Scacciati dall'Eden, Adamo ed Eva si riposarono sulla riva di un fiume, contenti di essere sfuggiti alla morte, ma piangendo per l’immortalità perduta e chiedendosi come avrebbero potuto assicurare la continuità della razza umana. Samuele, conscio della preoccupazione di Adamo, progettò un'altra vendetta. Egli e dieci dei suoi angeli fuggirono dalla prigione sotterranea e, assunto l'aspetto di donne di grande bellezza, si avvicinarono alla riva. Salutarono Adamo ed Eva, e Adamo esclamò incredulo: «È possibile che siano nate in terra creature di tanta bellezza?» E poi domandò: «Amiche, come fate per moltiplicarvi?» Al che Samuele rispose, con voce di donna: «Gli uomini giacciono accanto a noi in amore. Il nostro ventre si gonfia, portiamo in noi bambini, che maturano e diventano belle creature come siamo diventate noi. Se non ci credi, te lo proveremo».
Allora altri angeli caduti, con sembianze di uomini, avanzarono sulla riva del fiume. Samuele disse: «Questi sono i nostri mariti e i nostri figli, e poiché tu desideri sapere come si concepiscono i bambini te lo mostreremo».
Le donne si misero allora supine, nude, ciascuna con un marito, e fecero l’amore sotto gli occhi di Adamo. Samuele disse ancora: «Fa’ così con Eva, perché soltanto cosi potrai moltiplicare la tua razza».
Il fuoco del peccato cominciò allora a bruciare nelle vene di Adamo, sebbene si rifiutasse di commettere pubblicamente e durante il giorno atti tanto osceni e implorasse l'aiuto di Dio.
Dio mandò allora un angelo, che unì in matrimonio Adamo ed Eva e comandò loro di pregare per quaranta giorni e quaranta notti, prima di diventare marito e moglie.