Quando tutto è perduto, la nostalgia pesa sulla sua freddezza, lacerando i panni strappati di una gioia già consumata.
Mi cucio in bocca le risate comprate in una vetrina morta, per provare davanti allo specchio, il discorso che mi uscirà dalla gola, per convincerti del mio sporco e scadente “Ti Amo”.
Spengo la sigaretta nel posacenere intasato di detriti, per mettermi la scarpa comprata con il sudore delle mie gambe, le mie gambe così belle e grosse che ti piace passeggiare e assaporare continuamente. Indosso il mio vestito migliore, corto come sempre. Incredibile come le donne semplici paghino una fortuna per un vestito come questo, solo un pezzo di stoffa apprezzato da un’etichetta realizzata in un paese sottosviluppato. Dopo tre o quattro pennellate di trucco, nascondo il viso della bambina innocente e defunta, facendo spazio alla donna che vuole conquistare tutto.
Mentre esco per le strade per incontrarti, il mio profumo trasuda dal mio collo, invadendo i punti in cui mi appoggio. Non sorprenderti se tuo figlio ha un odore simile al mio e al tuo.
Nel solito caffè, la sua auto d’importazione, con un cavallo pallido come simbolo, si ferma accanto a me per consentirmi di entrare.
Mentre mi siedo sul sedile in pelle di questa macchina molto costosa, sto uscendo con il coltivatore di fiori nello specchietto retrovisore che una volta si prendeva cura del mio giardino con tutto l’affetto e la dedizione, innaffiando l’erba che insiste per essere falciata giorno dopo giorno con il suo tubo flessibile.
Mentre guidi, mi impegno a raccontarti le verità più nascoste che ho provato durante il giorno, per farti sentire dispiaciuto per una donna che vuole solo ciò che ha nella tasca posteriore.
Alcuni mi chiamano puttana, altri puttana… Qualunque sia il termine dispregiativo che mi chiamerà, sappi che non mi interessa, confido nel mio cervello più di qualsiasi altro organo qui in questo monologo citato.
All’arrivo nel suo posto economico, il sorriso di soddisfazione lascia il posto a uno sguardo di disgusto e indifferenza. Come può una persona con così tanti soldi vivere in un posto piccolo in un quartiere normale come questo? .
Beh, quello che mi interessa davvero è placare la mia sete di piacere, mentre nascondo i miei orgasmi multipli con il tuo giocattolino che a malapena sento entrare e uscire.
Mentre sembri cercare di darmi piacere, gemo forte per incoraggiarti mentre aspetto con ansia la fine di tutto.
Dopo lunghi 45 minuti, mi alzo e mi faccio la doccia, solo, ovvio; È abbastanza aver dormito per 45 minuti con qualcuno che non mi ha nemmeno fatto sapere quando l’atto è iniziato e finito.
Ritornato in camera da letto, mi ricompongo lentamente, e aspetto la ricompensa per il servizio di mettere in scena due orgasmi senza bisogno di muovere un muscolo. Ricevo i miei soldi ed esco dalla stessa porta in cui sono entrato, quasi allo stesso modo, ma questa volta con altri sette pesci nel mio acquario.
Ricompensa questo guadagno per essere la donna che tutti voi uomini desiderate e che non avete mai avuto l’opportunità di incontrare.
Ricompensa, dare piacere a un essere deplorevole chiamato uomo, che paga per un pezzo di carne come me, in un vestitino da quattro soldi, per soddisfare tutte le sue voglie.
Questa ricompensa, guadagnata per essere più razionale che emotiva, lascia ancora una volta l’uomo come lo sciocco sciocco.
Arrivo a casa e mi siedo davanti allo specchio. Sciogliere filo per filo nella mia bocca, prendere tratto dopo tratto dal mio viso, mostrando chi sono veramente. Una donna come tante, che soffre, che ama, che ha problemi e che ha l’ambizione di fare carriera.
Per caso, mi sono fermato su una doppia corsia, preferendo soldi veloci e senza sforzo, solo per fingere piacere. Piacere che non so più sentire, che non so sentire.
Piacere che già penso di essermi perso.
Adesso mi stendo sul letto, cancello il tuo nome dalla lista, tolgo la tua faccia, per domani, per cucire di nuovo una faccia da bambola sulla mia faccia, per dare finalmente piacere a qualsiasi estraneo.
Buona Notte .