Sui passi delle mie inclinazioni

Emozione daltonica (part two)


"Si sorrisero con lo sguardo prima ancora che con le labbra. E quando riuscirono ad essere abbastanza vicini per salutarsi, lo fecero in modo goffo ed impacciato, tradendo senza alcun pentimento tutta l'emozione che stavano vivendo. Ma si ripresero subito. Iniziarono a camminare fianco a fianco e quando lei, dopo pochi attimi, ruppe gli indugi prendendolo a braccetto, per lui fu quasi naturale distendere quel gomito e cercarle la mano. Era un gesto semplice ed innocente, ma allo stesso tempo potente e decisivo. Il cielo quel giorno gli regalò il sole. E fu quasi una benedizione in quel mese di Novembre dove Giove Pluvio l'aveva fatta da padrone. Non erano ancora le nove del mattino e quel mostro di megalopoli stava facendo fatica a svegliarsi, offrendo loro strade dal silenzio surreale ove riecheggiavano solo le parole che in maniera incessante si scambiavano l'un l'altra. In quelle due brevi vite avevano letto storie e visto serie tv in cui i protagonisti si sentivano speciali ed immuni al mondo attorno, dove "camminavano tre metri sopra il cielo" e adesso… stava succedendo a loro. Persero d'importanza i programmi che avevano. Che fossero una colazione in centro o la visita al parco,  una corsa in metropolitana o la visita al Duomo. Perché si resero ben presto conto che l'essenziale era solo che rimanessero vicini, che potessero sussurrarsi ogni tanto qualche parolina all'orecchio annusandosi a vicenda o semplicemente che rimanessero in silenzio per godersi quella sensazione di pienezza guardandosi semplicemente negli occhi. Si bearono di tutte quelle sensazioni… senza aspettativa alcuna."                                                                                                 (continua)