ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Il barone di Charlus e le persone di mondo


Quanto alla prima delle accuse rivolte contro il barone di Charlus, quella d'esser passato di moda, le persone di mondo davano fin troppo facilmente ragione a Madame Verdurin. Erano, in effetti, degli ingrati, perché il signor di Charlus era in qualche modo il loro poeta, colui che aveva saputo estrarre dalla mondanità in cui erano immersi una sorta di poesia dove entravano un po' di storia e di bellezza e un po' di pittoresco, di comico, di frivola eleganza. Ma le persone di mondo, incapaci di capire tale poesia, non ne vedevano alcuna nella propria vita, la cercavano altrove, e mettevano infinitamente al di sopra del signor di Charlus uomini che gli erano mille volte inferiori, ma che avevano la pretesa di disprezzare il gran mondo e professavano in compenso teorie di sociologia e d'economia politica.

[…]

In breve, le persone di mondo si erano disinfatuate del signor di Charlus, non per aver capito troppo a fondo, ma per non aver mai minimamente capito il suo raro valore intellettuale. Lo si giudicava "anteguerra", fuori moda, perché i più incapaci di valutare i meriti sono quelli che per classificarli ricorrono più spesso al criterio della moda. Non hanno conosciuto a fondo, anzi nemmeno sfiorato, gli uomini di valore che c'erano in una generazione, e adesso bisogna condannarli tutti in blocco, perché ormai si profila l'etichetta di una generazione nuova, che non verrà capita più della precedente.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori