorno d’oggi non è come ai miei tempi… quando sei mesi fa mi sono laureata io a…»

«Una studentessa?! Ma almeno si è offerta volontaria? sì o no?!» – chiese il colonnello improvvisamente arrabbiato.

«Nì… però studiava scienze politiche, quindi politica, quindi il governo e le sue istituzioni: mi pare sia implicito che fosse disposta anche a collaborare con un ramo deviato, militarizzato e segreto come lo SHITS» – spiegò la dottoressa Ruth von Krausslofter.

«Mi pare ragionevole in effetti: d’accordo allora, continui con l’addestramento ma, se ci saranno problemi, l’unica responsabile sarà lei, ha capito?»

«Certamente!» – rispose pronta la dottoressa von Krausslofter – e sono sicura che non ci saranno problemi dato che la microsiringa conterrà anche una dose di veleno che la ucciderà in un attimo. La colpa verrà data all’esuberanza passionale di Strabuccinator: soprattutto perché queste saranno le conclusioni dell’autopsia che condurrò io personalmente. Avrà un bel funerale di stato: cosa potrebbe desiderare di più una studentessa di scienze politiche? Di certo non mi farò rovinare la carriera da una ragazza isterica che non vuole fare un piccolo sacrificio per il bene della nazione…

«Bene! E di quanto tempo avrà bisogno per prepararla alla missione?»

«Beh, normalmente un ricondizionamento mentale di questo genere richiede dai tre ai sei mesi…»

«Ma la missione è prevista per domani sera!»

«Nessun problema: vedrò di accorciare i tempi e stasera farò qualche ora di straordinario…»

«D’accordo: la riunione è aggiornata domani alle 17:00 e la missione è prevista per le 21:00.»

24. Veleno sicuro ed efficace

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

24. Veleno sicuro ed efficace

30/8/20XX ore 10:30 – Sala Riunioni Jeffrey Dahmer, piano -2, base operativa segreta ItacaXX dello SHITS di Pittsburgh, Pennsylvania.

«Oggi ci attende una lunga giornata di lavoro: per questo iniziamo la riunione così presto. Inoltre, non avendo tempo da perdere, ho deciso di riepilogare io stesso la situazione visto che la dottoressa von Krausslofter tende sempre a dilungarsi in vaginali preamboli…» – esordì il colonnello John Gordon Pot Sr. Snurf Kack Tualet rivolto alla squadra. Tutti annuirono convinti con l’eccezione della dottoressa Raden, che abbassò lo sguardo, e del capitano Carl Patt Scott Jr. che, come al solito, sembrava interessato solo ai propri appunti.

«… e del resto, più tardi, spetterà a proprio a lei introdurre la missione di oggi…» – proseguì il colonnello Tualet «Come sapete, giorni fa, la nostra squadra ha compiuto un grosso passo avanti. Anzi, il merito è stato tutto del nostro Ingegnere non solo virilissimo ma anche intelligentissimo e preparatissimo che, recentemente, ho scoperto essere il figlio di un senatore miliardario amico intimo del Presidente… beh, è inutile che vi dica il nome. Un applauso quindi alla longanimità e alla modestia dell’Ingegnere che ha scelto di lavorare come un comune essere umano inferiore nella nostra squadra: Ingegnere vuole aggiungere una parola per illuminare e motivare i suoi incapaci colleghi?».

Ma l’Ingegnere, anche a causa dell’orario mattutino, era già profondamente addormentato: se ne stava stravaccato sulla sua sedia, con le braccia abbandonate penzoloni e la testa appoggiata allo schienale rivolta verso l’alto con la bocca aperta.

«Vedete: non solo è brillante ma anche modesto! Grazie Ingegnere: il suo silenzio è più eloquente di mille parole!» – lo ringraziò con fervido entusiasmo il colonnello.

