Il coronavirus è “arrivato” in Europa almeno un mese prima dei primi casi segnalati. A tale
uscita
I medici di un ospedale francese sono venuti dopo una nuova analisi di un tampone di un paziente che è venuto da loro con sintomi di polmonite nel dicembre 2019. Il risultato per COVID-19 è stato positivo.

Ufficialmente, i primi tre casi di infezione da nuova infezione da coronavirus sono stati registrati in Francia il 24 gennaio 2020. Sono anche diventati i primi casi confermati di infezione in Europa. Tutti i pazienti provenivano da Wuhan, in Cina, l’epicentro iniziale della pandemia, dove il COVID-19 è stato diagnosticato per la prima volta il 31 dicembre 2019.

Tuttavia, sembra che a questo punto il virus circolasse già tra la popolazione della Cina e di altri paesi da diverse settimane. I medici francesi hanno dimostrato che il primo paziente con COVID-19 è comparso nel paese entro il 27 dicembre.

In questo giorno, un uomo è stato ricoverato in un ospedale di Parigi lamentando tosse secca, febbre e difficoltà respiratorie. Secondo il paziente, le sue condizioni sono peggiorate negli ultimi quattro giorni. Le analisi non hanno rivelato alcun agente patogeno conosciuto in quel momento. I medici hanno prescritto antibiotici per l’uomo, è stato dimesso due giorni dopo e in seguito si è ripreso. In ospedale è stato conservato un campione di tampone respiratorio.

In un nuovo studio, i medici francesi hanno riesaminato i campioni prelevati da 14 pazienti ricoverati negli ospedali locali con sintomi tipici del coronavirus dal 2 dicembre al 16 gennaio 2020. Tutti i test sono risultati negativi tranne uno. Un probabile paziente zero è Amirouche Hammar, un pescivendolo di 42 anni, originario dell’Algeria che vive in Francia da molti anni.

Dato che il periodo di incubazione
COVID-19
è di circa 6-11 giorni, l’uomo probabilmente si è infettato tra il 16 e il 21 dicembre. Tuttavia, non è chiaro come esattamente possa contrarre il virus. L’ultima volta che Hammar ha lasciato il paese per la sua patria è stato nell’agosto 2019, ha trascorso il resto del tempo in Francia, senza mai visitare la Cina.

Poi, però, si è scoperto che sua moglie lavorava in un supermercato vicino all’aeroporto, attraverso il quale passavano i passeggeri in arrivo a Parigi. Inoltre, uno dei bambini della famiglia ha avuto la polmonite poco prima di Hammar, ma sua moglie non aveva sintomi. Presumibilmente, potrebbe diventare una portatrice asintomatica del virus e infettare suo figlio e suo marito. Tuttavia, gli scienziati non hanno prove affidabili per questa versione.

“Nuovi dati mostrano che il virus circola nella popolazione da molto più tempo di quanto pensiamo”, ha affermato Brandon Brown, specialista presso l’Università della California presso la Riverside School of Medicine. Crede che l’analisi retrospettiva dei campioni dei pazienti in altri paesi mostrerà risultati simili. Inoltre, recente
dati
dagli Stati Uniti hanno mostrato che il coronavirus potrebbe essere entrato in California alla fine del 2019, anche se ufficialmente il primo caso di infezione è stato registrato il 21 gennaio. E i ricercatori di Cambridge lo fanno
assumo
che l’epidemia di COVID-19 potrebbe essere iniziata in Cina a metà settembre.

Anche una versione alternativa – secondo la quale il coronavirus si è diffuso al di fuori della Cina a dicembre – è stata elaborata dall’OMS. “Ci dà un’immagine completamente nuova di tutto”, ha detto il portavoce dell’OMS Christian Lindmeier. “Sarebbe fantastico se tutti i paesi che hanno avuto casi di polmonite di origine sconosciuta a dicembre e anche a novembre controllassero i loro registri ospedalieri”.