Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!
41. Zozzapanna è zozza
Oh, mamma! Cosa mi è successo? Devo essere svenuta! - pensò Zozzapanna confusa, guardandosi intorno per cercare di capire dov’era – sono io o è Strabuccinator a testa in giù?… no, sono sempre qui: appesa a queste balle di fieno e in balia della lussuria di quello schifoso: quasi quasi provo a chiedere aiuto… il subvocalizzatore! Non c’è più: deve essere stato strappato via dal bastone con cui Strabuccinator mi ha sfondato la gola… non mi devo abbattere: forse lo potrei considerare un mezzo successo, no?
Ma in quel momento la creatura fece un passo avanti e le disse «Это из-за страха, который ты заставил меня принять!».
Poi le assestò due violenti manrovesci sul volto che la stordirono nuovamente ma che la resero anche più consapevole dei segnali di allarme che le inviava il proprio corpo – Aahi!! che succede? Non riesco a gridare! Non riesco neppure a muovere la lingua! E anche la mandibola è in una posizione strana, come se fosse slogata! Per qualche motivo però non sento male… per adesso…
Invece la gola è in fiamme... e cos’è questa robaccia schifosa che mi cola sulla faccia: ahi! Mi è andata in un occhio e pizzica! - pensò Zozzapanna strizzando visibilmente il bell’occhio verde adesso però irritato e iniettato di sangue.
In quello stesso momento, come se avesse ricevuto un segnale, Strabuccinator si prese il maschio bazooka con una mano e si avvicinò di nuovo minacciosamente verso di lei dicendole «Не волнуйтесь: я постараюсь поторопиться!»
E ora che fa? No! Non di nuovo! Aiuto! - pensò Zozzapanna senza riuscire a urlare e neppure a muovere la testa ma altrimenti dimenandosi freneticamente con tutto il corpo per la paura nel disperato quanto vano tentativo di liberarsi e sottrarsi all’imminente nuovo attacco.
Ma il crudele Strabuccinator non si fece intimidire: reinserì senza difficoltà la propria mazza nella bocca della ragazza, poi le bloccò le gambe all’altezza delle ginocchia con le proprie forti manine e chinò la faccia in basso, verso quella di Zozzapanna, come a volerla tenere d’occhio.
Aiuto! E ora che faccio? Devo pensar… egh! - Zozzapanna non fece in tempo a pensare niente che Strabuccinator le spinse di nuovo il suo tronco in gola iniziando a muoversi su e giù con brutale vigore: poi, ogni quattro cinque colpi, si tirava quasi fuori del tutto e la guardava.
Gasp! Aria! Altro che controllo del riflesso faringeo! Con quel coso in gola non riesco proprio a respirare! - ma Zozzapanna non fece in tempo a fare un secondo respiro che Strabuccinator si infilò di nuovo tutto dentro, e anzi ora, quando affondava, si spingeva anche in avanti schiacciandole il naso col suo ventre puzzolente e facendole sbattere non troppo piacevolmente la nuca contro la balla di fieno.
Non resisto...ahiaa!... a questo supplizio! Spero di perdere di nuovo… aaaahh!... i sensi! - pregò Zozzapanna con gli occhi che le si riempivano di lacrime per il dolore e il senso d’impotenza: ma il vizioso Strabuccinator questa volta stava attento e, periodicamente, la lasciava riprendere fiato quel tanto appena sufficiente a non farla svenire.
Finalmente, dopo qualche minuto, Strabuccinator cambiò posizione: con le mani le afferrò le natiche sode e col bacino si avvicinò al corpo di lei in maniera da poter spingere verso l’alto con la massima forza; intensificò poi i movimenti sia in velocità che in profondità tanto che la sacca con le virili noci gonfie di seme si schiacciava a ogni affondo sugli occhi e il naso di Zozzapanna.
Aaahhh! Ora svengo! - riuscì appena a pensare la ragazza che stava ridivenendo paonazza, con gli occhi fuori dalle orbite, mentre tutti i muscoli del corpo, o almeno quelli sotto il suo controllo, erano tesi al massimo.
