Ciò di cui hanno bisogno sono i fantasmi

Adesso quelle strade non erano più, per me, che il mezzo per raggiungere Albertine; quando le riconoscevo, identiche, sapendo già prima fino dove sarebbero andate dritte, dove avrebbero curvato, ricordavo di averle percorse pensando a Mademoiselle de Stermaria, e anche che la stessa ansia di rivedere Albertine l’avevo provata a Parigi, percorrendo le strade per le quali passava Madame de Guermantes; assumevano per me la monotonia profonda, il significato morale d’una sorta di linea seguita dal mio carattere. Era naturale e, tuttavia, non era indifferente; quelle strade mi ricordavano che era mio destino inseguire soltanto dei fantasmi, esseri la cui realtà, per buona parte, stava nella  mia immaginazione; in effetti, ci sono persone – ed era stato, sin dalla giovinezza, il mio caso – per le quali tutto ciò che ha un valore fisso, verificabile da altri, la fortuna, il successo, le posizioni brillanti, non contano; ciò di cui hanno bisogno sono i fantasmi. Ad essi sacrificano tutto il resto; fanno tutto il possibile, si servono di tutto per ritrovare quel certo fantasma. Ma questo non tarda a svanire; allora se ne rincorre un altro, salvo, poi, tornare al primo.

M. Proust, Sodoma e Gomorra II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori