ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Quelle diverse impressioni felici


E pensavo, di passaggio, che in quell'opera d'arte che ormai, pur senza averlo deciso coscientemente, mi sentivo pronto a intraprendere, si sarebbero presentate grosse difficoltà. Avrei dovuto, infatti, eseguirne le parti successive con una maniera in qualche modo diversa, e quella adatta al ricordo di mattinate in riva al mare o di pomeriggi a Venezia non sarebbe stata tale se avessi voluto dipingere le sere di Rivebelle quando nella sala da pranzo aperta sul giardino il caldo cominciava a decomporsi, a ricadere, a depositarsi, e un ultimo chiarore illuminava ancora le rose sui muri del ristorante mentre gli ultimi acquerelli del giorno erano ancora visibili in cielo - con una materia distinta, nuova, d'una trasparenza, d'una sonorità speciali, compatta, rinfrescante e rosata.

Sorvolavo rapidamente su tutto questo, più imperiosamente sollecitato com'ero alla ricerca - ricerca le altre volte rimandata - della causa di tale felicità, del carattere di certezza con cui essa s'imponeva. E la indovinavo, tale causa, paragonando tra loro quelle diverse impressioni felici che avevano in comune il fatto ch'io le provavo tanto nel momento attuale quanto in un momento lontano, rumore del cucchiaio sul piatto, dislivello delle selci, sapore della madeleine, sino a far rifluire il passato nel presente, a non sapere con certezza in quale dei due mi trovassi; in verità, l'essere che assaporava allora in me quell'impressione la assaporava in ciò ch'essa aveva di comune in un giorno trascorso e ora, in ciò che aveva di extratemporale: un essere che appariva soltanto quando, grazie a una di tali identità fra il presente e il passato, gli era dato stare nel solo ambiente in cui potesse vivere e godere dell'essenza delle cose, ossia al di fuori del tempo.

Marcel Proust, Il tempo ritrovato

foto: Emanuelle Béart sul set del film Il tempo ritrovato