I wish you are free

Oggi come ieri. Come secoli fa. La parola Libertà è sempre stata protagonista della storia dell’uomo. Sangue versato e vite spezzate per ottenerla. E sacrificio per mantenerla.

I nemici da combattere nel tempo sono cambiati, fino a diventare sfuggenti e camaleontici come accade ai giorni nostri. Ed esattamente come in un gioco di prestigio la Libertà ci viene sfilata da sotto il naso con la mano sinistra mentre veniamo indotti a guardare cosa sta facendo la mano destra. Ai malpensanti dico subito che qualsiasi riferimento politico è totalmente escluso. Qui si tratta di poteri ben più oscuri e raffinati che scavalcano con nonchalance chi si dedica alla “pratica del governo”.

Nell’epoca in cui l’homo sapiens impegna gran parte del proprio tempo a tener la testa china di circa quindici gradi in avanti per adorare lo schermo di uno smartphone o di un tablet, la Libertà viene facilmente barattata, forse addirittura svenduta, in cambio di una parvenza di “accesso gratuito al parco giochi virtuale”.

E ci ritroviamo ad esser protagonisti dell’odierno paradosso che ci vede più soli che mai nel periodo storico dove comunicare non è mai stato così semplice. Abbiamo purtroppo consegnato a Mangiafuoco anche il nostro Tempo oltre che la nostra Libertà, costretti a sostituire i pensieri meditanti con un’emoticon. E con essi anche il diritto ad i nostri silenzi che si nutrono di sorrisi, lacrime, paure e trionfi.