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Sole

Post n°12 pubblicato il 24 Maggio 2006 da OrionNebula

In fondo è pur sempre una bella giornata...

 
 
 

Non so...

Post n°11 pubblicato il 24 Maggio 2006 da OrionNebula

Non so perché quella sera ho deciso di uscire… non potevo sapere che il mio destino sarebbe cambiato. Non potevo sapere che ci sarebbe stato una svolta del genere. Ero stanco, ero demotivato, sarei rimasto a casa come sempre a crogiolarmi nei miei pensieri e nelle mie malinconie. Ma tutto sarebbe stato a portata di mano, tutto sarebbe stato solo mio.
Non potevo immaginare la reazione a catena che si sarebbe scatenata dentro il mio animo instabile e fragile come cristallo di Boemia. Ora ad una distanza temporale indefinibile non so più chi sono. Non conosco più le mie leggi, non so più cosa sia possibile aspettarsi dagli eventi della vita. Soffro, una lacrima solca il mio viso. Una crepa mina la stabilità delle mie certezze. Perché? Forse non lo merito, forse si. Forse sono troppo innamorato delle profondità dei mie sentimenti. Forse sono solo un povero cristo capitato al posto sbagliato al momento sbagliato. Cosa significa amare allora? Significa soffrire fino a consumarsi? Significa sbandare in contromano? Significa piangere in silenzio nella speranza che nessuno ti veda? Significa aver paura di mostrare le proprie debolezze? Significa temere tutto quello che di più profondo può scaturire dalla tua anima?
Vivere in punta di piedi un sentimento, rimanere sull’orlo del precipizio ostentando sicurezza… è questo che vuole il mondo? E’ tutto chiuso dentro una cella di cui ha smarrito la chiave. Sono fuori di me e mi osservo con compassione e un po’ di pietà. Povero essere mortale incatenato al suo assurdo sentire. Povero essere incapace di esprimersi. Povero cristo, povero diavolo, povero rinnegato dal suo mondo stesso. Non esistono parole, non esistono gesti, non esistono sguardi… non esistono più, vivono solo dentro me. Forse un giorno qualcuno li scoprirà. Per ora seppellisco tutto sotto la coltre della “normalità”.
Non credo di aver provato qualcosa di simile con qualcun altro. E forse non lo saprai mai. Perché poi? Perché? Perché…

 
 
 

Pensieri sciolti

Post n°10 pubblicato il 22 Maggio 2006 da OrionNebula

Com’è facile morire. Affacciarsi al balcone del sesto piano di un’anonima abitazione del centro. Sfiorare la ringhiera troppo bassa per fornire un qualche tipo di protezione. Il cielo stellato è un pallido ricordo nella fresca serata di una Milano che ormai da decine d’anni ha dimenticato com’è fatto.
Guardare giù.
Venti metri sotto la pavimentazione è uno strano mix di grigi in forma quadrangolare, uniforme, sembra infinita, ma naturalmente è circondata da altri tre palazzi che ne fanno una piccola piazza, centro del nulla più assoluto. Basterebbe veramente poco. Un passo in più… una piccola spinta. Il confine che separa le due vite a cui tutti siamo destinati a volte è più visibile di altre. La prima vita, quella materiale, quella della sopravvivenza, dell’istinto di conservazione, dei terreni sentimenti, dei cinque sensi, quella vita è facile da osservare, da assaggiare, da amare o da odiare… la seconda vita invece è un’altra cosa. Ogni religione si affanna a decidere per noi come debba essere e cosa dobbiamo fare per meritarcene una appagante. Per quelli poi che non hanno la fortuna di possedere una qualche fede o non esiste o è la più grande incognita dopo le donne (o i maschi, viva la par condicio)… Personalmente faccio parte di quest’ultima categoria e stasera per una infinitesima frazione di secondo, su quel balcone, mi sono domandato: “cosa accadrebbe se ora mi lasciassi andare?”. Un pensiero molesto. Creato ed eliminato subito dopo dalla mia mente non senza però lasciar traccia di se nella mia memoria. Non ho potuto far finta che non sia mai nato. Mi ha lasciato uno strano sapore in bocca. Come una pietanza che sembra dolce all’inizio, poi incontra la parte della lingua capace di riconoscere il sapore amaro poco prima di ingoiarla. Dicono che i veleni siano amari perchè quando ci accorgiamo di loro è troppo tardi per sputarli via…
Le note di un pianoforte (“Broken Promise” dei Placebo) fanno da tappeto musicale a queste frasi che scrivo senza conoscerne il reale significato… Ora credo che andrò a dormire, forse è meglio per oggi.
A presto.

 
 
 

Campagna. Esterno Notte.

Post n°9 pubblicato il 18 Maggio 2006 da OrionNebula

Dopo un sonno durato qualche giorno o forse solo un istante mi sono finalmente svegliato dal mio sonno profondo. Ieri notte aprii gli occhi ed ero in luogo strano. Un vasto parco da qualche parte a nord di Milano. La luna rischiarava erba ed alberi donando al paesaggio delle sfumature più da crepuscolo che da notte fonda. La luce di alcune candele invece rischiarava un foglio su cui erano disegnati due ideogrammi di un qualche alfabeto asiatico di cui ignoravo il significato. Tutto intorno a quel piccolo altarino c’era gente, ma non troppa direi. E fra tutta quella gente c’era lei, Claire che danzava trasportata dal ritmo dei djambe e dalle note sublimi di un sax accompagnato da un paio di chitarre. I suoi movimenti erano ipnotici, vestiva con una abbigliamento ”etnico” con una gonna lunga e una specie di canotta, entrambi molto colorati, ma la cosa che rendeva il tutto così perfettamente trascinante erano dei braccialetti, che portava a polsi e caviglie, con dei piccoli sonagli che ad ogni suo movimento emettevano un sublime suono che sembrava un tutt’uno con la musica, le piante, la luna, il creato…
Io ero lì estasiato da quella visione, non riuscivo a distogliere il mio sguardo, ero come in preda ad un illusionista che cercava di ipnotizzarmi con ottimi risultati. Tutto quello che riuscii a fare era imbracciare una delle chitarre, orfana del suo musicante, e lasciar andare le mani, le dita, le corde a quella strana e quasi psichedelica melodia.
Non so esattamente quanto andò avanti questo spettacolino, ma ad un certo punto fui bruscamente riportato alla realtà da un mio amico che mi chiedeva se volessi fare un sorso di birra… Comunque di lì a poco ci fu una pausa nella musica e anche Claire smise di danzare venendosi a sedere vicino a me. Cominciò a spiegarmi che quello a cui stavamo partecipando era un “rainbow”, ovvero una specie di festa in simbiosi con la natura in cui ognuno decide di donare ai partecipanti ed alla natura stessa qualcosa facente parte della sua essenza, qualcosa che non necessariamente è un oggetto o del cibo, ma anche musica, danza, poesia… questo genere di incontri trovava le sue radici negli anni sessanta in qualche comunità hippy dalle larghe vedute.
Mentre mi parlava, rischiarata magistralmente dal mix cromatico creato dalla luce della luna e quella delle candele, capii perché ero andato lì; ero lì per quello sguardo, tutto il tempo e lo spazio degli ultimi giorni erano serviti per condurre me ed il mondo a quel momento…

 
 
 

Dormirò

Post n°8 pubblicato il 09 Maggio 2006 da OrionNebula

Ok. Non sono riuscito a scrivere nulla.
Forse sarebbe stato meglio. Ma non ce l’ho fatta. Ora viene la parte più difficile però: dormire. Il mio cervello rifiuta di spegnersi e la mia mente di elaborare. Quel singolo istante continua a riprodursi furtivamente nelle stanza vuote della mia testa e come un virus si insinua negli interstizi esistenti fra ogni neurone funzionante. Estirparlo via ormai è impossibile. Ha preso il pieno controllo del sistema operativo che regola tutte le mie funzioni. Confidavo nel sonno e nella stanchezza per tentare di darmi tregua ma per ora Mastro Morfeo ha deciso di sbronzarsi con Don Bacco in qualche pub sui navigli e tarda a tornare. Ammesso che lo faccia e non decida di passare la notte a casa di Miss Venere in preda a passioni tutt’altro che divine… Nel frattempo lo aspetto come una moglie gelosa sull’uscio di casa. E fisso il soffitto bianco in cerca forme e colori inesistenti che distolgano la mia attenzione dal resto del mio mondo interiore.
A domani madre terra.

 
 
 

Momenti

Post n°7 pubblicato il 08 Maggio 2006 da OrionNebula

Questo sabato… questo maledetto sabato… Perdersi nei meandri di una Milano luminosa eppure priva di luce. Lasciare che tutte le sue immagini scivolino via una dopo l’altra. Lasciare che tutta quella gente che tenta ad ogni costo di conquistarsi uno spazio socio-metropolitano vivibile rimanga solo sullo sfondo. Tante cose sono accadute nelle ultime ore ma solo alcune hanno lasciato il segno. Potrei raccontare dell’anonimo aperitivo nell’ennesimo locale fin troppo alla moda per essere di moda… potrei raccontare del posto dove c’era un concerto metal e della birra dallo strano sapore che servivano. Potrei anche raccontare di come diavolo mi sono sentito quando domenica mattina, o meglio pomeriggio, mi sono svegliato con la testa piena di sensazioni ed immagini confuse e lo stomaco in subbuglio.
Ma non lo farò.
Quegli occhi. Quello sguardo. Non riesco a togliermelo dalla testa. E’ come aver osservato il sole per un istante di troppo, chiudere gli occhi e vedere ancora una vaga forma tondeggiante dal colore indefinito che fa da sfondo alle palpebre. Credo che esistano dei rari momenti nella vita di una persona in cui qualcosa di assolutamente magico ed imprevisto accade. Qualcosa che porteremo dentro per il resto della vita. Questi momenti spesso durano troppo poco per essere colti, e spesso le nostre facoltà intellettive li ignorano bollandoli come coincidenze, eventi casuali o di poca importanza. Quando abbiamo la fortuna, invece, di coglierne uno dapprima lo stupore, poi la meraviglia e la contemplazione si impossessano di ogni briciolo della nostra attenzione fino a quando tutto finisce così come è iniziato. Credo che ognuno di noi poi metabolizzi questo genere di eventi in modo diverso. Io personalmente credo di averne vissuto non più di un paio nella mia vita ed ogni volta il periodo immediatamente successivo è stato “devastante” dal punto di vista psicologico-emotivo. Ecco, ora sto vivendo uno di quei momenti di distruzione totale delle certezze faticosamente acquisite e del recupero fra le loro macerie di qualcosa cha abbia ancora un senso.
Ma adesso sono ancora un po’ troppo scosso per scrivere qualcosa che abbia almeno un capo ed una cosa con qualcosa in mezzo che si muove. Forse tra qualche ora avrò le idee più chiare, forse no.
Aspetto ancora un po’, poi magari riprendo a scrivere.
Ancora un po’…
Ancora…

 
 
 

Inizia il weekend

Post n°6 pubblicato il 07 Maggio 2006 da OrionNebula

Il weekend è finalmente cominciato. La settimana lavorativa è stata abbastanza stressante a causa di una improvvisa mole di lavoro che si è impossessata totalmente del tempo a mia disposizione e della mia attenzione residua. Ma non voglio soffermarmi su questo. Piuttosto vorrei sottolineare alcuni fatti che mi hanno portato a conoscere Alex e Claire a Parigi.
InFrancia ci ero andato per staccarmi un po’ dalla alienante routine che in una grande città come Milano fa fin troppe vittime e proseliti. Vittime sono coloro che la soffrono fino al massimo grado, proseliti sono coloro che la amano e che non possono farne a meno… Questa è una città strana. Da immigrato semi-clandestino figlio del sud Italia posso dire che questo è un luogo che si lascia vivere abbastanza piacevolmente ma fino ad un certo limite. So che può facilmente fagocitarti portandoti ad accordare le corde della tua vita sulle sue assurde note. L’importante è mantenere la propria identità e soprattutto i propri spazi e tempi e far si che lei diventi un gustoso contorno della vita non la vita stessa.
Insomma ero a Parigi per il weekend con degli amici in un ostello di rue de Clichy frequentato da un sacco di giovani. Non era la prima volta che visitavo quella magica e romantica città e quella volta ci ero tornato per vedere e visitare tutto ciò avevo tralasciato durante gli altri viaggi.
Quei due giorni erano passati in maniera molto veloce, come ogni volta che si sta vivendo una bella esperienza; e poi dicono che il tempo non è relativo… Fu in ostello che conobbi i miei due nuovi amici. Erano nella stanza accanto alla mia. Il nostro primo incontro fu nella cucina dell’ostello dove con i miei compagni stavamo preparando una veloce cenetta prima di uscire a far baldoria. Ricordo che fu Claire a fare il primo passo chiedendomi se potevo darle un po’ di sale. Fu la semplicità e la naturalezza del suo sguardo che mi colpì fin da subito. Tutto il resto venne di conseguenza, facile come un bere un bicchier d’acqua. Ci scambiammo impressioni sulla città e sulla dubbia igiene di alcune parti del nostro ostello e la presentai al resto dei miei amici proprio mentre sopraggiungeva Alexander. Sbrigate le pratiche di rito della prima conversazione fra nuovi amici, cenammo insieme e ci demmo appuntamento per la serata. Durante quel weekend ci divertimmo parecchio tutti quanti e i due nuovi amici si integrarono alla perfezione nel gruppo.
Ma chi sono Alexander e Claire?
Alexander, per quello che ho potuto capire dal weekend francese e dalla serata passata insieme qualche giorno fa, è ungherese e studia ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. Si è trasferito in Italia da un paio d’anni e vive con Claire in un trilocale nei pressi di Piazza Cinque Giornate. Il rapporto fra i due non mi è chiaro per nulla anche se non credo siano amanti. Sono molto complici fra di loro, questo è un dato di fatto, ma sembra più un’amicizia fraterna che un amore sbocciato o in procinto di sbocciare. Tutto quello che so è che i due si sono incontrati quando Alexander è arrivato nel nostro paese e da allora si sono frequentati più o meno assiduamente. Claire, infatti, viveva con altre due amiche nel trilocale ma una di loro aveva deciso di trasferirsi a Boston dopo la laurea liberando così una stanza proprio nei giorni un cui Alexander era in giro per Milano a cercare un posto dove stabilirsi. Insomma una storia di studenti come tante.
Claire invece è veneta ed è venuta a Milano per studiare filosofia. Una tipa molto particolare, sicuramente un’intellettuale di sinistra con un ottimo gusto per l’arte e la letteratura ed una congenita avversione per la banalità e la mediocrità. E’ molto piacevole starla a sentire quando parte con le sue congetture sul senso della vita e di come affrontarla per poterla vivere al meglio delle nostre possibilità mentali… mai banale Claire.
Non so molto atro ma c’è tempo. Non ho fretta. Scoprirsi poco a poco, serata dopo serata è sempre un’avventura affascinate quando c’è stima intellettuale… e non solo.
Questa sera non so dove ci porterà la notte milanese. Forse sulle vie della perdizione alcolica? O ad incontrare le note di qualche band post rock in un locale (ex)fumoso dei navigli? Non importa, come si suole dire, l’importante è la buona compagnia che stasera certo non mancherà dato che con i miei amici abbiamo deciso di riviere i fasti delle stravaganti serate parigine con Alexander, Claire ed altri amici che abbiamo conosciuto da quelle parti.


Stiamo arrivando cara, dolce notte, sarai pronta ad accoglierci?

 
 
 

Serata tranquilla

Post n°5 pubblicato il 07 Maggio 2006 da OrionNebula

Stasera sono uscito con Alexander. Siamo andati a bere una birra in un pub irlandese. E' stata una serata piacevole anche se oggi ero un po’ giù per via di una stupida lite con un mio caro amico. Alex ha cercato di tirarmi su raccontandomi dei suo ultimo viaggio in Cina. Mi diceva che li ci sono condizioni di vita ancora inimmaginabili per noi occidentali, ma che comunque si possono trovare persone di grande spessore. Per non parlare degli incredibili luoghi naturali e non che si possono visitare.
All'inizio stavo a sentirlo con distacco, ancora nervoso per la pessima giornata. Poi, man mano che raccontava, la mia attenzione è caduta completamente nelle sue mani. Le sue minuziose descrizioni di ogni aspetto del suo viaggio mi hanno fatto immaginare di esserne il protagonista. Devo dire che sa vender bene la sua merce... Gli ho consigliato la carriera di commerciale in qualche grande multinazionale e lui mi ha detto con un sorriso ironico che ci penserà...
Il mix miracoloso fra affascinanti avventure esotiche e quei 5-6 gradi di alcool che mi sono entrati in corpo al ritmo di una pinta all'ora hanno compiuto la missione per la quale qualche essere superiore li ha creati: farmi dimenticare le ansie e farmi concentrare su quanto fosse appagante il senso di benessere che a poco a poco si impossessa di tutte le tue facoltà mentali e fisiche...
Risultato: quella gran canaglia mi ha fatto passare una bella serata e di questo lo ringrazio. E' strano come sia possibile essere in simbiosi con una persona, per altro del tuo stesso sesso, che si conosce da così poco tempo.
nbsp;
"Claire? Che fine ha fatto Claire stasera?" ad un certo punto della serata questa domanda mi è venuta fuori così, senza un motivo preciso.
"Credo che sia rimasta a casa, mi diceva che doveva studiare per un esame che deve dare tra qualche giorno."
Allora vi sentite... ho pensato ma non ho detto. Ho resistito alla tentazione di chiedergli cosa ci fosse fra loro ma credo che prima o poi sarò costretto ad indagare. Quella ragazza ha un non so che mi intriga. Ma diamo tempo al tempo.
"A presto e buonanotte caro Alexander. Ci si becca in questi giorni."

 
 
 

Incontri

Post n°4 pubblicato il 07 Maggio 2006 da OrionNebula

Alexander e Claire... Claire ed Alexander...
Ma chi saranno mai queste due anime perdute?
A chi apparterranno?
Alexander e Claire... Claire ed Alexander... Ma chi saranno mai queste due anime perdute? A chi apparterranno? Li ho incontrati per la prima volta qualche giorno fa a Parigi e mi sono piaciuti subito. Anche se devo ammettere che a volte il loro sguardo mi inquieta, soprattutto quello di Alexander. E' come se ci fosse dell'atro oltre alla semplice e spietata apparenza. La compagnia di Claire è gradevolissima, anche perchè è una ragazza davvero carina. Con Alexander poi ho scoperto di avere tantissime cose in comune:ama il tennis e lo sport in generale, ha letto quasi tutto quello che ho letto io. Passiamo ore a discutere di concetti indefinibili come il tempo e l'infinito... Potrei anche innamorami di Claire se capissi che rapporto c'è tra i due. Vedremo cosa succede...
Potrei anche innamorami di Claire se capissi che rapporto c'è tra i due.
Vedremo cosa succede...

 
 
 

Percosri alternativi

Post n°3 pubblicato il 07 Maggio 2006 da OrionNebula

Dove ci porterà tutto questo?
Credete veramente di poter cambiare qualcosa?
Poveri illusi sognatori improbabili di un mondo di squali assetati solo della vostra tenera carne.
Spacchiamo qualcosa giù in piazza così magari facciamo qualcosa di diverso, ci sono gli amici fascisti sai?
Domani invece andiamo da McDonald's per il consueto BigMac.
Violenza, non violenza, parole, fumo, poco arrosto, niente fatti.
E' difficile trovare delle reali motivazioni in un paese dove si deve scegliere il meno peggio e non il meglio.
W il paese delle meravilgiose promesse possibbili e delle mediocrità certe.
Egoismo, unica moneta di scambio possibile. L'altruismo, valore utopico, lo lasciamo all'oppio dei popoli.
Fare qualcosa per chi? Non direi. Fare qualcosa per me.
 
Ma basta. Si è fatto tardi. interrompiamo questo flusso di pensieri sciolti che per una volta ho voluto trasformare in caratterini colorati che si ricorrono sullo schermo di un computer.
 
A presto cari colleghi sognatori improbabili...

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: OrionNebula
Data di creazione: 07/05/2006
 

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