ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Sull'esistenza dell'anima


La credenza nell’esistenza dell’anima è un’illusione del senso comune, che la filosofia potrebbe distruggere, o una concezione scolastica che il pensiero, affrancato grazie alla scienza, abbia oggi superato? Tutta la vita della nostra anima ci sembra sottomessa alle influenze costanti del nostro corpo. La sua potenza o la sua diminuzione, la sua tristezza o la sua gioia sembra un effetto dello stato del nostro corpo e più particolarmente del nostro cervello. La teoria delle localizzazioni cerebrali sembra dover assoggettare tale o tal’altra qualità che ci appariva come ciò di più libero e meno materiale ci fosse in noi. Una lesione cerebrale rompe per sempre l’equilibrio del pensiero. Insomma, il nostro essere nati alla vita spirituale ha per condizione una certa vitalità della materia cerebrale, e la distruzione di questa stessa materia annienta il nostro pensiero. Certo, il pensiero resterà psicologicamente qualcosa di differente dalla materia cerebrale. Ma la materia ed il suo substrato profondo che nondimeno non sussiste s’essa muore, è la sostanza da cui emana tale fenomeno. Certo, non sarebbe troppo fare sentire l’unione intimamente vera che fa dipendere nello stesso tempo il nostro corpo dalla nostra anima e la nostra anima dal nostro corpo.

A. Ferré, Les années de collège de Marcel Proust