«Comunque…» – proseguì Gordon Pot Sr. «…l’Ingegnere ha avuto la brillante idea di chiedere alla nostra IA Alezia se potevamo intercettare la creatura, che si fa chiamare Strabuccinator T-799+, durante i suoi spostamenti, e la risposta è stata Yes, we can”: l’IA ci ha fornito il percorso previsto di Strabuccinator e ci ha consigliato l’acquisto di un set di valigie economico molto valido che ha chiamato la “scelta di Alezia”. Sfortunatamente, come sapete, abbiamo però imparato a nostre spese che la creatura è fortissima e apparentemente invulnerabile: le squadre che abbiamo mandato a intercettare la mostruosa creaturina sono state massacrate. Anche quando siamo riusciti a distruggerne il corpo Strabuccinator si è poi riformato nuovamente altrove. Secondo i nostri esperti è una delle tante capacità sovrumane di questo essere fungoide.»

«E come sapete, pochi giorni fa, ha colpito ancora un bersaglio di alto livello: Pescasoda, l’amante preferita sia del cavaliere Ricco, arrabbiatissimo perché ha già tanti figli stronzi suoi che non ne vuole mantenere uno di merda altrui, e del cavaliere Furbo. Per la cronaca il cavaliere Furbo si è già trovato una nuova amante ma ha comunque vivacemente protestato presso il Dipartimento di Stato perché, dice, era la cosa furba da fare. Insomma le pressioni anche politiche per risolvere questo caso sono altissime. Inutile che vi ripeta la mia teoria: questo essere è una spia o, meglio, un’arma biologica mandata dalla Russia nel nostro grande paese per destabilizzarlo…»

«Poi ci sarebbe il noiosissimo resoconto scritto dalla dottoressa Lily Raden von Krausslofter sullo stato delle precedenti vittime di Strabuccinator e dei loro puzzolenti marmocchi. Vediamo un po’ di riassumere: hum… le sorelle Ricottella, Patatonda e Peretta stanno benissimo… i loro figli continuano a crescere con grande rapidità e vanno già a scuola… gli altri bambini li considerano però delle merde ma questi se ne fregano… sembrano avere tutti le idee chiare e vogliono entrare in politica… Ecco! quest’ultimo dettaglio, come sicuramente avrete capito, è molto importante: è infatti la conferma che questo Strabuccinator sia stato mandato dall’estero per mettere in crisi il nostro paese infiltrandone le sacre istituzioni con la sua puzzolente progenie… ma andiamo avanti… Cavolina ha partorito la solita merdina… Baccabriciola è in fase avanzata della gestazione… e poi i soliti bla bla in vacuo e femmineo scientifichese che non vi sto a ripetere…»

«Ha capito come si inizia una riunione dottoressa Ruth Raden? Non ci si perde in tanti preamboli ma si va diretti al punto! È pronta a presentare alla squadra il nuovo progetto?» – chiese con paterna pazienza il direttore Snurf Kack.

La Raden, a pochi giorni dall’imbarazzante episodio che l’aveva marchiata come una dottoressa poco di buono, voleva a tutti i costi riguadagnare la stima del colonnello e, per questo, cercava di dare un’impressione di massima professionalità: le sue trecce con i fiocchi fucsia erano impeccabili, gli occhiali dalle lenti a forma di cuore perfetti, non faceva più rumore quando succhiava il proprio lecca lecca e, soprattutto, aveva accorciato la gonna facendola salire a mezza coscia e indossava una camicetta trasparente che faceva risaltare al meglio le areole rosee dei capezzoli sui seni candidi. Per mostrare il suo travaglio sentimentale allo scontroso capitano Patt Scott Jr. Mac Burgerein si era poi disegnate delle lacrime nere che assomigliavano a cuoricini spezzati: ogni volta che lo guardava si toglieva gli occhiali e, con noncuranza, si sfiorava lo zigomo con l’indice come a indicarglieli.

«Sì signore!» – scattò automaticamente in piedi la dottoressa Ruth Saltenberger non senza imbarazzo per le sue donnesche debolezze «Come forse sapete io e il geniale capitano Carl Patt Scott Jr. Mac Burgerein abbiamo avuto un…»

«Ah proposito! L’avete ricevuta la versione del video di Baccabriciola che ho montato personalmente? Non male vero?!» – l’interruppe il direttore Kack che aveva sempre desiderato fare il regista. La squadra rispose con entusiasmo lodando sia la tecnica che lo spirito artistico del proprio capo.

«Io mi sono commosso, ho pianto per tutto il tempo: il suo filmato è all’altezza del miglior Kubrik!» – urlò per farsi sentire sopra le altre voci il tenente Battler Jones Parakulovsky che cercava di riguadagnare la simpatia del colonnello dopo il passo falso alla precedente riunione.

«Beh, certo l’idea dello zoom sulla lingua che si intravede fra le labbra di Baccabriciola contrapposta alla, ehm, castorina che sbuca fra le sue rotondità posteriori è indubbiamente buona ma il confronto con Kubrik mi pare un po’ eccessivo…» – rispose con modestia il direttore Snurf Tualet senza però riuscire a nascondere un grosso sorriso soddisfatto.

La bonarietà del colonnello fu però di breve durata «Suvvia dottoressa Ruth Saltenberger Raden: non si interrompa continuamente!»

La dottoressa Raden riprese quindi a parlare con estrema rapidità nella speranza di non lasciare spazio a interruzioni «Ebbene: abbiamo un piano su come eliminare definitivamente Strabuccinator sfruttando la sua perversione. Il direttore mi ha dato il permesso di reclutare un’agente. È sotto il mio diretto comando ed eseguirà effettivamente l’operazione. È una ragazza bella e giovane selezionata grazie alle analisi di Alezia. La scelta è basata sull’aspetto delle precedenti vittime e dovrebbe solleticare l’interesse della creatura anche se non è il suo obiettivo attuale…»

Al direttore era nel frattempo venuta in mente una divertentissima barzelletta su una dottoressa bionda che ha perso gonna e mutandine e che va a chiedere un tachos in un bordello messicano: ma l’accenno alla nuova recluta “bella e giovane” lo distrasse quel tanto da impedirgli di intervenire.

Visto che nessuno l’interrompeva la dottoressa Lily Saltenberger acquistò sicurezza e iniziò a esprimersi con maggior tranquillità «L’IA ha considerato tutte le caratteristiche sia esteriori che psicologiche delle vittime e ha elaborato un profilo che corrisponde esattamente alla nuova recluta: in verità Alezia mi aveva proposto anche delle donne simili, scontate anche del 20%, ma non erano di marca e dubito che avrebbero soddisfatto i difficili gusti di Strabuccinator. Inutile descrivervi adesso la nuova agente perché comunque ve la presenterò fra pochi minuti. Lasciatemi quindi aggiungere che ho creato una neurotossina antimicotica che dovrebbe uccidere la creatura fungoide: l’unico problema è che deve avere tempo di agire. Se la coscienza di Strabuccinator si trasferisse troppo presto a un altro corpo sarebbe inutile. E qui entra in gioco la nostra recluta che dovrà sedurre la creatura mostruosa. Sfrutteremo la sua fissazione sessuale e inseriremo una microsiringa nell’ano, il moderno nome scientifico che usiamo per lafossa dell’occhio cieco”, della nostra recluta. La siringa sarà armata con la neurotossina e verrà fatta scattare al momento opportuno: contiamo sul fatto che la creatura non sarà in grado di trattenersi dal concludere il suo vergognoso coito (il moderno termine scientifico per “bunga bunga”) che, secondo i nostri calcoli darà alla tossina quei venti secondi di tempo necessari per agire in modo esiziale.»

«Uhm… Ma siamo sicuri che questo nuovo composto sperimentale da lei ideato sia efficace?» – si intromise il dottor Hans Jack Nigorosky Stracovich nel tentativo di mettere in difficoltà la sua rivale nel campo medico-scientifico.

