37. Dalla carota al battuto

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

37. Dalla carota al battuto

Aiuto! Che succede?! – pensò terrorizzata Zozzapanna che, paralizzata dalla paura, riuscì appena a lanciare uno sguardo alle proprie spalle: il disgustoso omino dietro di lei, dopo aver lanciato il feroce urlo belluino, si stava adesso picchiando con pugni violenti il piccolo petto – adesso mi fa a pezzi!

Poi, davanti ai suoi occhi, Strabuccinator si stracciò via la camiciola sudicia e i jeans laceri, è il suo osceno cannone subito iniziò a innalzarsi e gonfiarsi a ogni pulsazione…

Oh! no! Non è possibile che quel coso entri non dico nel sedere ma anche nella mia micina: è già troppo grosso… e continua a crescere! – pensò Zozzapanna incapace però di allontanare lo sguardo dall’esuberante virilità della creaturina verdastra che ora la guardava con un ghigno malvagio – Eeegh! Ha pure tutti i denti marci: chissà che alito schifoso! Però il fatto che non mi sia saltato addosso mi fa pensare di avere ancora un po’ di margine di manovra…

«Пожалуйста, продолжайте, я следую за вами…» – disse Strabuccinator T-799+ accompagnando le parole con un gesto della mano che indicava la direzione in cui Zozzapanna stava andando prima di venire bloccata dal suo ululato.

Sì, credo che voglia che prosegua: benissimo, mi sta bene… – pensò con volitiva determinazione Zozzapanna entrando nello stallo dove era conservato il cibo per il cavallo – e ora vediamo se trovo qualcosa di adatto… no: niente mele… ah, ecco… beh è un po’ grossa ma sicuramente meglio della sua disgustosa verga!

Ora però devo stare attenta a quello che dico: non devo far capire al direttore Snurf Kack Tualet il mio piano… – pensò l’astuta ragazza che, contemporaneamente, mise in mano a Strabuccinator la grossa carota che aveva recuperato nello stallo «Che bel carotone gigante che hai! Sembra proprio duro al punto giusto: perché non me lo metti tutto dentro? Eh?!»

La compulsione infatti mi spinge a voler essere penetrata analmente da questo schifoso essere ma non specifica con cosa! – pensò Zozzapanna non senza una certa soddisfazione – dall’espressione stupida e vacua non mi pare abbia capito: anzi, da come la guarda, speriamo che non decida di mangiarsela! Devo aver pazienza e fargli capire capire cosa voglio che faccia…

«Dai bello, non avere fretta: mettiti comodo…» – e, con delicatezza, Zozzapanna appoggiò una morbida mano sul petto di Strabuccinator spingendolo indietro verso un barile finché non vi fu seduto sopra – «Sbaglio o la tua carota è divenuta ancora più grossa? perché non me la metti nel posticino giusto?»

Detto questo Zozzapanna si voltò di spalle e accennò a dei passi di danza facendo oscillare braccia e testa in una direzione e il bacino nell’altra. Periodicamente si fermava e si dava una sonora pacca su una natica, a quel punto faceva roteare fluidamente solo i fianchi avanti e indietro e poi ricominciava da capo con i passi di danza. Ogni tanto si guardava indietro da sopra la spalla per controllare la reazione di Strabuccinator – Come previsto guarda nella direzione giusta, sotto il mio codino da coniglietta cioè… ma avrà capito?

Finalmente Zozzapanna si voltò nuovamente a fronteggiare la malvagia creatura verde vomito andato a male – Sicuramente il mio balletto gli ha fatto effetto: guarda che robaccia putrida esce dalla punto del suo bastone…

Devo averlo parecchio eccitato – pensò soddisfatta di sé Zozzapanna «Hai capito ora cosa voglio da te? Hai capito di cosa ha bisogno il mio culetto?»

Ma Strabuccinator la guardò senza capire dal basso verso l’alto, sempre seduto sul barile, con un’espressione da cucciolo perplesso; infine, quasi con timidezza, le offrì indietro la carota che ancora teneva in mano.

Macché, non capisce: devo essere più esplicita… però già che ci sono… – e così pensando Zozzapanna si piegò in avanti e, senza aiutarsi con le mani, prese in bocca la carota che Strabuccinator le porgeva, succhiandola e muovendo la testa avanti e indietro su di essa – ecco, così dovrebbe scivolare dentro meglio… Devo vincere la repulsione e passare al piano B… che ancora devo stabilire…

Zozzapanna si rialzò e osservò criticamente Strabuccinator che, a sua volta la guardava intimidito e con la boccaccia aperta. Poi per prendere tempo, senza dire niente ma continuando a fissarlo con i suoi occhi ora del verde cupo di un mare tempestoso, gli appoggiò la gamba destra sulla spalla e con la punta delle dita dei piedi iniziò a giocare con i capelli unti della nuca della vile creature. Strabuccinator fece per accarezzarle la coscia con la mano libera ma Zozzapanna alzò un dito e lui capì che doveva lasciarla fare senza disturbarla…

Mentre rifletteva la ragazza iniziò a massaggiarsi i piccoli seni conici privi di abbronzatura, poi scese rapida sul proprio ventre fino a sfiorarsi appena, con la punta delle dita, la zona più sensibile della sua piccola vulva nascosta dai peli bruni – uhm… di sicuro ho la sua attenzione… certo che aveva ragione la professoressa quando diceva che il corso di “Danza erotica e spogliarellismo I” sarebbe stata una delle materie più utili di Scienze Politiche…

Ok, se devo essere esplicita sarò esplicita… e, tornata a casa, mi metterò a mollo nella vasca per due giorni in maniera da ripulirmi per bene… – e così Zozzapanna si spostò sistemandosi a fianco delle gambette di Strabuccinator. Poi appoggiando il braccio sinistro sul petto di lui, si piegò in avanti e iniziò a muoversi avanti e indietro facendo strusciare solo le punte dei capezzoli sulle ginocchia e il dorso delle gambette pelose del maschio. Contemporaneamente lo guardava dal basso verso l’alto con occhi languidi, mentre dalla bocca socchiusa fuorusciva la punta della lingua con cui si umettava le labbra. Involontariamente anche il corpo di Zozzapanna stava reagendo alla stimolazione: i suoi capezzoli adesso erano ancora più lunghi e duri del solito e le orecchie da coniglietta, a essi collegati, erano divenute anch’esse rigide e svettavano fieramente in aria – e vediamo se ora capisci…

Zozzapanna finalmente si stese con tutto il proprio peso sulle gambine della creatura: con una mano indicò la carota mentre con l’altra, dopo essersi data un paio di schiaffi sulle natiche, la portò alla bocca per insalivarla bene e poi infilò il dito medio nello stretto orifizio posteriore «Ecco, hai capito? È in questo buchino che devi infilarmi il tuo carotone, d’accordo?» – devo sempre stare attenta a quello che dico perché il colonnello e il resto della squadra mi ascoltano attraverso il subvocalizzatore.

La ragazza si lasciò poi scivolare un po’ in avanti e orientò, per quanto possibile, il proprio sederino verso il brutto muso di Strabuccinator, inclinandosi verso di lui e alzandolo in alto – Forza idiota! Cosa c’è da capire?!

«Ah! Sì, come sei grosso! Ma adesso spingila dentro fino in fondo!» – esultò Zozzapanna: finalmente infatti Strabuccinator aveva inserito, seppur con titubanza e apparente incertezza, circa metà carota nel forellino posteriore della ragazza – sento già che la compulsione vacilla! Sono sicura che appena l’inserirà del tutto sarò libera!

«Dai che aspetti? Vai fino… aahh! Che fai? Aahhi! Ohioi!! basta, fermo! Aah!» – iniziò a gridare Zozzapanna – Questo cretino pensa che… ahia!… voglia essere sculacciata!

***

<<Ha sentito dottoressa Ruth Raden?>> – disse il colonnello lasciando trasparire un’insolita emozione <<Mi posso immaginare l’agente Zozzapanna che, poverina, adesso sta soffrendo come una scrofetta alla spiedo!>>

«La missione era questa e Zozzapanna, che è stata selezionata fra tante candidate come volontaria ideale, lo sapeva bene…» – rispose freddamente la dottoressa Ruth Raden, in realtà sollevata dal fatto che la recluta recalcitrante non avesse causato i temuti guai «Anche se adesso grida disperatamente di dolore dentro di sé sa di star facendo la cosa giusta e, di certo, non vorrebbe che nessuno di noi intervenisse rischiando di mettere in crisi la missione…»

<<Vorrei avere le sue certezze dottoressa Lily von Krausslofter: io temo che qui si sia fatto un grave errore morale a sacrificare la purezza di una ragazza anche se in nome di un bene più grande… Lo so che è sciocco ma mi parrebbe quasi che in questo caso il fine non giustifichi i mezzi…>> – sospirò il direttore Snurf Kack.

