ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Il signor di Charlus


Quanto al signor di Charlus, cui la società nella quale era vissuto forniva, in quel momento critico, esempi differenti, altri arabeschi d'amabilità e, insomma, la massima che in certi casi, avendo a che fare con semplici borghesucci, bisogna saper scoprire e utilizzare le proprie grazie più rare e abitualmente tenute in serbo, fu dimenandosi tutto, con fare sdolcinato, e come se l'ampiezza d'una gonna avesse allargato e intralciato i suoi ancheggiamenti, che si diresse verso Madame Verdurin, con un'espressione così lusingata e onorata da far pensare che esserle presentato rappresentasse per lui un supremo favore. Il viso chinato a mezzo, dove la soddisfazione sembrava in lotta con la compunzione, gli si piegava in piccole rughe d'affabilità. Si sarebbe creduto di veder avanzare Madame de Marsantes, a tal punto risaltava in quel momento la donna che uno sbaglio di natura avesse messo nel corpo del signor di Charlus. Il barone, certo, aveva duramente faticato per dissimularlo, quello sbaglio, e prendere un'apparenza mascolina. Ma c'era appena riuscito che - avendo conservato, nel frattempo, i medesimi gusti - l'abitudine di sentire da donna gli dava una nuova apparenza femminile, nata, questa, non dall'eredità, ma dalla vita individuale. E poiché, a poco a poco, arrivava a pensare al femminile anche i fatti sociali - e senza rendersene conto, dato che non è solo a forza di mentire agli altri, ma anche di mentire a se stessi, che si smette d'accorgersi di mentire -, sebbene avesse chiesto al suo corpo di rendere manifesta (nel momento in cui entrava in casa Verdurin) tutta la cortesia di un gran signore, il suo corpo, che aveva capito benissimo quanto Charlus aveva smesso d'intendere, dispiegò - al punto che il barone avrebbe meritato l'epiteto di lady-like - tutte le seduzioni di una gran dama. Del resto, si può separare completamente l'aspetto del signor di Charlus dal fatto che i figli, non assomigliando sempre al padre, anche se non sono invertiti e vanno in cerca delle donne consumano, nel loro volto, la profanazione della madre? Ma accantoniamo questo argomento che meriterebbe un capitolo a parte: le madri profanate.

M. Proust, Sodoma e Gomorra II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori