ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Un inquieto bisogno di tirannia applicato alle cose dell'amore


A volte, la scrittura in cui decifravo le menzogne di Albertine, senza giungere ad essere ideografica, aveva semplicemente bisogno d'essere letta all'incontrario; così, quella sera, m'aveva lasciato in tono noncurante il seguente messaggio destinato a passare quasi inosservato: "Forse domani andrò dai Verdurin, non ne sono affatto sicura, ne ho pochissima voglia". Puerile anagramma di questa confessione: "Domani andrò dai Verdurin, è assolutamente certo perché la cosa, per me, è della massima importanza". L'apparente esitazione significava una volontà precisa, e aveva per scopo di diminuire l'importanza di quella visita nel momento stesso in cui me l'annunciava. Albertine usava sempre il tono dubitativo per le decisioni irrevocabili. La mia non lo era di meno: avrei fatto in modo che la visita a Madame Verdurin non avesse luogo. Spesso la gelosia è solo un inquieto bisogno di tirannia applicato alle cose dell'amore.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori