Amavo veramente Madame de Guermantes. Che le piombassero sul capo tutte le calamità e che, rovinata, screditata, spogliata di ciascuno dei privilegi che mi separavano da lei, priva d'una casa dove abitare e finanche di persone disposte a salutarla, venisse a implorare asilo da me; non avrei potuto chiedere a Dio felicità più grande. La immaginavo in quell'atto. (...) Ma dopo ore e ore passate a immaginare simili circostanze, a pronunciare le frasi che avrei rivolte alla duchessa accogliendola sotto il mio tetto, la situazione rimaneva invariata; nella vita reale, ahimè, io avevo scelto, per amarla, proprio la donna che riuniva in sé, forse, il maggior numero di pregi d'ogni genere e ai cui occhi, perciò, non potevo sperare di godere d'alcun prestigio: era ricca quanto il più ricco dei non nobili, senza contare il fascino personale che l'aveva resa tanto "di moda" facendone, tra tutte, una regina.
M. Proust, La parte di Guermantes I
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori
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