Creato da ziazanna il 31/07/2008
I Racconti di Zanna Bianca
 

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NEL BOSCO

Post n°7 pubblicato il 16 Aprile 2010 da ziazanna

In una casetta di periferia, vi abitavano tre fratelli gemelli con i loro genitori.

Si erano trasferiti da poco in quel paesino, e non sapevano niente di tutto quello che li circondava. Un giorno, mentre i genitori erano a lavoro, decisero di fare una passeggiata. Si accorsero che il vicino a casa c’era un vialetto ormai abbandonato, vi erano solo arbusti e spine, decisero di attraversarlo, per scoprire cosa c’era dall’altra parte del viale.

Ogni tanto uno di loro gridava perché vedeva qualche animaletto, o si pungeva con le spine.  Intanto andavano avanti; erano tanto curiosi di sapere dove li avrebbe portati quel viale, arrivati alla fine della strada, si trovarono davanti ad un boschetto, s’inoltrarono nel bosco, li incontrarono tanti animali, scoiattoli, topolini, castori, ce ne erano di ogni specie.

Uno scoiattolo si accorse dei tre fratellini e iniziò a saltare da un albero all’altro.

Ad un tratto lo scoiattolo si fermò su un ramo, scese da una scaletta e invitò i fratellini a salire. “Venite!” gli disse “vi faccio vedere com’è bello da quassù il bosco.”

Salirono, si accovacciarono sull’albero e si guardarono intorno. “Guardate quanto colore da là natura” disse uno di loro. Intanto altri animaletti si erano avvicinati, ma un po’ timorosi. Uno dei fratelli gli disse: “Non temete noi siamo amici degli animali, non faremo mai del male a nessuno di voi!”.

Lo scoiattolo continuò ad invitarli a vedere le meraviglie del bosco, poi chiese di seguirlo ancora, li portò attraverso un foro di un grandissimo albero, li portò nelle profondità della terra. I ragazzi rimasero sbalorditi, videro le radici degli alberi intrecciati tra loro formando svariate forme, uno ci vedeva un uccello, l’altro fratellino ci vedeva un signore rannicchiato che pregava, insomma x i gemelli erano un vero spettacolo.

Gli animaletti del bosco si riunivano tutti lì in quella grande caverna scovata sotto terra, avevano formato una grande famiglia. Per loro non esisteva l’animale grande o piccolo, feroce o domestico, tutti si volevano un gran bene.

I fratelli videro una grande quantità di cibo e chiesero a che cosa servisse tutto quel ben di Dio e gli animaletti spiegarono ai bimbi che serviva per tutto l’inverno.

Ognuno di loro aveva un compito da svolgere, chi cucinava, chi spazzolava, chi badava ai piccoli, chi teneva allegra tutta quella grande famiglia con diversi giochi e canti. Le ore passarono e i bimbi dovevano tornare a casa, lo scoiattolo li accompagnò in superficie, li invitò a ritornare, e gli disse: ”Siete i primi uomini che attraversano questo bosco, siete dei ragazzi coraggiosi e meravigliosi, tutti hanno paura di entrare nel bosco e lo chiamano il bosco stregato.” I piccoli gli domandarono il perche di questo nome, e lo scoiattolo rispose “perché quando la sera ci riuniamo tutti nel grande albero cantiamo, balliamo, giochiamo e gli uomini sentono i nostri rumori e pensano che qui ci abitano le streghe e gli orchi che mangiano gli uomini.”

I bimbi non dissero nulla di quello che avevano visto, proprio per non disturbare la quiete dei loro amici animali.

