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- Mangiare allieta gli animi... fate mangiare i vostri nemici e forse, si discuterà meglio!

-Il bello non canta

- C'è chi dice che dopo aver provato l'inferno, gli altri mali non sono poi così male...

-Dopo il coming out, neanche il resto sembra poi così impossibile da cambiare

-Chiedetemi di scorrere nella mia mente, e conterò l'infinito.

-si è stupore di se stessi come anestetico per un dolore subìto. Gianni

 

Libri!

 

L'ultimo alchimista di Nathan Micah

I pilastri della terra- mondo senza fine di Ken Follet

La Luna Fredda - Jeffery Deaver

Borderline- VAlentina COlombani

 
 

 

 
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Borderline, Valentina cOlombani

Post n°34 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da YoeYo

DAL LIBRO: "BORDERLINE"

"Borderline è il nome della mia malattia. La malattia che mi porta a raccontare balle, a essere autolesionista e promiscua sessualmente. Io sono Borderline. O pazza. O una stronza scandalosamente viziata. La mia malattia è l'impossibilità di essere  normale. E questa è la mia storia"

 

"Molti strizza mi hanno chiesto di parlare di mia madre, ma io che cazzo posso saperne di una che ho visto sobria in tutta la mia vita a dir tanto due volte?"

 

"Decido di partire. Forse mettendo di nuovo l'oceano tra me e il dolore, il dolore mi abbandonerà. Ma il dolore mi segue come una scimmia silenziosa sulla spalle."

 

Citazione di Norman Mailer "Pensiamo che l'amore risolverà tutti i problemi, quando l'more è il premio per aver risolto tutti i problemi."

 

"Lungo la strada incontravo solo cose che si deterioravano, e la vendetta, quella vendetta celata a lungo che trattenevo nei pugni chiusi, serrati, si manifestava in tutto il mio odio verso me stessa."

 

"A volte incontravo il suo fantasma  nello specchio del bagno, la domenica mattina: mi diceva qualcosa che avrei tanto preferito non ascoltare. Per anni e anni la morte di mia madre mi è parsa estremamente irreale; in fondo lei era già morta molto tempo prima di morire. Come faccio a sapere cos'ho provato alla morte di una donna che conoscevo a malapena? Però una cosa l'ho pensata: che nonostante tutti i suoi eccessi e le sue follie, lei era stata più donna di quanto avrei potuto essere, o sperare di diventare, io."

 

"Dawn aveva una psichiatra che le faceva tenere un diario alimentare e che le diede da leggere Wasted di Marya Hornbacher, la meravigliosa autobiografia di un'anoressica che descriveva il sentirsi la morte addosso , quando ci si è infognate così tanto nel trip del perdere peso a tutti i costi che, per quanto sottili e scavate si diventi, non basta mai. Il libro racconta dinamiche che io conoscevo molto bene. Il sentirsi scorrere il ghiaccio nelle vene. Il desiderio di tornare  piccola piccola, la necessità impellente di scomparire."

 

(Milano 1981)

"Ho undici anni e la mamma è stonata nel suo letto. Mi annoio e ho fame. Un Fisioterapista che viene a casa a farle dei massaggi entra in camera mia e mi si struscia addosso. Poi si abbassa i pantaloni e mi mette in bocca il suo pene cominciando a muoversi freneticamente fino a quando qualcosa di bagnato, acido e vischioso mi schizza sulla faccia. Rimango immobile. Non riesco a respirare. -Brava troietta, - mi dice prima di tirarsi su la cerniera, farmi segno di tacere e uscire dalla stanza..."

 

"La gente ti tratta sempre come tu vuoi farti trattare."

 

"-Hai giocato per tutta la vita a fare la maledetta, la dark lady, l'outsider. Quella che remava contro. E adesso il tuo orologio biologico ti sta parlando chiaro, e daresti l'anima pur di avere una casa e una famiglia tua, - mi dice un giorno mio padre al telefono. - Ma come ho potuto ridurmi così?- gli chiedo. - IL caos ti ha travolto. Il tuo disordine ti ha sommerso. Adesso devi risalire la china."

 

"-Voglio guarire. Voglio vivere.- -Allora curati. Per quanto doloroso questo possa sembrarti, curati. Qui nessuno vuole punirti. Vogliamo che un giorno tu ti regga sulle tue gambe quanto lo vuoi tu. Ma non è un processo indolore. una comunità non è sinecura. DEvi crederci. E impegnarti fino a fondo per ricostruirti."

 

"-Vuoi scrivere? è questo che vuoi fare? E allora scrollati di dosso tutto il tuo vittimismo, e scrivi. Non crederti che io, la mia, di sofferenza, l'abbia dimenticata, o scordata chissà dove. E' qua, accanto a m, in ogni istante della mia vita. Accanto a me, silenziosa ma sempre presente. Solo che io ho deciso a un certo punto di fare a pezzi la mia autodistruttività-"

 

"Per la prima volta il mio dolore sta assumendo una forma e un significato."

 
 
 
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