ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

La nonna e i romanzi campestri di George Sand


"Su, visto che non hai sonno e la mamma neppure, invece di stare qui a struggerci, facciamo qualcosa, prendiamo uno dei tuoi libri". Ma non ne avevo, in camera. "Non ci resterai male, dopo, se tiro fuori adesso i libri che la nonna deve regalarti per la tua festa? Pensaci bene: non sarai deluso, dopodomani, di non ricevere niente?" Al contrario, ero felice, e la mamma andò a cercare un pacco di libri dei quali non mi fu possibile che indovinare, attraverso la carta che li avvolgeva, che il formato basso e largo, ma che già sotto questo aspetto così sommario e velato eclissavano ai miei occhi la scatola di colori di capodanno e i bachi da seta dell'anno precedente. Erano La Mare au Diable, François le Champi, La Petite Fadette e Les Maîtres Sonneurs. La nonna, venni a saperlo in seguito, aveva scelto dapprima le poesie di Musset, un volume di Rousseau e Indiana; infatti, così come giudicava le letture futili altrettanto malsane quanto le caramelle e i pasticcini, era convinta che i grandi soffi del genio non potessero avere sullo spirito, anche sullo spirito di un bambino, un influsso più pericoloso e meno vivificante di quello esercitato sul corpo dall'aria aperta e dal vento di mare. Ma poiché mio padre l'aveva quasi trattata come una pazza quando aveva saputo che libri intendeva regalarmi, lei era tornata di persona dal libraio a Jouy-le-Vicomte perché io non rischiassi di restare senza regalo (era un giorno di caldo cocente, e rientrando a casa aveva avuto un malore, tanto che il medico aveva avvertito mia madre di non lasciare che si stancasse a quel modo) e aveva ripiegato sui quattro romanzi campestri di George Sand. "Figlia mia, diceva alla mamma, non potrei mai regalare al ragazzo qualcosa di mal scritto".

In realtà, non si sarebbe mai rassegnata a comprare qualcosa da cui non si potesse trarre un profitto intellettuale, in particolare quello che ci procurano le cose belle insegnandoci a cercare il nostro piacere lontano dalle soddisfazioni del benessere e della vanità. Persino quando doveva fare a qualcuno un regalo cosiddetto utile, quando doveva regalare una poltrona, delle posate, un bastone, li cercava "vecchi", come se, cancellato ormai dalla lunga desuetudine il loro carattere utilitario, apparissero disposti a raccontarci la vita di uomini d'altri tempi più che a soddisfare i bisogni della nostra. [...] Ora, i romanzi campestri di George Sand che la nonna mi regalava per la mia festa erano appunto pieni, al pari di un antico mobilio, di espressioni cadute in disuso e ridiventate immagini, come non se ne trovano più che in campagna. E la nonna li aveva comprati preferendoli ad altri così come avrebbe preso in affitto più volentieri una proprietà dove ci fosse stata una piccionaia gotica o qualcun'altra di quelle vecchie cose che esercitano sullo spirito un benefico influsso regalandogli la nostalgia di impossibili viaggi nel tempo.

[Marcel Proust, Alla Ricerca del tempo perdutoDalla parte di Swann, traduzione di Giovanni Raboni, I Meridiani Mondadori] pp. 49-50-51