"Si sorrisero con lo sguardo prima ancora che con le labbra. E quando riuscirono ad essere abbastanza vicini per salutarsi, lo fecero in modo goffo ed impacciato, tradendo senza alcun pentimento tutta l'emozione che stavano vivendo. Ma si ripresero subito. Iniziarono a camminare fianco a fianco e quando lei, dopo pochi attimi, ruppe gli indugi prendendolo a braccetto, per lui fu quasi naturale distendere quel gomito e cercarle la mano. Era un gesto semplice ed innocente, ma allo stesso tempo potente e decisivo. Il cielo quel giorno gli regalò il sole. E fu quasi una benedizione in quel mese di Novembre dove Giove Pluvio l'aveva fatta da padrone. Non erano ancora le nove del mattino e quel mostro di megalopoli stava facendo fatica a svegliarsi, offrendo loro strade dal silenzio surreale ove riecheggiavano solo le parole che in maniera incessante si scambiavano l'un l'altra. In quelle due brevi vite avevano letto storie e visto serie tv in cui i protagonisti si sentivano speciali ed immuni al mondo attorno, dove "camminavano tre metri sopra il cielo" e adesso… stava succedendo a loro. Persero d'importanza i programmi che avevano. Che fossero una colazione in centro o la visita al parco, una corsa in metropolitana o la visita al Duomo. Perché si resero ben presto conto che l'essenziale era solo che rimanessero vicini, che potessero sussurrarsi ogni tanto qualche parolina all'orecchio annusandosi a vicenda o semplicemente che rimanessero in silenzio per godersi quella sensazione di pienezza guardandosi semplicemente negli occhi. Si bearono di tutte quelle sensazioni… senza aspettativa alcuna." (continua)
Emozione daltonica (part two)
"Si sorrisero con lo sguardo prima ancora che con le labbra. E quando riuscirono ad essere abbastanza vicini per salutarsi, lo fecero in modo goffo ed impacciato, tradendo senza alcun pentimento tutta l'emozione che stavano vivendo. Ma si ripresero subito. Iniziarono a camminare fianco a fianco e quando lei, dopo pochi attimi, ruppe gli indugi prendendolo a braccetto, per lui fu quasi naturale distendere quel gomito e cercarle la mano. Era un gesto semplice ed innocente, ma allo stesso tempo potente e decisivo. Il cielo quel giorno gli regalò il sole. E fu quasi una benedizione in quel mese di Novembre dove Giove Pluvio l'aveva fatta da padrone. Non erano ancora le nove del mattino e quel mostro di megalopoli stava facendo fatica a svegliarsi, offrendo loro strade dal silenzio surreale ove riecheggiavano solo le parole che in maniera incessante si scambiavano l'un l'altra. In quelle due brevi vite avevano letto storie e visto serie tv in cui i protagonisti si sentivano speciali ed immuni al mondo attorno, dove "camminavano tre metri sopra il cielo" e adesso… stava succedendo a loro. Persero d'importanza i programmi che avevano. Che fossero una colazione in centro o la visita al parco, una corsa in metropolitana o la visita al Duomo. Perché si resero ben presto conto che l'essenziale era solo che rimanessero vicini, che potessero sussurrarsi ogni tanto qualche parolina all'orecchio annusandosi a vicenda o semplicemente che rimanessero in silenzio per godersi quella sensazione di pienezza guardandosi semplicemente negli occhi. Si bearono di tutte quelle sensazioni… senza aspettativa alcuna." (continua)