«Certamente! Le assicuro che è sicuro ed efficace: ho fatto tutti i controlli che normalmente si fanno per un nuovo farmaco: non ne ho saltato nemmeno uno. In genere ci avrei messo una decina di anni ma, siccome questa è un’emergenza, ho ridotto i tempi della sperimentazione a 15 minuti. Voglio però ripetere, perché non vorrei che qui ci fossero degli schifosi negazionisti della scienza, che il prodotto è risultato essere assolutamente SICURO ed EFFICACE.» – scandì le parole con estrema lentezza la dottoressa Lily von Krausslofter «Personalmente lo consiglierei a tutti coloro che hanno più di sei mesi perché non si sa mai che, per un qualche strano motivo, non possa fare bene. Anzi non sarebbe una cattiva idea creare una specie di passaporto sanitario che…»

«D’accordo, d’accordo! Non perdiamo altro tempo: qui bisogna procedere alla velocità della scienza!» – l’interruppe il direttore Gordon Snurf ormai curiosissimo «ci faccia conoscere questa nuova recluta…»

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23. Fionda perversa

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

23. Fionda perversa

«NA! Baiv efulver schion!» – gridò Pescasoda mostrando il dito medio.

Ok, credo proprio di essere riuscito a sedurre anche lei! – pensò contento Strabuccino – Non è poi un procedimento troppo lungo e difficile come hanno scritto in delle recensioni: basta spogliare il proprio avatar, mettere in mostra le proprie “doti”, magari toccare sapientemente la ragazza nei punti giusti come so fare io e il gioco è fatto!

In effetti solo con Cavolina ho dovuto usare le spore per ammorbidirla: ma solo perché ero stufo di lottare e non sapevo ancora usare bene i controlli…ricordò l’ometto fungoide.

Grazie agli avidi sviluppatori non so di preciso cosa abbia detto Pescasoda ma suppongo che mi veda come il suo salvatore data che l’ho liberata dagli elastici che la legavano alla spalliera: sono il suo principe azzurro, anzi verdastro, e ora lei mi vuole ringraziare donandomi il suo corpo… easy peasy… e se non sbaglio infatti, nel gergo dei giovani d’oggi, mostrare il medio in quella maniera così sensuale e provocante significa “fottimi” – decise Strabuccino – meglio però se non perdo tempo: la gratitudine nelle donne ha vita breve: magari fra cinque minuti chiama la polizia e dice che io l’ho legata invece che liberata. Del resto se una donna non è mezza isterica o lunatica non è una vera donna!

Strabuccino quindi, senza indugiare oltre, inviò tramite la tastiera i comandi necessari e in un attimo Pescasoda si ritrovo nuovamente legata alla panca con gli elastici. Stavolta era bocconi con però le gambe legate sotto la panca e tirate in avanti in maniera tale che i glutei fossero già ben aperti rendendo facilmente accessibile l’orifizio secondario.

«NA! Baiv efulver schion!… grrr!… NA! Baiv efulver schion!… aargh!» – commentò Pescasoda.

Senti com’è impaziente! Starà dicendomi “Prendimi ora! Prendimi ora!”… e fa pure le fusa come una gattina! – pensò felice Strabuccino.

Non volendo far aspettare oltre l’impaziente ragazza Strabuccino mosse il suo avatar alle spalle di Pescasoda e portò la grossa punta della sua arma maschile all’ingresso dello scontroso orifizio posteriore di lei.

Non sarà facile come con Baccabriciola però… – valutò Strabuccino – …già prima ho avuto problemi a infilarci un solo dito figuriamoci il mio birillone: mi occorrerà molta pazienza e lentezza…

Ma Pescasoda sorprendentemente, nonostante gli elastici che avrebbero dovuta immobilizzarla completamente, trovò le forze per strisciare col corpo più avanti sulla panca dicendo «Baiv efulver schion!»

Ah! Figuriamoci: nonostante l’ora sia scaduta vuole continuare ad allenarsi! Vabbè, niente vieta di fare entrambe le cose insieme… – e così anche Strabuccino si mosse in avanti inseguendo con la testa del proprio guerriero la stretta apertura da invadere.

Ma Pescasoda non aveva ancora finito: digrignando i denti per lo sforzo riuscì ad allontanarsi nuovamente di qualche ulteriore centimetro.

«Baiv efulver schion!» – riuscì a dire a denti stretti la ragazza.

Certo che Pescasoda è proprio fissata con l’esercizio fisico! Vabbè, contenta lei… – e di nuovo si spostò in avanti con il proprio ariete e, anzi, iniziò a far pressione sullo stretto portone da sfondare.

Incredibilmente Pescasoda raccolse tutte le sue energie e si allontanò di un ulteriore paio di centimetri dalla pressione che sentiva aumentare al suo ingresso posteriore: adesso gli elastici erano tesi al massimo ma anche tutti i muscoli della bella rossa vibravano mentre cercavano di contrastare l’enorme forza che la tirava indietro.

Come è perseverante questa ragazza!, se il tooltip è corretto sta esercitando una forza sugli elastici ben oltre 100Kg, in pratica il doppio del suo peso! Vediamo di aiutarla spingendola un po’ da dietro… – e così inseguì l’entrata fra le natiche contratte per il grande sforzo e, anzi, iniziò a esercitare una pressione non indifferente sul delicato anello muscolare che ne chiudeva l’accesso.

«Aargh!…» – riuscì a dire Pescasoda ma poi le sue gambe cedettero all’improvviso e gli elastici la tirarono con tutta la forza accumulata sul poderoso membro dell’avatar di Strabuccino.

«Aaaahhhiiiiihhhhaaaaahhheeeehhaaahhh!!» – urlò Pescasoda che tutto a un tratto si ritrovò impalata fino a metà della grossa verga di Strabuccinator e senza più uno sfintere degno di tale nome.

Senti come urla di piacere! – pensò Strabuccino soddisfatto di sé – Toh, guarda! Vuole continuare il suo esercizio!

Infatti Pescasoda, nonostante ormai il crudele invasore fosse penetrato all’interno delle mura, istintivamente riprese la sua lotta pur senza speranza di vittoria. Il suo corpo era stato riportato dagli elastici nella posizione iniziale e quindi, di nuovo, riuscì a spostarsi un poco in avanti sulla panca. Ma Strabuccino non voleva far perdere al proprio avatar i centimetri guadagnati all’interno delle bollenti interiora di lei e quindi la seguiva passo passo.

Questa volta non voglio spingerla oltre: vediamo quanto a lungo riesce a mantenere questa posizione così la faccio allenare anche per la resistenza! – pensò il premuroso Strabuccino.

Pescasoda resistette per molti minuti, sbuffando e tirando, talvolta guadagnando un ulteriore millimetro talvolta perdendolo, spronata dal palo di Strabuccinator sempre sprofondato per circa metà della sua lunghezza nel suo cunicolo più stretto.

«Baiv efulver schion… » – disse Pescasoda con un filo di voce e subito dopo «Aaaahhoooohhhhaaaahhuuuhhaaahh!!»

Però è durata parecchio: non solo è forte ma ha anche parecchia resistenza. È da parecchio che non vedo la vera Pescasoda: mi chiedo se assomigli a questa versione computerizzata! – si domandò Strabuccino – alla fine è riuscita a farsi penetrare per tre quarti dal membro di Strabuccinator: ha fatto tutto da sola in pratica!

«Baiv efulver schion!» – disse con voce stanca Pescasoda, vinta ma non sconfitta.

Non ci credo! Ecco che prova a fare una terza ripetizione! – constatò Strabuccino osservando che la ragazza con instancabile energia, dopo essersi riposata per pochi secondi, riprese a lottare contro gli elastici.

Però adesso avrei voglia anch’io di concludere! – pensò Strabuccino – se aspetto che Pescasoda si decida a smettere di fare questo esercizio chissà quanto ci vorrà…

Così quando la ragazza tese nuovamente al massimo gli elastici Strabuccinator dette un maligno colpetto alla sua caviglia così da farle immediatamente perdere l’equilibrio facendola fiondare, letteralmente, sulla propria gagliarda mascolinità.