«Signore, se mi permette lei è troppo duro con se stesso: come dice Confucio “non si può fare una frittata senza rompere qualche uovo”. E Zozzapanna non è neppure un uovo quindi non corre rischi.»

<<Beh, probabilmente ha ragione lei dottoressa: Zozzapanna non è un uovo e non diventerà una frittata…>> – replicò il direttore Orson Kack Tualet decisamente sollevato <<Comunque per mettermi la coscienza a posto darò un bonus di 500$ a Zozzapanna, ovviamente solo se sopravvive e porta a termine con successo la missione. Se dovesse morire… beh, pizza per tutti: che ne dite ragazzi?!>>

La Dottoressa ascoltò gli “evviva” e le grida di entusiasmo con sostanziale disinteresse – Zozzapanna non sopravviverà: me ne accerterò io personalmente!

<<Nel frattempo lei dottoressa si avvicini alla stalla e stia pronta a intervenire in caso di necessità: ma non faccia niente senza un mio ordine diretto. Passo e chiudo!>>

Di sicuro mi avvicino alla stalla, non mi fido di Zozzapanna, ma sul non intervenire in mancanza di ordini diretti non saprei… – pensò la dottoressa Lily Saltenberger Raden «Ho capito. Passo e chiudo.»

La dottoressa raggiunse rapidamente la stalla e cercò un punto di osservazione adatto: vide il portone sfondato ma non osò avvicinarsi – sarei troppo visibile là: l’ideale sarebbe una piccola crepa fra le assi del muro da cui far passare il periscopio portatile…

<<No capitano Carl Patt Scott Jr., non possiamo intervenire: siamo qui per divertirci e poi non ha sentito cosa ha detto Zozzapanna? “Non intervenite!”>> – la voce del direttore Snurf Kack giunse flebile ma chiara, evidentemente non stava parlando nel microfono ma era comunque vicino a esso – <<…dobbiamo monitorare la situazione… e poi, anche volendolo, sono troppe lontane: ci occorrerebbero almeno cinque minuti per raggiungerle in forze… che dice? Certo, lo capisco che potremmo aiutarle ma io devo essere logico e pensare al bene della squadra: ormai dobbiamo considerare l’agente Zozzapanna e… probabilmente la dottoressa Ruth se si avvicina troppo… come uccise in azione… e poi non possiamo sprecare le patatine e le bibite per non dire delle ballerine che sicuramente non ci darebbero indietro la caparra… andremo domani, all’alba, verso le 10:30 per vederci bene, e recupereremo i poveri resti… toh, avevo lasciato la radio accesa…>>

Quel falso del colonnello Gordon Pot Sr. Snurf! Ecco che cosa pensa veramente: ma vedrò di deluderlo… – pensò seccata la dottoressa Ruth ma subito dopo il cuore le si gonfiò di emozione – però il capitano Patt Scott Jr. Mac Burgerein voleva accorrere in mia difesa, un vero cavaliere completamente innamorato di me: siamo proprio fatti l’uno per l’altra!

<<Dottoressa, tutto bene? Qualche cretino aveva lasciato accesa la radio che tengo sempre in mano… Lei prosegua col piano: qui abbiamo tutti la massima fiducia nelle vostre capacità!>>

Sì, come no! – pensò la Dottoressa Lily Saltenberger – Forse sarebbe però il momento di togliermi questo microfono… il fatto che Zozzapanna si sia allontanata dalle telecamere potrebbe giocare in mio favore se dovrò intervenire e fare qualcosa un po’ al di là del regolamento… come ucciderla per esempio…

«Ehm… certo ci credo CRACK buccinator CRRRR to delle interferenze ad SHHHH anche Zozzapanna SHHHH e SHHHHH devo CRRRSHHH passo e chi SHHHHHHH CLICK» – la dottoressa spense il microfono – ecco adesso va meglio: ora potrò muovermi come credo opportuno

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37. Dalla carota al battutoultima modifica: 2024-08-16T10:35:47+02:00da IpostasiRiflessa

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