Ma in quel momento Strabuccinator si immobilizzò, piantato in lei fino in fondo, irrigidendosi: le dita si conficcarono in profondità nelle natiche, tanto che le unghie sudicie le lacerarono la pelle, mentre il cannone mascolino iniziò a svuotarsi come un’idrante direttamente direttamente nello stomaco di Zozzapanna.
***
Beh, mi sembra sia andata bene! - pensò soddisfatto Strabuccino – da come si è irrigidita credo di averle donato un orgasmo!
Poi fece arretrare il suo avatar per giudicare da una prospettiva più distaccata la situazione: appena il potente pistone uscì dalla gola di Zozzapanna tutto il liquido seminale insieme, come in una lavanda gastrica, agli ultimi rimasugli del contenuto del suo stomaco lo seguirono e, con un getto violento, fuoriuscirono della bocca mentre parte le zampillò addirittura dalle narici.
Ma guarda che maleducata! Io mi sono fatto in quattro per curarla e lei invece sputa subito tutto! Che poi cosa sono quelle specie di palline marroni semidigerite?
«Ah! Ah!» - rise Strabuccino improvvisamente divertito dall’idea - Sembrano quasi crocchette per cani! Che sciocchino che sono...
Comunque adesso col gioco craccato: è tutta un’altra musica! Il mio avatar ha avuto il suo orgasmo simulato ma lo SGODI si è automaticamente disinserito in tempo e adesso sono già pronto a ricominciare perché in realtà non ho mai finito! Invece con la versione demo adesso avrei già potuto andarmene e avrei dovuto aspettare 24 ore prima di poter tornare in azione… maledetti avidi programmatori! Ma vi ho fregato io: eh! eh! - pensò uno Strabuccino di ottimo umore il quale, sorridendo maliziosamente a Zozzapanna, le disse con voce suadente «Chi ha voglia di un altro round?!»
Non mi pare molto reattiva: probabilmente non si è ancora ripresa dall’orgasmo: non importa, intanto facciamola scendere da qui – e, contemporaneamente, spezzò con le mani il nastro di plastica che teneva appesa la ragazza a testa in giù – accidenti a questa stupida IA: non ha pensato ad afferrare Zozzapanna!
La poverina era infatti precipitata a corpo morto sul terreno sporco di vomito, virile succo maschile e paglia, ammaccandosi la testa visto che le braccia legate dietro la schiena alle caviglie non avevano potuto attutirne la caduta. Il risultato fu che Zozzapanna si ritrovò ancora più dolorante e intontita di prima e, in più, tutta impiastricciata di schifosa lordura.
Ma Strabuccino fu sollecito ad afferrarla per le orecchie da conigliola e a trascinarla di peso fino a gettarla supina sulla balla di paglia all’ingresso dello stallo.
«E no così, non va!» - le disse Strabuccino osservandola criticamente – a parte il bernoccolo sanguinante sulla fronte che si è fatta adesso buttandosi a terra, il labbro spaccato e la faccia e i capelli impiastricciati di vomito e della mia preziosa ambrosia maschile che si è sputata addosso, ora ha anche tutto il petto altrettanto sporco… e senti che puzza!… beh in realtà l’odore non è terribile: il Total Facemask lo rende col profumo dei miei calzini sporchi… ma insomma: è l’idea che puzzi che non mi va giù…
Certo potrei rigirarla e possederla bocconi… noo, mi ricorderebbe troppo la posizione numero due che davvero non ho più voglia di provare…
Da come mi guarda mi pare che anche lei la pensi come me: ancora fa la difficile e non mi parla ma da come mi guarda, con la bocca maliziosamente aperta, capisco che ha voglia quanto me di riprendere la nostra danza d’amore. Però, da come si sforza di girarsi per cercare di coprirsi il petto, capisco che si vergogna del sudiciume con cui fino a poco fa si divertiva infantilmente a sporcarsi… cosa potrei fare? - si chiese Strabuccino dubbioso mentre il suo avatar si grattava automaticamente la testa altrettanto incerto sul da farsi.
Aspetta!… sì, farò così! - e, riafferrata Zozzapanna per le orecchie, la trascinò fuori dallo stallo.