ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Ogni lettore è il lettore di se stesso


In realtà, ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. L'opera è solo una sorta di strumento ottico che lo scrittore offre al lettore per consentirgli di scoprire ciò che forse, senza il libro, non avrebbe visto in se stesso. Il riconoscimento dentro di sé, da parte del lettore, di ciò che il libro dice, è  la prova della sua verità, e viceversa, almeno in una certa misura, giacché spesso la differenza fra i due testi può essere imputata non all'autore, ma al lettore. Inoltre, il libro può essere troppo erudito, troppo oscuro per il lettore ingenuo, e non offrirgli così che una lente torbida attraverso la quale non potrà leggere. Ma altre particolarità possono, come l'inversione, far sì che il lettore abbia bisogno di leggere in un certo modo per leggere bene; l'autore non se ne deve offendere ma, al contrario, lasciare al lettore la più grande libertà, dicendogli: "Guardate voi stesso se vedete meglio con quella lente, con questa, con quest'altra".

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori