ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

La Berma


Quando andai a letto, i rumori della strada, che perduravano più del solito in quella sera di festa, mi tennero sveglio. Pensavo a tutta la gente che avrebbe concluso la notte tra i piaceri, all'amante, alla compagnia di debosciati forse, che dovevano aver raggiunto la Berma al termine della rappresentazione di cui avevo visto l'annuncio per quella sera. Non potevo nemmeno dirmi, per calmare l'agitazione che quell'idea faceva nascere in me durante la notte insonne, che forse la Berma non pensava all'amore, perché i versi che recitava, che aveva a lungo studiati, le ricordavano ad ogni istante le sue delizie, da lei talmente conosciute, d'altronde, che ne faceva apparire le ben note emozioni - ma dotate d'una violenza nuova e d'una dolcezza insospettata - a spettatori meravigliati che pure, ciascuno per conto proprio, le avevano già sperimentate dentro di sé. Riaccesi il lume che avevo spento, per guardare ancora una volta il suo viso. Al pensiero che certo, in quel momento, lo stava accarezzando qualcuno cui non potevo impedire di darle, e di ricevere da lei, gioie sovrumane e imprecisate, provai un turbamento più crudele di quanto non fosse voluttuoso, una nostalgia che fu aggravata dal suono del corno, come accade d'udirlo nelle notti di mezza quaresima, e spesso delle altre feste, e che, privo com'è allora di poesia, è più triste quando esce da una bettola che non "la sera nel folto dei boschi". In quel momento, un messaggio di Gilberte non sarebbe stato, forse, ciò di cui avevo bisogno. I nostri desideri interferiscono via via l'uno con l'altro e, nella confusione dell'esistenza, è raro che una felicità giunga a posarsi proprio sul desiderio che l'aveva invocata.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Félix Nadar, Sarah Bernhardt

Sarah Bernhardt (1844-1923) fu attrice teatrale e del cinema muto. Proust le dedicò diverse pagine, ricorrendo allo pseudonimo di Berma.