ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Qualcosa come un bacio dei suoi occhi


Se questi giri in giardino della nonna avvenivano dopo pranzo, una cosa aveva il potere di farla rientrare: era - in uno di quei momenti nei quali la rivoluzione della sua passeggiata la riportava periodicamente, come un insetto, di fronte alle luci del salottino dove i liquori venivano serviti sul tavolo da gioco - quando la mia prozia le gridava: "Bathilde!* vieni a dire a tuo marito che lasci stare il cognac!". In effetti, per stuzzicarla (lo spirito che lei aveva portato nella famiglia di mio padre era così diverso che tutti la prendevano in giro e la tormentavano), la prozia induceva mio nonno, al quale i liquori erano proibiti, a berne qualche goccia. La nonna, poverina, correva dentro, pregava con ardore suo marito di non toccare il cognac; lui si seccava, beveva lo stesso il suo sorso, e la nonna se ne andava di nuovo, triste, scoraggiata e tuttavia sorridente, perché era così umile di cuore e così dolce che la sua tenerezza per gli altri e il poco conto che faceva della propria persona e delle proprie sofferenze si conciliavano nel suo sguardo in un sorriso nel quale, al contrario di quel che si vede sul volto di tanti esseri umani, non c'era ironia che per lei stessa, e per tutti noi qualcosa come un bacio dei suoi occhi che non potevano scorgere le persone a cui voleva bene senza accarezzarle appassionatamente con lo sguardo.

[Marcel Proust, Alla Ricerca del tempo perdutoDalla parte di Swann, traduzione di Giovanni Raboni, I Meridiani Mondadori] pp.15-16

*Il nome proprio della nonna sembra essere tutto ciò che resta, nel testo definitivo di Dalla Parte di Swann, di una serie di riferimenti, rintracciabili nei manoscritti, alla tragica vicenda dei due figli del re merovingio Clodoveo II, condannati dal padre - secondo la leggenda - all'atroce supplizio dello snervamento (distruzione per bruciatura dei legamenti e dei tendini) per punirli della loro ribellione contro la madre Bathilde.