38. L’antiafonico

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

38. L’antiafonico

«Давай, чего ты ждешь? Подниматься… Ага! Чем Вы занимаетесь? Ааххи! Огайои!! хватит, стоп! Ааа!» – iniziò a gridare Zozzapanna.

Senti come le piace! – pensò soddisfatto Strabuccino – lo si capisce bene da come si agita tutta eccitata.

Strabuccino infatti aveva ordinato al proprio avatar di sculacciare di gran lena Zozzapanna: con la mano sinistra l’accarezzava sulla schiena, spingendola contemporaneamente verso il basso, mentre con la destra la colpiva alternando i colpi al palpare gli stessi morbidi globi sempre più arrossati, specialmente dove la pelle non era abbronzata, scendendo talvolta lungo le gambe che scalciavano impotenti in aria e, soprattutto, sfiorandone le parti più intime.

Come ce l’ha piccolina: eppure è una ragazza parecchio alta… deve essere parecchio stretta: eh, sì è così – pensò Strabuccino mentre con l’indice ne sondava l’interno apprezzando le pareti calde della caverna che sembravano cercare di resistere all’invasione stringendogli il dito, invogliandolo però a spingerglielo sempre più dentromi pare anche che sia piuttosto bagnata: evidentemente si sta eccitando sempre più. Come me del resto: meno male che posso disabilitare la stimolazione dello SGODI! Ma come faccio a sapere se l’ho definitivamente sbloccata? Ho capito che, essendo una ragazza conigliola, il “tesoro” da dargli per comprarla era la carota: anche se pensavo che l’avrebbe mangiata e non infilata nel di dietro… beh, contenta lei… ma non mi dovrebbe dare qualche segnale inequivocabile che ora l’Easter egg è permanentemente acquisito? Comunque questo codino da conigliola è proprio affascinante…

***

Accidenti! Preferivo decisamente… ugh!… quando si trastullava con la mia codina…aahh!… la dottoressa l’ha collegato al mio clitoride, al punto G e… ach!!… a qualsiasi altro nervo sensibile al piacere di vulva e… aihia!… vagina: anche solo a giocarci un po’, a tirarmelo e stringerlo a… ahiahi!!… casaccio mi aveva quasi portato all’orgasmo, ora… ohii!… ora invece ha ripreso a colpirmi e non acc-… ahglia!… -enna a smettere!

Ahia! Come mi sono cacciata in questa… ohi!!… situazione? – pensò Zozzapanna – è inutile: lacrime e lamenti non sembrano… agliah!!… fargli alcuno effetto, anzi paiano rinvigorirlo; dimenarsi è inutile: è piccolino ma.. achh!… troppo più forte di me; però… ohi!… anche stare ferma non serve a… ahi!… a niente ma almeno… ohiohi!!…risparmio le forze: ormai avrò… ahhi!!… il sederino tutto viola! Sembra… ach!… una macchina instancabile…

Nonostante la situazione devo restare… argh!… lucida… – pensò la ragazza indolenzita ma non rassegnata – sì! La soluzione è nel ritmo! Ahiha!… uno a sinistra, una a destra e poi il colpo forte a sinistra… agliah!!… poi destra, sinistra e forte a destra… ouch!!… quindi se mi sposto tutta a sinistra, e poi mi butto tutta a destra…

«Ahiahiahai!!!!!» – si lasciò scappare Zozzapanna: la ragazza aveva astutamente spostato più che poteva il proprio sedere tutto da una parte e poi, al momento opportuno, l’aveva lanciato dall’altra: in questa maniera la manata forte che avrebbe dovuto colpire la natica atterrò invece sulla carota e la fece schizzare con violenza tutta all’interno facendo contemporaneamente fuoriuscire un abbondante getto di vasellina, con cui si era riempita l’ano, direttamente sul palmo della mano di Strabuccinator Ce l’ho fatta! Sento che la compulsione è stata rotta! Un altro passo avanti: ora devo solo trovare la maniera di liberarmi da questo schifoso Strabuccinator e fuggire via…

Devo solo stare attenta a quello che dico: in teoria dovrebbe essere morto se il folle piano della dottoressa Lily Ruth Saltenberger avesse funzionato… forse mi conviene esprimermi solo a gesti?

***

Certo che inizia a essere noiosa questa sculacciata: sarà almeno dieci minuti che praticamente non reagisce. Quanto ancora devo andare avanti? Meno male che c’è la funzione di loop e che sono riuscito a mettere in ciclo la sculacciata… – pensò Strabuccino senza riuscire a trattenere uno sbadiglio, del resto aveva dormito pochissimo – quasi quasi mi rimetto a giocare con la sua coda: da come si agitava prima ho la sensazione che le piacesse: guarda adesso come la tiene ritta in aria, tutta in avanti, per evitare che la colpisca! E chissà come gliela hanno attaccata… non può essere naturale… ma prima l’ho sollevata di peso per la coda e non mi è sembrato che sentisse male, anzi…

«Ahiahiahai!!!!!» – urlò improvvisamente Zozzapanna.

Che succede?! – si chiese Strabuccino risvegliandosi improvvisamente dalle sue riflessioni sonnacchiose si è mossa in maniera tale da farsi colpire direttamente sulla carota che ora è finita tutta dentro!

E cosa ho sulla mano? Sì, ho capito: deve essere sperma femminile! Ne ho sentito parlare: quando le donne hanno un orgasmo emettono questa robaccia…

Bleah! Che schifo: sa di femminea cacca… – pensò disgustato Strabuccino che aveva provato ad assaggiare con la punta della lingua l’abbondante dose di vasellina che si era ritrovato nel palmo della mano.

Ma che sta facendo? Vuole dirmi qualcosa? Mi piace quando gesticola: muove le braccia come fossero le pale di un mulino a vento!

«Ma perché non mi parli?» – le chiese Strabuccino pur consapevole che non sarebbe stato capito.

Eppure Zozzapanna dovette aver intuito il significato delle sue parole perché si indicò la bocca e scosse la bella testa in segno di diniego.

«Non puoi parlare? Ma perché? Posso fare qualcosa per aiutarti?» – le chiese premuroso Strabuccino.

La ragazza lo guardò con i suoi occhioni verdi cercando forse di capirlo ma poi desistette; si indicò di nuovo la bocca e fece segno di “no” con il dito, poi indicò con una mano verso l’uscita e fece un movimento col corpo per liberarsi ma senza provarci veramente, infine fece un cenno con la testa rivolto verso la mano di Strabuccinator sulla sua schiena che le premeva sopra inchiodandola sulle ginocchia di lui.

Ho capito! – pensò Strabuccino – per qualche motivo non può o non vuole parlare; vorrebbe andarsene, per questo mi ha indicato l’uscita, e quindi si è mossa per farmi capire che vorrebbe essere lasciata andare, che non la tenessi bloccata sulle mie ginocchia con la forza delle mie braccine vigorose, simili a tenaglie…

Il dolce cuore di Strabuccino si sciolse di compassione e pietà, poi osservò il volto speranzoso di Zozzapanna, le deliziose labbra gli sorridevano facendo balenare i denti bianchissimi, gli occhi le brillavano di un frizzante verde primaverile, la pelle liscia e calda, la traccia chiara del costume sulla schiena dove guizzavano i muscoli, le braccia snelle, i fianchi ampi, le natiche ancora arrossate e bollenti, le gambe tornite, i polpacci morbidi e i piedini perfetti, le mammelle ora non poteva vederle ma ne ricordava il contatto sulle proprie zampette pelose, l’impudica durezza dei capezzoli eretti, e poi laggiù, nascosta nella rada peluria scura, quella fessura socchiusa, dall’odore inebriante, così invitante: umida, stretta e calda…

No, ma cosa mi passa in mente! Perché mai dovrebbe volere che io la lasci andare? Non ha senso: ora che l’ho evidentemente sbloccata anche lei sarà più che ansiosa di soddisfarmi per bene! – si convinse Strabuccino – pensiamoci meglio: dunque non indicava l’uscita ma quello stallo accanto a essa colmo di balle di paglia mi sembra. Non vuole essere liberata ma semplicemente che la porti là… chissà cosa ha in mente… e perché non parla? Che sciocco! Mi ha indicato la mano: a forza di gridare è divenuta afona… quindi? ah! ho capito! Mi ha indicato la mano perché vuole che le dia questo sperma femminile che probabilmente le servirà da sciroppo per ritrovare la voce: ho visto infatti su TuPorni un documentario in cui si spiega che le tribadi si succhiano l’una con l’altra questo liquido denso e gelatinoso e che, proprio per questo, hanno delle belle voci roche…

D’accordo, procediamo con ordine: prima portiamola dove mi ha indicato… – e così Strabuccino, questa volta ricordando il numero della combo corretta, si mise Zozzapanna di traverso su una spalla, capo e busto da una parte e sedere e gambe dall’altra.

Ma perché protesta? È lei che mi aveva detto di portarla là… comunque questo coda è proprio pratica per tenerla ferma: appena gliel’ho presa si è subito calmata. La coda per i coniglioli deve essere come la pelle dietro al collo per i gatti: mamma gatta li trasporta in giro prendendoli lì e i gattini si acquietano automaticamente: probabilmente mamma coniglia sposta i coniglietti prendendoli per il codinocredo che avrei dovuto studiare scienze naturali da giovane: si vede che sono proprio portato… rifletté Strabuccino che in un attimo arrivò nello stallo pieno di balle di paglia e su una isolata, proprio oltre l’ingresso, ve la rovesciò malamente sopra – oops!… devo ancora migliorare con questi comandi che si usano più raramente…

«Но что вы делаете?» – scappò di bocca a una Zozzapanna visibilmente confusa che si era improvvisamente ritrovata sdraiata sul fieno, con la testa all’ingiù perché oltre lo spigolo del parallelepipedo di fieno.

«Sì, sì, tranquilla: sono stato attento a non farne cadere neppure un po’!» la rassicurò Strabuccino che le mostrò prontamente il palmo della mano ricolmo della vile sostanza ottenendo però in cambio solo un’espressione disgustataOh no! Ho capito: è come una bambina. Non vuole la medicina, anche se sa che le fa bene, perché ha un cattivo sapore… Farò come con Done quando non vuole inghiottire una pasticca altrimenti stiamo qui fino a domani…

Così deciso, senza dirle niente, prima che potesse protestare, Strabuccino si mise rapidamente a cavalcioni sul petto di Zozzapanna in maniera che le braccia di lei risultassero bloccate lungo il corpo e solo la testa penzolasse oltre il bordo della balla di fieno.

«Ora fai la brava! In un attimo il saporaccio non lo senti più e poi così ti passa il problema alla voce…» – la rassicurò Strabuccino in tono paterno prima di tapparle il naso con due dita ferree fin quando Zozzapanna non fu costretta ad aprire la bocca per respirare e lui poté spalmarle all’interno la sudicia vasellina che aveva conservato nel palmo della mano.

«Su, su: abbiamo quasi fatto!» le disse Strabuccino che con un mano l’afferrò per le orecchie da coniglio e le sollevò la testa in alto in maniera che potesse inghiottire più facilmente mentre con l’altra le teneva le labbra chiuse in maniera che non sputasse la “medicina”.

Le iridi degli occhi di Zozzapanna divennero di un verde palude mentre il volto si fece paonazzo, poi emise una specie di forte starnuto mezzo colpo di tosse: «Etcciùcoff!!» e da una narice le uscì perfino un po’ di vasellina mista a bollicine di saliva.

«Brava! Va meglio ora?» – le chiese dolcemente Strabuccino.

ProxPuntata

38. L’antiafonicoultima modifica: 2024-08-19T12:22:01+02:00da IpostasiRiflessa

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