ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Il mondo del sonno


Ma non appena riuscii ad addormentarmi, nell'ora più veridica in cui i miei occhi si chiusero alle cose esteriori, il mondo del sonno (sulla cui soglia l'intelligenza e la volontà, momentaneamente paralizzate, non potevano più contendermi alla crudeltà delle mie impressioni reali) riflesse, rifranse la sintesi dolorosa, finalmente riformatasi, della sopravvivenza e del nulla, nella profondità organica e fattasi traslucida delle viscere misteriosamente rischiarate. Mondo del sonno in cui la conoscenza interiore, posta alle dipendenze dei disturbi dei nostri organi, accelera il ritmo del cuore o del respiro, perché un'uguale dose di spavento, di tristezza, di rimorso agisce con potenza centuplicata se viene iniettata così nelle nostre vene; non appena ci imbattiamo, accingendoci a percorrere le arterie della città sotterranea, sui neri flutti del nostro proprio sangue, come su un Lete interiore dalle sestuple spire, grandi figure solenni ci appaiono, ci abbordano e ci abbandonano, lasciandoci in lacrime. Come approdai sotto gli oscuri portici, cercai invano quella della nonna; eppure sapevo che esisteva ancora, che ancora viveva, sebbene d'una vita diminuita, pallida come quella del ricordo.

M. Proust, Sodoma e Gomorra II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori