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I Racconti di Zanna Bianca
 

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IL MENDICANTE E IL BAMBINO

Post n°6 pubblicato il 24 Gennaio 2010 da ziazanna
Foto di ziazanna

Era una giornata d’estate e faceva molto caldo per le strade non camminava nessuno. Dietro i vetri di una finestra, un bambino che guardava da una parte e dall’altra della via. Su una panchina un mendicante seduto, gli faceva ombra un grande albero, aveva i capelli bianchi e una lunga barba ed era vestito di stracci. L’anziano signore si asciugava il viso con un fazzoletto per il gran caldo e gli faceva compagnia solo un cane. Il bimbo, mentre stava chiudendo le tendine della sua finestra, si accorse del vecchietto, entrò ma non riusciva a togliersi dalla mente quell’uomo malandato. Decise di portargli da mangiare e da bere; uscì di casa e si incamminò verso quell’uomo, portandogli acqua e frutta, il vecchietto ringraziò e benedì quel bimbo così buono e ben educato. I giorni passavano e il vecchietto era sempre li, ogni giorno si ripeteva la stessa cosa, erano diventati amici, stavano ore a parlare. L’anziano signore gli raccontava come era finito a chiedere l’ elemosine; era un uomo sposato e felice, possedeva una bella casa, una bellissima moglie ed un lavoro che lui amava tanto. Un giorno la moglie uscì di casa per fare la spesa e non tornò più; lui si ammalò per il dolore e perse il lavoro. Non aveva nessuno che si prendesse cura di lui e finì a chiedere l’elemosine. Il tempo passava, arrivò l’autunno, poi l’inverno e il bimbo era contento di fargli compagnia. Il freddo si faceva sentire sempre di più, la neve ormai imbiancava le strade, gli alberi, i tetti delle case; i due amici, anche con quel gran freddo erano sempre li a raccontarsi le loro avventure. Un giorno il bimbo, si affacciò alla finestra e vide la panchina vuota. Passarono i giorni ma il vecchietto non tornava. Dopo tanti giorni tornò solo il cane, così il bimbo capì che l’anziano signore era morto, non pianse, anche se si era affezionato tantissimo a lui, perché il pensiero più bello del bimbo fu: <<Sarà andato in Paradiso, perché il mio amico era tanto buono>>.

 
 
 
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