«Aaaahheeeehhhaaaahheehhaah!!» – disse Pescasoda iniziando a singhiozzare finalmente arresasi allo spiedo che adesso la trafiggeva fino alla radice.

Senti come le piace! Ma perché piange? Probabilmente sono lacrime di piacere… – e così fece piegare il proprio avatar sul volto di lei in maniera da poterne leccare e assaporare le lacrime grazie al Total Facemask – Ah! Sì, sicuramente lacrime amare di piacere! Toh, guarda col super tooltip inserito si vede anche a cosa serve CTRL+SHIFT+“J” che a questo punto mi veniva sempre suggerito di usare: applica uncataplasma caldo a scopo emolliente, rilassante, sedativo, afrodisiaco e disinfettante”. Ah! E lo avrei potuto attivare in qualsiasi momento! A saperlo avrei potuto risparmiarmi una bella irritazioni alle parti basse: secondo me lo SGODI accentua troppo l’attrito in queste penetrazioni anali…

In pochi secondi il cataplasma stava iniziando a fare effetto: Pescasoda smise di piangere e, anzi, provò a muoversi prima con prudenza e poi con sempre maggiore entusiasmo.

«Baiv efulver schion!» – disse a Strabuccinator sorridendogli con gli occhi azzurri che non riuscivano a celare l’improvviso amore per la possente creaturina muscolosa.

Strabuccinator, l’afferrò per la coda rossa tirandole la testa indietro mentre inserì la mano libera fra la panca e il petto di lei in maniera da poterne strizzare i piccoli e soffici globi.

E ora andiamo! – e con grande energia Strabuccino iniziò a pistonare metodicamente l’orifizio che adesso non gli si opponeva più ma anzi sembrava accoglierlo nella sua calda intimità.

Ecco il solito avviso… stavolta col super tooltip attivo c’è anche la spiegazione di cosa fa: “fusione dei DNA per concepimento di…” … troppo lungo: non è questo il momento per leggere un poema: confermo confermo! – e con la mano libera premette il tasto “Invio”.

La reazione di Pescasoda fu immediata «Ahi! Baiv efulver schion?».

«Anche a me piace molto!» – le rispose senza pensarci Strabuccino – anche se tanto non capisci quello che ti dico…

Finalmente Strabuccino avvertì che la continua stimolazione dello SGODI stava per avere la meglio sulla sua resistenza così afferrò con ambo le mani le candide mammelle appena macchiate di efelidi di Pescasoda stringendole e tirandole verso di sé mentre contemporaneamente aumentava l’ampiezza dei movimenti inguinali pur senza rallentarne il ritmo.

«Uuhhooohhhaa!» – gridò soddisfatto Strabuccino mentre lo SGODI lo spremeva fino all’ultima goccia.

«Aahegaaoooo!!» – gli rispose pochi attimi dopo Pescasoda. La ragazza, girato il volto verso di lui, aveva gli occhi azzurri incrociati fra loro velati di piacere, dalla bocca spalancata la lingua fuoriusciva per la sua interezza mentre un filo di saliva le colava dal mento: contemporaneamente i suoi muscoli interni si contrassero ritmicamente facendo giungere a Strabuccino attraverso lo SGODI una piacevole sensazione di pressione sul suo flauto mascolino.

Beh, anche questa è fatta! Ora però devo montare il video per la recensione: chop chop, non ho tempo da perdere! – e subito Strabuccinator si staccò da Pescasoda col razzo ancora gonfio nonostante avesse già fatto esplodere la propria testata.

Mentre Strabuccinator si allontanava da lei non poté fare a meno di ammirare la soda consistenza delle belle pesche posteriori della ragazza, ora semisvenuta, fra le quali occhieggiava un grosso occhio scuro da cui usciva il virile seme ricco delle fertili spore del suo avatar misto al ributtante fimo femminile che riempie i donneschi intestini.

Senza pensarci su le dette quindi un’amichevole e violenta pacca che lasciò l’impronta della sua mano su quelle delicate carni. Quindi, in mancanza di meglio, ripulì il possente cannone sporco di fluido maschile e dai sanguinolenti residui della femminea digestione sui lunghi capelli rossi di lei per poi avviarsi verso il punto di salvataggio.

«Auch!…» – commentò Pescasoda che si stava riprendendo «Strabuccinator T-799+? Baiv efulver schion!?»

***

«Auch!…» – commentò Pescasoda svegliandosi di soprassalto – che succede?! Devo aver temporaneamente perso i sensi! È stato bellissimo: questo Strabuccinator è il miglior istruttore che abbia mai avuto, altro che Jack! Chissà quante calorie ho bruciato nel solo acme del piacere… Ehi? Ma dove va?

«Strabuccinator, dove vai? Non dovremmo fare ancora altre cinque ripetizioni per finire la serie!?» – chiese accorata Pescasoda: ma Strabuccinator era già lontano e l’ultima cosa che la ragazza gli sentì pronunciare fu un vago «atos eiv…».

ProxPuntata

22. Il bug del loop infinito

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

22. Il bug del loop infinito

«Ti ho chiesto come hai fatto! Perché non mi rispondi?» – insistette Pescasoda che da un momento all’altro si era ritrovata libera dagli elastici «Beh, che ti succede? Perché stai fermo impalato?»

«NA! Baiv efulver schion…» – rispose Strabuccinator indicandole la panca sotto la spalliera svedese.

«Ok, mi metto sulla panca e ora?» – chiese di nuovo Pescasoda portandosi rapidamente a ridosso dell’attrezzo ginnico.

La ragazza osservò Strabuccinator che si destreggiava con le fasce elastiche a grande velocità annodandole alla spalliera per poi scioglierle immediatamente «Non capisco? Cosa stai facendo?»

Finalmente il vilissimo mostro, dopo un tentativo andato a vuoto, capì cosa doveva fare e questa volta fu Pescasoda a ritrovarsi legata alla panca e alla spalliera.

«Wow! Ci sai fare con questi elastici: mi hai tutta impacchettata!» – infatti Pescasoda aveva adesso il tronco legato alla panca da elastici che le passavano all’altezza delle ascelle, sopra il seno e ai fianchi; le braccia erano tirate alla spalliera, mentre le gambe erano ripiegate sul petto e legate a loro volta per le ginocchia e le caviglie alla stessa spalliera svedese.

«E ora che devo fare? Devo fare così? È per allenare i tricipiti e i glutei, eh?» – e Pescasoda prese ad avvicinare le braccia alla testa e a distendere le gambe lungo la panca vincendo la resistenza delle fasce elastiche.

«NA! Baiv efulver schion…» – commentò Strabuccinator non troppo soddisfatto prima di allontanarsi a prendere altri elastici.

«Dove stai… uhm… andando… humf…Strabuccinator?» – chiese Pescasoda già impegnata nel faticoso esercizio.

Ma la malvagia creatura non si curò di risponderle e poco dopo, con i rossi occhietti porcini luccicanti di porca lussuria e con le braccia cariche di ulteriori elastici, fu di nuovo a fianco della ragazza.

«Ma cosa?! Ahhch!» – urlò Pescasoda «Adesso gli elastici sono troppi: anche se mi sforzo riesco appena a muovermi!»

Strabuccinator aveva infatti raddoppiato il numero delle bande che legavano il corpo della giovane ragazza alla panca e alla spalliera.

«NA! Baiv efulver schion…» – disse Strabuccinator con un sorriso maligno che mostrò i suoi denti marci. La creatura vigliacca, approfittando dell’impotenza di Pescasoda, salì sulla panca avvicinando minacciosamente il suo virile manganello enfiato di sangue verdastro alle labbra rosee, esposte e indifese di lei.

«Ma… ma cosa ha intenzione di fare?!» – chiese allarmata Pescasoda che poi gli spiegò «gli esercizi vaginali li ho già fatti!»

Ma appena il mostro avvicinò la punta del suo orgoglioso attrezzo quasi a sfiorare la rosa rosea dalla rossa peluria della ragazza subito si interruppe ed esclamò «Posiscion l’oched nambertù».

«Ehi! Ma cos…auch!?!» – fece appena in tempo a dire Pescasoda: Strabuccinator infatti l’aveva afferrata ai fianchi con presa ferrea e la stava rigirando per metterla a pancia in giù ignorando le fasce elastiche che si intrecciavano fra loro e tiravano le membra della ragazza nelle direzioni opposte.

«Auch! Mi fai male! Ohuhah!! che succede?» – chiese Pescasoda confusa: appena Strabuccinator l’aveva lasciata andare infatti gli elastici l’avevano riportata nella posizione originaria.

«Posiscion l’oched nambertù» – ripetette con voce robotica Strabuccinator, e di nuovo prese a rigirare meccanicamente la ragazza come prima…

***

Non ci credo! Il programma si è bloccato in questo ciclo e non mi restituisce il controllo… – pensò sorpreso Strabuccino che subito però si irritò con i programmatori – ecco cosa succede a fare una demo con le funzionalità basilari bloccate! Davvero questi avidi sviluppatori non si meritano i 20€ che chiedono!

E adesso come faccio? Sarà già la quinta o sesta volta che Pescasoda sta venendo caricata come una molla e poi fatta frullare su se stessa! E la demo mi ha pure bloccato il computer… L’unica è fare un riavvio hardware: ci vorrà qualche minuto…con un sospiro Strabuccino si sollevò il visore Total FaceMask e premette il tasto di reset finché il computer non si riavviòe speriamo che il gioco abbia salvato il punto dove ero arrivato!

***

Questa me la paga! Prima si è divertito a rigirarmi nonostante gli elastici che mi facevano male, poi se ne deve essere rotto uno e mi sono ritrovata qui appesa a testa in giù alla spalliera… e da qualche minuto mi fissa inebetito senza muoversi né parlare… ma intanto ho quasi liberato un braccio e poi… – ma mentre Pescasoda meditava la propria vendetta gli occhi di Strabuccinator mandarono dei bagliori rossastri e, improvvisamente, la creatura si rianimò: si guardò intorno per un attimo per poi concentrarsi sulla bella ragazza legata strettamente a testa in giù da una dozzina e passa di variopinte fasce elastiche.

«Vigliacco! Ti sei approfittato di me: stammi lontano o te la farò pagare!» – minacciò Pescasoda.

Ma la creatura, nonostante avesse percepito il suo tono minaccioso, le si avvicinò comunque: del resto la ragazza non era nella posizione per minacciare ma, piuttosto, per offrire alla giusta altezza le proprie rosse e arrossate parti intime. Strabuccinator ne approfittò quindi per palparle le natiche, lisciarle il pelo che dal pube arrivava leggero fin nel mezzo del solco delle natiche e, infine, le ispezionò con un lungo dito l’interno del principale cunicolo dell’amore per successivamente passare, con grande imbarazzo di Pescasoda, a quello secondario più stretto: la ragazza riusciva a dibattersi un po’ ma non certo a sfuggire alla meschina curiosità del maschio verdastro.

«Tigre! Osi toccarmi anche lì dove nessun uomo ha osato mai, nel passaggio inviolato che niente ha a che fare con il sesso! Te ne approfitti perché sono legata ma…aargh!» – urlò Pescasoda senza riuscire a completare la frase.

Infatti Strabuccinator, con l’incredibile agilità con cui manipolava gli elastici, l’aveva improvvisamente slegata e la ragazza era ricaduta sulla panca sotto di sé, più confusa che contusa.

Ma la confusione durò poco: Pescasoda notò che il razzo mascolino era di nuovo pronto al decollo e, anzi, la puntava con lussurioso interesse.

«Guarda: se prima non ti fossi approfittato di me sarei anche stata disposta a soddisfare le tue voglie (ovviamente non ti avrei pagato) dato che hai… beh, che sei ben dotato… però adesso non ci penso nemmeno!» – e Pescasoda sottolineò la sua decisione mostrando il dito medio al possente omino che la scrutava cupidamente.

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