ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Una sorta di psicologia nello spazio


Non potremmo raccontare i nostri rapporti con un essere, anche se lo abbiamo conosciuto appena, senza evocare in successione tutti i diversi luoghi della nostra vita. Così ciascun individuo - e io stesso ero uno di questi individui - misurava per me la durata con la rivoluzione da lui compiuta non solo attorno a se stesso, ma attorno agli altri, e in particolare con le posizioni occupate via via rispetto a me. E tutti questi piani diversi secondo i quali il Tempo - da quando, in questa festa, lo avevo riafferrato - disponeva la mia vita, facendomi pensare che in un libro destinato a raccontarne una si sarebbe dovuto usare, in contrasto con la psicologia piana di cui si fa solitamente uso, una sorta di psicologia nello spazio, aggiungevano senza dubbio una bellezza nuova alle resurrezioni operate dalla mia memoria mentre meditavo in solitudine nella biblioteca, giacché la memoria, introducendo il passato nel presente senza modificarlo, tale quale era nel momento in cui era il presente, sopprime appunto quella grande dimensione del Tempo che la vita segue nel realizzarsi.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori