Creato da jX666.FataNera.666Xj il 01/01/2012

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negli inferi

Ultimi Commenti

IL.RE.ENDRIX
IL.RE.ENDRIX il 03/05/12 alle 01:11 via WEB
Però....non sapevo che potevo fare quest'effetto!...
 
Perfida.Fata
Perfida.Fata il 23/03/12 alle 21:30 via WEB
Vita..Nera..Sporca..Lenta..Crudele..
 
champions_3
champions_3 il 12/03/12 alle 22:20 via WEB
Ciao,dove risiede la tua :-( Ciao.
 
Perfida.Fata
Perfida.Fata il 11/03/12 alle 11:20 via WEB
La notte così Invitante in certi Attimi e Maledetta in Altri...buona domenica Fata ( adoro questa canzone di sfondo al tuo blog).
 
love.2012
love.2012 il 08/03/12 alle 17:49 via WEB
Oggi è la tua festa,tanti auguri, un piccolo pensieri per te. Un abbraccio ciao da Paola
 
jX666.FataNera.666Xj
jX666.FataNera.666Xj il 06/03/12 alle 13:54 via WEB
:(
 
champions_3
champions_3 il 05/03/12 alle 23:21 via WEB
Se tu non hai sonno sarà inutile la presenza di questa cosiddetta divinità dagli antichi Creci. Infatti,pare che con l'evoluzione dei tempi, Morfeo, abbia perduto la giusta via dei suoi seguaci. Un cordiale saluto. Ciao.
 
champions_3
champions_3 il 25/02/12 alle 17:29 via WEB
Ho sempre considerato che ci sono fate e fate...ma in alcune di esse c'è un cuore. Auguro anche a te un buon fine di settimana,e un buon inizio. Cordialmente,Antonio. Ciao.
 
Perfida.Fata
Perfida.Fata il 24/02/12 alle 19:47 via WEB
Un saluto augurandoti una buona serata..Fata..
 
champions_3
champions_3 il 24/02/12 alle 17:52 via WEB
Analisi del testo del "La pioggia nel pineto" La pioggia nel pineto Il poeta immagina di trovarsi, in una giornata d'estate, con la sua donna amata, alla quale dà il nome classico di Ermione, nella pineta di Versilia battuta dalla pioggia. La lirica rappresenta le sensazioni prodotte dalla pioggia che cade, sempre più intensamente, sulla pineta in cui si sono addentrati l'uomo e la donna. La natura sembra risvegliarsi e rispondere al contatto della pioggia quasi con un discorso musicale, come una serie di strumenti dal suono diverso. In mezzo a questi suoni e sotto l'intensificazione della pioggia, l'uomo e la donna, purificati dall'acqua piovana che ne bagna le vesti, sembrano immergersi progressivamente nella natura, divenendo parte di essa. Forma metrica: uscivano, nel 1902, i primi tre libri delle Laudi del Cielo, del Mare e della Terra. A uno di questi tre libri, l'Alcyone, appartiene questa lirica. Si tratta di 128 versi liberi, suddivisi in quattro strofe di 32 versi di varia misura, senza alcuna regolarità versi di tre, sei, sette e nove sillabe, con frequenti rime baciate e altre interne al verso. Esse, insieme a frequenti onomatopee e assonanze, sottolineano i toni e l'armonia del cadere della pioggia. L'ultimo verso di ogni strofa è costituito dal nome della donna a cui il poeta si rivolge: Ermione. Alcione è il nome della figlia di Eolo, il re dei venti, suicidatosi per il dolore della morte del marito. Gli dei la trasformarono nell'uccello dello stesso nome. Alcione è anche la stella più luminosa della costellazione delle Peleiadi, le cui stelle principali sono nove. Livello tematico: il poeta parla alla donna che è con lui, e la invita a tacere, per ascoltare insieme la voce del bosco. Sul limitare della pineta (“su le soglie del bosco”) il poeta non intende più il linguaggio umano di Ermione, teso com'e' ad ascoltare quello più nuovo della pioggia sul pineto (“non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove”). Il linguaggio della natura, fatto di suoni che la pioggia produce cadendo sulle foglie del bosco, sussurra (“parlano”) in lontananza. All'invito al silenzio segue ora l'invito all'ascolto (“ascolta”). Piove sulle tamerici, arbusti ornamentali con foglie squamiformi e fiori rosei sempreverdi che crescono in terreni fertili e ben drenati nei climi marittimi; sono dette “salmastre” perché vivono benissimo nell'immediata vicinanza del mare e sono quindi inaridite dalla salsedine, mentre “arse” perché bruciate dal sole. Piove sui pini dalla scorza ruvida (“scagliosi”) e dalle foglie aghiformi (“irti”). Piove sui mirti, arbusti sempreverdi, nell'antica Grecia sacro a Venere (“mirti divini”), sui fiori gialli delle ginestre, a grappoli (“accolti”), che brillano sotto la pioggia che cade e li ravviva (“fulgenti”), sui ginepri, piante sempreverdi con bacche (“coccole”) assai profumate. Fine primo commento. Cordialmente,Antony.
 
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