stavo studiando lo studio n°2 dell'opera sei di Lizst in la minore quando
mi è venuto assolutamente il bisogno di scrivere quello che avevo già in
mente da giorni da quando mia mamma mi aveva raccontato un breve periodo
di ciò che aveva sentito al telegiornale in un allevamento ove nascevano
agnellini che non riuscivano a stare in piedi ed erano invasi da una
malattia cui non si era ancora vista e gli agricoltori erano costretti a
chiamare il veterinario. io ricordo che quel giorno in cui mia mamma me
lo disse, io pensavo non a ciò che pensavano gli agricoltori ma mi
immedesimavo nella mamma pecora e mi chiedevo cosa potesse pensare lei
nel vedere il suo piccolino con questa malattia e vederlo soffrire?
sicuramente la mia sensibilità e senza fatica mi dice che soffrisse pure
lei con il suo piccolino e questo è ciò che gli animali possono fare
visto che sono maltrattati dagli umani che hanno pure reso il loro
ambiente avvelenato. che cosa terribile; non vorrei mai scrivere di
queste cose che mi fanno soffrire, potrei scrivere mille di queste storie
oppure potrei scrivere le pene del contrappasso che mi sono venuti in
mente per le fumatrici dopo aver letto il purgatorio, però non mi sono
ancora fatto un'idea di dove Dante le avrebbe collocate, sotto terra o
lungo la montagna...