Yersinia Pestis

Si aggira per le strade percorse dall’uomo come un killer storico di professione.

Le vittime sono a milioni ed unite da un sottile filo rosso che trascende ogni logica.

Il movente pare essere il Castigo.

E per comodità si dice sia un Castigo divino.

Non è l’ennesima riflessione sul caro amico COVID19 o sulla peste, come si potrebbe evincere leggendo il titolo.

Mi riferisco piuttosto ad un altro male oscuro.

Il pettegolezzo.

Nell’irrefrenabile spinta di non poche persone a volersi sentire Dio, e quindi a concedersi il diritto di giudicare sommariamente coloro che hanno attorno, il pettegolezzo dispiega le sue ali e piomba come un falco sulle sue vittime.

Allo stesso modo delle cavallette… non lo ferma nessuno.

Non teme le stagioni.

Tantomeno le epoche storiche.

Nessun timore riguardo l’approvigionamento di cibo, visto che si nutre della superficialità e della svogliatezza degli esseri umani.

Svogliatezza nella ricerca del vero, nell’attesa della conoscenza del prossimo, nel volgere lo sguardo all’interno di se stessi.

Accontentarsi di vedere l’albero e non la foresta.

Mi chiedo perché tutte queste persone con la verità sempre pronta in tasca, non si soffermino a riflettere su tutti gli evntuali danni che possono fare, prima di sputare sentenze.

Avranno pur loro un cervello.

Se solo provassero a cercarlo…

Perché sei qui Morpheus

Sentii distrattamente un’intervista alla tv mentre perparavo la cena.
Un medico di cui non ricordo il nome  veniva intervistato riguardo il sonno.
Fu da quella sera che mi appassionai all’argomento, probabilmente perché ancora avvolto da mistero.
Sì perché è giusto sapere che gli studiosi del sonno vengono visti dalla scienza medica come figli di un dio minore. E ad oggi in tutto il mondo non esiste ancora uno studio a larghe intese volto a capire perché sia necessario dormire.
Gli unici ad aver approfondito l’argomento sono i rappresentanti dell’esercito americano, ma il loro intento è volto soprattutto a trovare metodi che rendano efficienti i soldati anche con poche ore di sonno alle spalle.
Ma questo a noi non interessa.
Noi vogliamo sapere perché non si sia ancora capito come mai ogni sera “muoriamo” per “risorgere” la mattina dopo e sentirci meglio di quando ci siamo coricati.
Di certo non si ha neccessità di addormentarsi solo per riposare, dato che basterebbe sedersi o coricarsi perché questo avvenga.
Altrettanto vero è che (come dicevano gli antichi greci) “i sogni son figli del sonno” e che si sogna per gran parte della notte e non solo nella fase R.E.M. come si è pensato a lungo. La quantità di tempo in cui si sogna diminuisce man mano che ci depriviamo di ore di sonno, magari per lavorare più a lungo o per divertimento. E in questi casi diventa anche più difficile ricordarli.
Sappiamo che abbiamo bisogno del sonno e che se proviamo a resistergli alla lunga ne saremo vinti.
Sappiamo che nella fasi di sonno R.E.M. (detto anche ad onde lente) il nostro cervello è attivo come quando siamo svegli, ma i nostri muscoli volontari risultano paralizzati.
Gli studi si sono rivolti anche al mondo animale per dipanare la matassadi dubbi di quello umano. Tutti i mammiferi e tutti i volatili dormono.
I delfini dormono con metà del cervello vigile, stessa cosa fanno i germani che si trovano a capo e in coda ad una fila durante le ore di sonno.
Ma se pensiamo agli animali i misteri al tempo stesso si infittiscono, dato che quando si dorme si rimane per lungo tempo immobili e quindi si diventa facili prede.
Perché allora la natura ha elaborato il sonno?
“Se non ha alcuna funzione vitale”, ha detto lo studioso Allan
Rechtschaffen, “allora il sonno è il più grosso errore che l’evoluzione abbia mai fatto”.
Un’idea che ci detta il buon senso (e che le ultime teorie sembrano avallare) è che il sonno sia necessario al cervello.
Non è forse vero che ci si sente meglio dopo una nottata di riposo?
Ad Harvard sono stati fatti alcuni esperimenti su studenti volontari: si è scoperto che nel sonno il cervello cerca di affidare alla memoria a lungo termine le cose apprese durante la veglia.
Si è inoltre scoperto che verrebbero eliminate le connessioni tra sinapsi non necessarie, come se il sonno ci aiutasse a ricordare ciò che è importante e a dimenticare quello che non lo è.
Altri studi non ancora confermati indicano un rafforzamento delle difese immunitarie ed un aiuto a combattere le malattie infettive.
Discorso inverso quando dormiamo poco e male.
Sappiamo che se veniamo privati del sonno alla fine muoriamo.
Ma non si sa ancore il perché, visto che non vi è alcuna traccia manifesta che possa giustificare il decesso. Niente organi danneggiati. Si ha come la sensazione che si sia morti per sfinimento.
William Dement, uno degli scopritori della fase Rem,  dopo 50 anni di ricerca sul sonno, alla domanda perché dormiamo? risponde: “Per quanto ne so l’unica ragione scientificamente provata per cui abbiamo bisogno di dormire è che ci viene sonno”.

