Il coronavirus sopravvive sulla congiuntiva degli occhi per almeno una settimana dopo la sua scomparsa dalla mucosa nasale. Sul primo caso confermato
segnalato
Scienziati italiani.

Il 23 gennaio, una donna di 65 anni è volata da Wuhan, in Cina, all’Italia. Ha sviluppato sintomi di COVID-19 cinque giorni dopo ed è stata ricoverata in ospedale il giorno successivo. Il paziente lamentava tosse secca, mal di gola, naso che cola e congiuntivite. Il test per il coronavirus è risultato positivo. Pochi giorni dopo, la donna cinese ha sviluppato febbre, nausea e vomito.

Il terzo giorno di ricovero, i medici hanno prelevato un tampone dalla congiuntiva del paziente e vi hanno trovato l’RNA virale. I medici hanno continuato a prendere biomateriale ogni giorno. Il 20° giorno di trattamento, l’infiammazione si è attenuata, ma l’RNA del virus è stato ancora trovato negli strisci della congiuntiva. Allo stesso tempo, la mucosa nasale era pulita.

Gli esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che un campione del virus prelevato dalla mucosa degli occhi della donna si è replicato e quindi potrebbe essere vitale. È interessante notare che nei giorni successivi gli strisci per il coronavirus dalla mucosa degli occhi sono risultati negativi, ma il 27 ° giorno il virus è ricomparso.

“Abbiamo scoperto che i fluidi oculari dei pazienti con COVID-19 possono contenere il virus e, quindi, essere una potenziale fonte di infezione”, scrivono gli autori. “Questi risultati evidenziano l’importanza di misure di controllo come evitare l’abitudine di toccarsi naso, bocca e occhi e lavarsi spesso le mani”.

I ricercatori esortano gli oftalmologi a prestare maggiore attenzione durante gli esami clinici: la mucosa dell’occhio può essere non solo un luogo di penetrazione del coronavirus, ma anche una fonte della sua diffusione.

Ex medici dell’American Academy of Ophthalmology
avviso
che la congiuntivite potrebbe essere uno dei sintomi del COVID-19.