 
 
 

IL MENDICANTE E IL BAMBINO

Post n°6 pubblicato il 24 Gennaio 2010 da ziazanna
Foto di ziazanna

Era una giornata d’estate e faceva molto caldo per le strade non camminava nessuno. Dietro i vetri di una finestra, un bambino che guardava da una parte e dall’altra della via. Su una panchina un mendicante seduto, gli faceva ombra un grande albero, aveva i capelli bianchi e una lunga barba ed era vestito di stracci. L’anziano signore si asciugava il viso con un fazzoletto per il gran caldo e gli faceva compagnia solo un cane. Il bimbo, mentre stava chiudendo le tendine della sua finestra, si accorse del vecchietto, entrò ma non riusciva a togliersi dalla mente quell’uomo malandato. Decise di portargli da mangiare e da bere; uscì di casa e si incamminò verso quell’uomo, portandogli acqua e frutta, il vecchietto ringraziò e benedì quel bimbo così buono e ben educato. I giorni passavano e il vecchietto era sempre li, ogni giorno si ripeteva la stessa cosa, erano diventati amici, stavano ore a parlare. L’anziano signore gli raccontava come era finito a chiedere l’ elemosine; era un uomo sposato e felice, possedeva una bella casa, una bellissima moglie ed un lavoro che lui amava tanto. Un giorno la moglie uscì di casa per fare la spesa e non tornò più; lui si ammalò per il dolore e perse il lavoro. Non aveva nessuno che si prendesse cura di lui e finì a chiedere l’elemosine. Il tempo passava, arrivò l’autunno, poi l’inverno e il bimbo era contento di fargli compagnia. Il freddo si faceva sentire sempre di più, la neve ormai imbiancava le strade, gli alberi, i tetti delle case; i due amici, anche con quel gran freddo erano sempre li a raccontarsi le loro avventure. Un giorno il bimbo, si affacciò alla finestra e vide la panchina vuota. Passarono i giorni ma il vecchietto non tornava. Dopo tanti giorni tornò solo il cane, così il bimbo capì che l’anziano signore era morto, non pianse, anche se si era affezionato tantissimo a lui, perché il pensiero più bello del bimbo fu: <<Sarà andato in Paradiso, perché il mio amico era tanto buono>>.

 
 
 

IL CASTELLO INCANTATO

Post n°5 pubblicato il 28 Novembre 2009 da ziazanna
Foto di ziazanna

In una piccola casetta di campagna viveva, tanto tempo fa, con i suoi genitori una bambina di nome Elisabetta. Era una bimba triste, sempre sola, non giocava mai con altri bimbi; era molto buona ed educata e attenta a tutto ciò che faceva.

Un giorno di primavera, mentre giocava a palla nel suo cortile, decise di fare una passeggiata; cammina, cammina, si inoltrò in un piccolo bosco, ad un tratto si fermò perché in mezzo agli alberi si accorse che c’era un castello, il castello era in mezzo ad un bel prato verde, nel parto c’erano fiori di mille colori, rose, tulipani, girasoli, orchidee e viole. Elisabetta rimase incantata a vedere tutti quei fiori, tornò per parecchi giorni in quel boschetto. Un giorno mentre era li a guardare quel bel prato che sembrava un mare colorato, non si accorse che si stava facendo buio.

Non riusciva a muoversi da quel luogo; ad un tratto, si accesero tutte le luci del castello, iniziò a sentire voci, canti e suoni melodiosi, si avvicinò ad Elisabetta una bella signora, aveva un vestito azzurro come il cielo ed i capelli biondi come l’oro :<< Non avere paura>>, le disse, e la invitò ad entrare nel castello. Si aprì un grande cancello e si avviarono in un viale alberato, entrarono in una grande sala dove c’erano angeli ed usignoli, bimbi che giocavano e ballavano, le pareti della stanza erano di un colore rosa mai visto, con dei dipinti meravigliosi, con una grande scala tutta in oro, lampadari di cristalli che luccicavano come diamanti.

Elisabetta iniziò a cantare, ballare e tutte le volevano già un gran bene, era contenta di aver conosciuto quei bimbi e si divertiva tantissimo. Fatto giorno, i canti, i suoni, gli angeli, i bimbi, tutto svanì ed Elisabetta capì che era stato tutto un sogno.

 

 
 
 

L'ISOLA DEL CANTO

Foto di ziazanna

In un’isoletta chiamata l’isola del canto, viveva un uomo di nome Gian. Era sull’isola da molti anni, ma non ricordava come vi era capitato, ricordava soltanto che si trovava su un battello con dei compagni, il battello trasportava or e oggetti preziosi. I primi giorni che era sull’isola, sperava che qualche nave passasse di li, ma, i giorni passavano e nessuno si vedeva nemmeno all’orizzonte. Aveva cercato anche i suoi compagni di viaggio, ma invano.

Intanto che i giorni passavano, pensava a costruire zattere per attraversare il mare, ma le zattere che costruiva andavano sempre a fondo. Sembrava che il mare le ingoiasse. Gian aveva imparato a pescare e a cacciare, così si nutriva di quello che gli poteva offrire la natura. Di notte gli facevano compagnia i canti che uscivano dal mare e che facevano eco su tutta l’isola. Un giorno, mentre era sulla riva del mare, vide qualcosa che usciva dall’acqua; intravide una bella signora con i capelli lunghi e neri, e con un vestito color argento, ma questa visione svanì subito. I giorni passavano e lui sperava di rivederla ancora.

Una mattina mentre era li che si faceva dondolare dalle onde del mare, la vide seduta su uno scoglio, la signora lo invitò ad avvicinarsi e lo pregò di seguirla, quando la guardò bene, vide che era una sirena, rimase incantato di tanta bellezza; la seguì senza batter ciglio; la seguì negli abissi marini, gli occhi si illuminarono vedendole bellezze delle profondità del mare, pesci di ogni specie e colore, alghe, coralli e tutto ciò che il mare può risucchiare.

La sirena lo portò fino al battello, gli raccontò che era stata lei a farlo sprofondare nelle acque, perché si era innamorata di lui, e a riportarlo poi in superficie e a riportarlo sulla terra ferma. Gian, innamoratosi anche lui aveva deciso di rimanere nelle profondità marine; ma la sirena gli raccontò che gli era stato fatto un incantesimo: “ fino al giorno che un uomo non si fosse innamorato di lei doveva vivere nelle acque del mare.” Sciolto l’incantesimo, si trovarono insieme sull’isola. La sirena si trasformò in una bellissima ragazza e vissero felice e contenti e Gian non pensò più ad andare via.

 
 
 

IL BOSCO DEI FOLLETTI

Foto di ziazanna

In un grande castello, una sera, nacque una bimba, non molto bella, ma la mamma e il papà l’accettarono con tanto amore, la chiamarono Stella. La bambina cresceva magra e di statura piccola, ma era tanto buona. Quando Stella ebbe 3 anni la mamma morì, il babbo dopo poco si risposò. La matrigna non accettava quella bimba, la maltrattava, gli faceva dispetti, a volte la mandava a letto senza cena, insomma un vero tormento per la piccola. Il babbo non poteva difenderla perché la matrigna era una vera strega.

Aveva 10 anni ormai Stella quando decise di andare via da casa, perché non sopportava più la matrigna. Una sera mentre i genitori erano a letto, prese un po’ di cibo e lasciò il castello. Camminò tantissimo, poi stanca si fermò a riposare e si addormentò. Al risveglio si accorse che si trovava in un bosco, gli animaletti gli stavano intorno, svegliandosi si alzò spaventata, incominciò a correre e arrivò in uno spiazzo, li vide che c’erano tane piccole casette, tutte colorate e di forme diverse una dall’altra, di fungo, d’albero, di fragola, di mela e di tante altre forme; li vi abitavano i folletti del bosco.

Quando i folletti la videro l’accolsero con balli, giochi e canti, era come se aspettassero il suo arrivo. Le chiesero di restare insieme a loro, lei accettò; le costruirono subito una casetta a forma di ballerina, li poteva passare le sue giornate indisturbata. Stella si affezionò subito a quei buffi folletti e li aiutava anche nei lavori più pesanti.

Intanto gli anni passavano e Stella divenne una bellissima signorina, cambiò tanto, si fece alta, bionda e con gli occhi azzurri, i folletti ogni giorno le cucivano un vestito diverso, la volevano far sembrare una fata.

Un giorno passò di li un principe su un bel cavallo bianco, con una lunga criniera e le redini d’oro. Stella rimase incantata dalla bellezza del principe e subito si innamorò, anche il principe la guardò con occhi sbalorditi e le chiese se lo voleva sposare, avuto il consenso dei folletti si sposarono, e vissero felici e contenti insieme ai suoi piccoli ma grandi amici.

 
 
 
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