Senza permesso

 

La persona molto colta che si diverte a far pesare la propria cultura, che volutamente lascia cadere citazioni difficilissime che nessuno capisce, quella secondo me è una persona profondamente maleducata, anche se sa usare la forchetta da ostriche.

Noi italiani siamo un popolo di ex-poveri. E abbiamo quindi tutte le stigmate del nuovo ricco. Il nuovo ricco è la persona che non si è ancora resa conto in pieno di avere del denaro. E non lo spende solo perché gli fa piacere spenderlo ma perché gli altri vedano che ce l’ha. Da dove si vede? Soprattutto dalle cosiddette situazioni in cui la gente vuole fare “bella figura”. Le cerimonie innanzi tutto. I matrimoni. Con dei buffet che… gridano vendetta. Perché c’è un sacco di spreco. E lo spreco del cibo, che secondo me è una delle maleducazioni peggiori, nasce proprio dalla fame atavica di una volta.

A forza di permettere sempre un rotolamento verso il basso si è arrivati al niente.

(Barbara Ronchi della Rocca)

La maleducazione oggi nasce dalla semplificazione di tutto. Quando manca la profondità in generale, quando manca la profondità del vivere, la maleducazione emerge. Perché è eccesso di semplificazione del linguaggio. E’ eccesso di semplificazione dei rapporti. (Biagio de Giovanni)

Il problema è che questo mondo è un mondo di immagini, che in tutte le società fino a tempi molto recenti comunque aveva un certo accesso anche alla coscienza. Oggi siamo talmente bombardati da infinite immagini che vengono dall’esterno, che si perde questo contatto. E questo rende più difficile trovare un proprio equilibrio; per cui le persone sono più nevrotiche, più impazienti, al limite anche più aggressive.

La società del rispetto tende a sparire. Se non si fa attenzione, nascono nuove generazioni che rispettano soltanto quelli che hanno avuto successo.

Se noi non ascoltiamo mai quello che abbiamo dentro, non facciamo mai attenzione e guardiamo solo di fuori, e naturalmente guardiamo di fuori soprattutto a quello che luccica, l’automobile più grande o i gioielli più vistosi, questa è una mala-educazione.

(Luigi Zoja)

Non è vero che ci si abitua a tutto: maleducazione e scortesia mi colgono sempre di sorpresa

(Anonimo)

Ogni giornata è un’occasione per piccoli atti di gentilezza. E il bello è che quando li fai poi ti vien voglia di farne di più. Quindi diventa contagiosa, ti da una carica, un’energia. La gentilezza di fatto se applicata aumenta il livello di serotonina nel sangue, che è l’ormone della felicità.

(Cristina Milani)

 

Oscurità a simmetria sferica

Io sono amico del buio.
E a chi lo teme, magari anche con terrore, gli direi che è una paura più che legittima, ragionevole, ma che al tempo stesso posso assicurare che la si può avvicinare, carezzare e tornare a casa sani e salvi.
Buie sono le strade del mio piccolo paesino.
Buia è la mia casa.
Badate bene, non è che l’Enel mi abbia tagliato la corrente.
Ma provo un immenso piacere nel pensare che vi sia luce nelle ore notturne solo se lo voglio io, e non se lo decide il vicino o l’amministrazione comunale.
Quasi buia e cosparsa di fioca luce è la stradina che dal parcheggio conduce a quella manciata di case in pietra che abbracciano la mia.
Da un lato i paesini arroccati sulle colline con i loro lampioni di cera.
Di fronte il firmamento con la costellazione di Orione che si mostra così maestosa ai mortali in questo periodo dell’anno.
E poi i camini che fumano legna.
E quelle persone incrociate in piazzetta davanti la chiesa.
Buie e silenziose pure loro. Ma che ti salutano sempre anche se solo con un cenno del capo.