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La pioggia nel pineto

Post n°3 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da jX666.FataNera.666Xj
 


Taci. Sue le soglie

del bosco non odo                                       
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c' intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove si nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
sui freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
sulla favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

 

 

Gabriele D'Annunzio

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Commenti al Post:
champions_3
champions_3 il 24/02/12 alle 17:52 via WEB
Analisi del testo del "La pioggia nel pineto" La pioggia nel pineto Il poeta immagina di trovarsi, in una giornata d'estate, con la sua donna amata, alla quale dà il nome classico di Ermione, nella pineta di Versilia battuta dalla pioggia. La lirica rappresenta le sensazioni prodotte dalla pioggia che cade, sempre più intensamente, sulla pineta in cui si sono addentrati l'uomo e la donna. La natura sembra risvegliarsi e rispondere al contatto della pioggia quasi con un discorso musicale, come una serie di strumenti dal suono diverso. In mezzo a questi suoni e sotto l'intensificazione della pioggia, l'uomo e la donna, purificati dall'acqua piovana che ne bagna le vesti, sembrano immergersi progressivamente nella natura, divenendo parte di essa. Forma metrica: uscivano, nel 1902, i primi tre libri delle Laudi del Cielo, del Mare e della Terra. A uno di questi tre libri, l'Alcyone, appartiene questa lirica. Si tratta di 128 versi liberi, suddivisi in quattro strofe di 32 versi di varia misura, senza alcuna regolarità versi di tre, sei, sette e nove sillabe, con frequenti rime baciate e altre interne al verso. Esse, insieme a frequenti onomatopee e assonanze, sottolineano i toni e l'armonia del cadere della pioggia. L'ultimo verso di ogni strofa è costituito dal nome della donna a cui il poeta si rivolge: Ermione. Alcione è il nome della figlia di Eolo, il re dei venti, suicidatosi per il dolore della morte del marito. Gli dei la trasformarono nell'uccello dello stesso nome. Alcione è anche la stella più luminosa della costellazione delle Peleiadi, le cui stelle principali sono nove. Livello tematico: il poeta parla alla donna che è con lui, e la invita a tacere, per ascoltare insieme la voce del bosco. Sul limitare della pineta (“su le soglie del bosco”) il poeta non intende più il linguaggio umano di Ermione, teso com'e' ad ascoltare quello più nuovo della pioggia sul pineto (“non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove”). Il linguaggio della natura, fatto di suoni che la pioggia produce cadendo sulle foglie del bosco, sussurra (“parlano”) in lontananza. All'invito al silenzio segue ora l'invito all'ascolto (“ascolta”). Piove sulle tamerici, arbusti ornamentali con foglie squamiformi e fiori rosei sempreverdi che crescono in terreni fertili e ben drenati nei climi marittimi; sono dette “salmastre” perché vivono benissimo nell'immediata vicinanza del mare e sono quindi inaridite dalla salsedine, mentre “arse” perché bruciate dal sole. Piove sui pini dalla scorza ruvida (“scagliosi”) e dalle foglie aghiformi (“irti”). Piove sui mirti, arbusti sempreverdi, nell'antica Grecia sacro a Venere (“mirti divini”), sui fiori gialli delle ginestre, a grappoli (“accolti”), che brillano sotto la pioggia che cade e li ravviva (“fulgenti”), sui ginepri, piante sempreverdi con bacche (“coccole”) assai profumate. Fine primo commento. Cordialmente,Antony.
 
Perfida.Fata
Perfida.Fata il 24/02/12 alle 19:47 via WEB
Un saluto augurandoti una buona serata..Fata..
 
champions_3
champions_3 il 25/02/12 alle 17:29 via WEB
Ho sempre considerato che ci sono fate e fate...ma in alcune di esse c'è un cuore. Auguro anche a te un buon fine di settimana,e un buon inizio. Cordialmente,Antonio. Ciao.
 
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